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Marino paga le multe ma non si dimette

A mettere il Sindaco nei guai un errore amministrativo degli uffici

Marino si presenta in Consiglio per rendere conto del Panda-gate e l’Aula Giulio Cesare si trasforma, subito, in un campo di calcio. Le parole del primo cittadino vengono infatti accolte dai fischi dell’opposizione ma anche dagli applausi dei fedelissimi. Ai cori ‘Marino dimettiti’ vengono contrapposti quelli di ‘Daje Marino’ in un clima del tutto surreale.

Ignazio Marino
Ignazio Marino

“Ho pagato 1.021,52 euro, di multe anche se gli uffici mi hanno comunicato che non ero tenuto a farlo. Almeno ritroveremo quei soldi nelle casse del Comune in vista dell’assestamento di bilancio”, ha detto il sindaco.

“Spero – ha aggiunto – che questo serva a spegnere l’attenzione morbosa che ha accompagnato questa vicenda e spero che si smetta di chiedere le mie dimissioni: sarebbe l’unico caso al mondo in cui si chiede di dimettersi a un sindaco che ha pagato multe che non doveva pagare. In questa settimana di morbosa attenzione la mia auto è stata anche fotografata in divieto di sosta. Anche di questo mi assumo la responsabilità e chiedo scusa a romane e romani”. Marino smentisce poi definitivamente le ipotesi di dimissioni. Il caso sembra risolto: nessun hacker dunque. A mettere nei guai il Sindaco sarebbero stati gli stessi uffici che avrebbero commesso degli errori nel procedimento di rinnovo del pass.

A commentare l’epilogo di questa vicenda è lo stesso che l’aveva portata alla luce: il senatore Andrea Augello.   “Abbiamo riportato tra i comuni mortali un sindaco arrogante e saccente – scrive sul suo profilo – ha fatto una figura di niente ed ora è un rottame politico, presidiato militarmente dal PD. La città e la nostra gente possono però sperare che il rottame venga presto rimosso. Abbiamo fatto bene il nostro lavoro di opposizione, merito di tutti i quadri e dei militanti di NCD che per giorni si sono impegnati in decine di manifestazioni, con tanta creatività e allegria. Ora sarà molto più facile aggredire il PGTU e pretendere un ripensamento sulle assurde tasse sull’asfalto che pagano soprattutto i lavoratori che non possono fare a meno dell’auto. Sarà più facile pretendere e ottenere interventi sulle periferie. Infine sarà più facile preparare la spallata finale e sloggiare questo personaggio dal Campidoglio. Per sempre”.


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