

Doveva essere un’infrastruttura strategica per collegare Casal Morena e la Romanina alla metro A, un’opera capace di rivoluzionare la mobilità sostenibile nella zona. Invece, a cinque anni dalla prima progettazione, il cosiddetto “ponte a scavalco del GRA” è ancora fermo al palo.
Un percorso pensato per ciclisti e pedoni, un’alternativa concreta agli autobus che avrebbe permesso di raggiungere la stazione Anagnina in totale autonomia. Il ponte, lungo dodici metri, avrebbe dovuto connettersi con le ciclabili già presenti in via Petrocelli e via Vincenzo Giudice, creando così un sistema integrato di mobilità dolce.
Nel 2020 l’allora assessore ai lavori pubblici, Salvatore Vivace, sembrava ottimista: la prima conferenza dei servizi si era chiusa positivamente, e il progetto definitivo era stato presentato ad agosto dello stesso anno. Da lì, tutto faceva pensare a un bando pubblico imminente. Invece, il silenzio. Per tre anni.
Poi, a settembre 2023, durante la Settimana della Mobilità Sostenibile, il presidente del Municipio VII, Francesco Laddaga, aveva assicurato che i problemi tecnici del vecchio progetto erano stati risolti e che il progetto esecutivo era pronto.
Ma la realtà è più complicata: l’esecutività riguarda solo il tratto tra via Petrocelli e la stazione Anagnina, mentre il collegamento di 3,6 km tra via Anagnina e Casal Morena è ancora bloccato.
Nonostante le dichiarazioni rassicuranti, il cantiere non è mai partito. “Ci sono stati ritardi per i pareri del Dipartimento Mobilità”, ha ammesso Laddaga, promettendo un confronto con i comitati locali prima dell’inizio dei lavori. Ma la sensazione è che si continui a navigare a vista.
La volontà di costruire il ponte non è stata accantonata, ma l’avanzamento è a dir poco lento. Nel frattempo, cittadini e pendolari restano in attesa di un’infrastruttura che, sulla carta, era già pronta da tempo.
Quando verrà finalmente posata la prima pietra? Al momento, nessuno può dirlo con certezza.
Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.