Emergenza abitativa, papa Francesco chiede alla chiesa di Roma di offrire immobili a chi vive in precarietà
"Per questo motivo chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi"Papa Francesco entra con decisione nella questione dell’emergenza abitativa a Roma, lanciando un appello chiaro e urgente alle realtà diocesane.
In una lettera inviata direttamente alla diocesi, il pontefice chiede a tutte le istituzioni religiose di mettere a disposizione spazi per aiutare chi vive in condizioni di estrema precarietà o rischia di perdere la propria casa.
Con l’avvicinarsi del Giubileo del 2025, l’obiettivo è chiaro: offrire un supporto concreto alle migliaia di persone che soffrono a causa della crisi abitativa, aggravata dall’aumento dei prezzi e dalla carenza di alloggi accessibili.
Sono molteplici i cittadini costretti a dormire in auto o per strada, in una città dove la mancanza di un tetto rappresenta una piaga sociale evidente.
Queste le parole scritte da Papa Francesco in una lettera indirizzata ai superiori degli ordini religiosi, agli enti ecclesiastici e ai parroci e al clero di Roma:
“Desidero – ha spiegato il Santo Pontefice – che tutte le realtà diocesane proprietarie di immobili, offrano il loro contributo per arginare l’emergenza abitativa con segni di carità e di solidarietà per generare speranza nelle migliaia di persone che nella città di Roma versano in condizione di precarietà abitativa.
Le istituzioni e le amministrazioni ai vari livelli, insieme alle associazioni e ai movimenti popolari, si stanno organizzando per rafforzare la risposta di accoglienza e di solidarietà verso questi fratelli e sorelle, operando in collaborazione tra istituzioni e società civile, e la Chiesa è chiamata a contribuire.
Per questo motivo chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi.
Le persone da accogliere saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre le associazioni e i movimenti popolari forniranno i servizi alla persona, le attività di cura e i beni relazionali che contribuiscono in modo fondamentale a rendere l’accoglienza degna e a costruire fraternità”.
Un messaggio che guarda al passato e al futuro:
Non è la prima volta che il Santo Padre si rivolge alla Chiesa romana per affrontare questioni sociali. Dieci anni fa, nel pieno della crisi migratoria, Francesco invitò le strutture religiose ad aprire le porte ai migranti.
Tuttavia, la risposta fu modesta: a Roma vennero messi a disposizione solo sette posti letto, una cifra simbolica rispetto alla portata dell’appello.
Con il Giubileo alle porte, il pontefice spera che questa volta la diocesi risponda con maggiore impegno e concretezza, dimostrando che la Chiesa può essere un punto di riferimento per chi vive in situazioni di estrema difficoltà.
L’ invito alla speranza e alla responsabilità:
L’appello di Papa Francesco non è solo un invito alla solidarietà, ma anche un monito verso una gestione più giusta e inclusiva del patrimonio immobiliare della Chiesa.
In un momento in cui l’attenzione mondiale sarà rivolta alla Capitale, il Papa invita la comunità ecclesiale a dare il buon esempio, offrendo un segno concreto di speranza per coloro che più ne hanno bisogno.
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