Dal cascherino al rider

Attilio Migliorato - 28 Luglio 2021
Che bello quello che sto facendo da qualche mese: gli occhi scrutano i particolari, leggo le “singolarità”, il cervello capta dove voglio arrivare, qualche ora dopo la tastiera del PC o del tablet o del cellulare accetta le mie dita e il display riporta la bozza del mio articolo. Lo leggo, lo correggo, lo rileggo, è pronto per Abitare a Roma.
Mi dà la possibilità di incontrare amici, runners di vecchia data, giovani campioni o aspiranti tali.
E questa mattina il mio amico settantenne, che oggi accusa problemi renali, con le scarpe da corsa sempre ai piedi e pantaloncini e maglietta addosso, mi dice: da giovane, a 13 anni, ho fatto il cascherino per i negozi di via degli Ontani a Centocelle…
Ed ecco che la molla è scattata, e spero vi piacciano le mie quattro righe.
I rider, da qualche anno li vediamo tutti i giorni sfrecciare nel traffico cittadino, non solo nel centro città ma anche nelle periferie, con il casco e la pettorina sponsorizzata: effettuano consegne a domicilio spostandosi su una bicicletta a pedali o elettrica o a pedalata assistita. Li vediamo che consegnano colazioni o pranzi o cene; anche bottiglie di vino o birra. Li vediamo fermi in attesa dell’ordine che arriva tramite telefono o Internet o app, e poi scattare per consegnare all’ora concordata con il fornitore.
Oggi l’inglese detta la quotidianità, ma noi giovanotti degli anni ’40 o ’50 li conoscevamo e li chiamavamo: cascherino.
A Roma il cascherino infatti era un garzone che trasportava il pane dal forno ai negozi di rivendita e non solo .
Io ricordo il forno Cerulli all’Alessandrino, il forno Casadei a via dei Platani a Centocelle, il forno Rossetti a via degli Olivi sempre a Centocelle.
I cascherini andavano alla scuola elementare e lavoravano, per 1500 lire a settimana più 300 lire di mance. Parliamo degli anni ’50 o ’60. Andavano a casa dei clienti a prendere le ordinazioni della spesa quotidiana e poi la portavano, la singola mancia poteva arrivare a 20 lire e a Natale quando il negoziante regalava al cliente anche una bottiglia di spumante, la mancia era più alta.
Saltate la pubblicità nel piccolo filmato, è uno sponsor come la pettorina del rider …in fin dei conti.
Pensate che il secolo scorso il cascherino consegnava anche i blocchi di ghiaccio. Frigorifero, che cos’era?
Servizi Funebri Moretti

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  1. Sarebbe utile che i supermercati avessero un servizio per i clienti per portare a casa la spesa, invece pensano solo a vendere ma non creano un collegamento con le persone. Vedono solo i soldi e non un rapporto umano . Soprattutto a tor tre teste dove non c’è niente, ora non c’è più nemmeno il centro anziani e il centro sociale per colpa del lookdoun. L’unico punto di aggregazione è la chiesa, e il supermercato che non è un punto di aggregazione. Ma se i commercianti facessero uno sforzo e fossero disponibili a creare un punto di aggregazione per la gente non avremmo tanto isolamento. I bar non debbono essere solo Delle bisce clandestine con i loro videogiochi che succhiano soldi alla gente. Dovrebbero invece favorire l’aggregazione sociale anche per le donne. Questo è un quartiere che esclude le donne .

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