Christian Belluzzo (FDI): “Inquilini delle case popolari e miste, discriminati ad accedere al superbonus 110% del Decreto rilancio”
Riceviamo dal consigliere FDI del V municipio e presidente della commissione lavori pubblici del municipio V Christian Belluzzo e pubblichiamo
“Riscontriamo costantemente situazioni paradossali, ma credo che questa sia opportuno farla presente perché coinvolge sia il livello comunale che quello nazionale a causa della carenza strutturale della applicazione del Decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. Decreto Rilancio), convertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, che ha introdotto nel nostro ordinamento le detrazioni fiscali del 110%, il cosiddetto superbonus, detrazioni fiscali che riguardano due macrocategorie di intervento edilizio: la riqualificazione energetica (ecobonus 110%); la riduzione del rischio sismico (sismabonus 110%).
Il Superbonus è quindi una agevolazione dal Decreto Rilancio trasformata in Legge dello Stato, che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, e Vi è stata successivamente una proroga di ulteriori sei mesi di tempo (31 dicembre 2022) che però da quanto appreso non può essere applicata a quelli che sono gli immobili del Comune di Roma in quanto i comuni non sono soggetti IREF e non possono beneficiare del superbonus 110% … ma nel frattempo moltissimi comuni italiani stanno trovando soluzioni e modalità per ovviare ad ogni eventuale problematiche e procedono dritti alla meta. Parliamo nel 99,99% di comuni che non arrivano nemmeno alla metà del numero di abitanti di uno dei 15 municipi di Roma, ma ancora una volta i cittadini di Roma vivono nella vergogna e nella ignominia di essere ostacolati sia dal Governo centrale cha dal loro Comune, e non si vuole che essi possano usufruire del superbonus 110% per gli edifici di edilizia residenziale pubblica e misti, come invece avviene in tutta Italia e persino a Roma per le case popolari e miste invece gestite da ATER.
Il Superbonus si applica agli interventi effettuati da: Condomini, persone fisiche, Istituti autonomi delle case popolari (Iacp) comunque denominati o altri enti che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house providing”. Per tali soggetti, l’agevolazione riguarda le spese sostenute entro il 30 giugno 2023, se alla data del 31 dicembre 2022, siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo, ecc. Si faccia inoltre presente che tutta la parte preparatoria è ovviamente incredibilmente copiosa, ed in linea generale anche costosa, e si sarebbe dovuto prevedere anche questo. Si rischia quindi che seppure si troverà una soluzione, la stessa attendendo troppo risulterà una inutile beffa costosa, in quanto in quel momento saranno già finiti i fondi, facendo rimanere a terra ogni speranza.
Così mentre molti comuni italiani stanno facendo di tutto per poter aderire a questa iniziativa per sopperire ad una carenza di manutenzione degli immobili di edilizia residenziale pubblica, per migliorare l’ambito energetico creando nel contempo pure nuovi posti di lavoro, a Roma, che è la città italiana in cui l’edilizia residenziale pubblica è probabilmente la peggiore per quanto attiene alla manutenzione, anzi diciamo che non viene proprio manutenuta, ci ritroviamo di fronte al paradosso per gli immobili di edilizia residenziale pubblica di proprietà di Roma Capitale e per i condomini misti, il Comune di Roma stia dando risposte negative, dei “no”, quando si potrebbe nominare “house providing” una delle proprie aziende come Risorse per Roma o Aequaroma, che già si occupano della edilizia ERP, per ovviare a problematiche burocratiche legate alla fiscalità IREF, oppure il governo centrale potrebbe provvedere in apposita maniera.
Ancora una volta il Comune di Roma si differenzia degli altri comuni italiani, la Roma la Capitale d’Italia…per essere il peggior comune italiano in quanto a servizi ed il più costoso quanto a tasse dei contribuenti ed appare scandalosa questa discriminazione di non poter aderire ad una Legge Nazionale, che deriva oltretutto dal Decreto Rilancio, finanziato con i soldi arrivati dall’Europa. UNA VERGOGNA CAPITALE. Ma a questo punto mi chiedo oltre alla Capitale quanti altri Comuni si stanno trovando in questa condizione e quindi quanti cittadini sono discriminati dall’accedere ad una Legge Nazionale?
Questo decreto sembra a questo punto “fatto con i piedi” visto che discrimina e non vi possono aderire nemmeno tutti i comuni italiani e soprattutto non la Capitale.
Discrimina perché gli inquilini continueranno ad avere appartamenti fatiscenti senza aver avuto l’opportunità di un ammodernamento gratuito per il Comune, discrimina perché chi ha acquistato l’appartamento dal Comune di Roma si vedrà negare il consenso a partecipare al superbonus, in quanto il comune si limiterà semplicemente a votare “no” alle assemblee di condominio, detenendo nel 100% dei casi la maggioranza degli appartamenti, per tanti motivi, ed anche perché negli anni le alienazioni sono state sempre fatte col contagocce con un ufficio più che sguarnito che conta una o due persone, per decine di migliaia di appartamenti da alienare, con delibere che non arrivano mai dalla classe politica sciattona e lontana dalla realtà, quando non legata ad interessi di partito o personali, sintetizzati pure bene in quelli che potremmo classificare interessi ideologici e strategici del consenso, volti a mantenere il più possibile a lungo i cittadini in precarie situazioni, anche non facendo nuove delibere di nuove alienazioni, l’ultima è del 2008…anche inerenti appartamenti dentro palazzine in parte già vendute agli ex inquilini che ne avevano i requisiti per l’acquisto; discrimina perché portebbe bastare un occupante per creare problemi anche a tutti gli altri condomini o proprietari.
In questo momento vi sono lotti, ad esempio quello che dovrebbe essere in piedi e che non è per i quattro municipi, 4,5,6,7, che sono tra i più popolosi e più pieni di edilizia residenziale pubblica di Roma, che non hanno da dicembre 2020, nemmeno un appalto di manutenzione ordinaria minima, nemmeno uno spurgo, e la merda arriva fino dentro gli appartamenti dei residenti, perché udite udite si vorrebbe procedere, quando non si sa, con un appalto ponte di circa 60 mila euro fino a data da destinarsi, ma sicuramente oltre l’estate, nella speranza di un appaltone che non si sa se arriverà mai.
Ho già fatto una interrogazione municipale, mentre a livello comunale l’ha fatta (dietro mia richiesta) l’on. Francesco Figliomeni che è il Vice Presidente della Assemblea Capitolina, ed entrambe sono ancora in attesa di risposte riguardo il superbonus.
Essendo anche presidente della commissione lavori pubblici del municipio V, ho già indetto due commissione sul tema e dell’ultima invio un link , che se si ha un po’ di pazienza sarebbe molto utile vedere: https://www.youtube.com/watch?v=TKwZwCX7LG8
Quindi è evidente che il Governo emana leggi inapplicabili per Roma Capitale, e Roma Capitale che fa? Tergiversa…dorme, sonnecchia, ammicca, e poi getta la spugna senza dignità, procurando discriminazione e danni ai suoi contribuenti e cittadini ed ai beni e rischiando pure dei ricorsi al TAR.
In allegato pure l’interrogazione di Figliomeni e la mia.
CF20210028038-CF20210028038-135341019
INTERROGAZIONE_FIGLIOMENI_23_FEB_2021_PAG_1
Christian Belluzzo, Presidente V Commissione (LLPP/Mobilità/Edilizia) del Municipio Roma V