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È morto Lucio Villari

All'età di 92 anni, ci ha lasciati uno tra i maggiori storici italiani dell'età contemporanea

 Oggi, all’età di 92 anni, ci ha lasciati Lucio Villari, tra i maggiori storici italiani dell’età contemporanea.

Viene a mancare una persona di incomparabile umanità, gentilezza e disponibilità, un grande e rigoroso studioso, saggista specializzato nel periodo tra il Settecento e il Novecento e autore insieme al fratello Rosario di un manuale per le scuole medie su cui hanno studiato generazioni di studenti.  Originario di Bagnara Calabra, nel Reggino, Villari aveva insegnato storia contemporanea all’università di Roma Tre, affermandosi anche per le grandi capacità divulgative. Nei suoi studi si era distinto per profondità dell’analisi e varietà dei temi, anche se l’Unità d’Italia è stato quello su cui più aveva focalizzato il suo impegno.

Con il fratello Rosario, morto nel 2017, Lucio Villari pubblicò il manuale ‘La società nella storia. Corso di storia per la scuola media inferiore’, edito da Sansoni alla fine degli anni ’70 e ristampato per due decenni. Tra i suoi libri si ricordano anche ‘Il capitalismo italiano del Novecento’, ‘L’economia della crisi’ ‘La roulette del capitalismo’, ‘Romanticismo e tempo dell’industria’, ‘Niccolo’ Machiavelli’, ‘L’insonnia del Novecento’ e ‘America amara.

Storie e miti a stelle e strisce’. Grande divulgatore e comunicatore, come dimostrano i saggi ‘La rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari’ del 1997 e ‘Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento’ del 2009, aveva collaborato con Rai Storia e vari programmi tv oltre che con diversi quotidiani tra cui ‘Repubblica’.

Lucio Villari

Lucio Villari era amante del teatro e del cinema: aveva curato adattamenti di classici come le ‘Lettere persiane’ di Montesquieu e nel 1980 era comparso con molta autoironia in un film ‘La terrazza’ di Ettore Scola, di cui era amico. Era il padrone di casa che ospita un gruppo di intellettuali e artisti progressisti. “Studioso insigne e fine intellettuale”, lo ha definito in un messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,”riferimento di generazioni di storici, uomo di grande cultura, capace di coniugare rigore scientifico e passione per la democrazia e la giustizia”.

Mi onoro di essere stato un suo allievo presso l’Università di Roma La Sapienza nei primi anni settanta e di aver sostenuto con lui l’esame di storia contemporanea, al termine di un corso monografico dedicato agli anni della NEP, la nuova politica economica lanciata da Lenin nell’Unione Sovietica nella prima metà degli anni Venti.  Non posso far altro che ringraziarlo sentitamente per avermi trasmesso l’amore per la storiografia, intesa, sulla base della lezione di Giambattista Vico, nel suo duplice significato di: 1) filologia (ricostruzione approfondita e documentata dei fatti storici) e 2) filosofia (intuizione intellettuale del senso e delle ragioni progressive della storia).

Una grave perdita per tutta l’alta cultura italiana.

Riposi in pace.


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