Monteverde

Il libro di Gianfranco Franchi

Racconta se stesso Gianfranco Franchi nel suo “Monteverde” libro che prende il nome dal quartiere in cui l’autore dimora e partorisce le sue viscerali visioni del mondo attorno.
Franchi scrive d’impulso, con foga ed entusiasmo, si dà a quei lettori che si lasciano catturare da una copertina efficace ed una scritta che ricorda gli striscioni degli ultras con il nome però di un quartiere colto e signorile di una Roma storica.

Monteverde è un espediente. Di sicuro l’autore è del genere genio caotico ed iperproduttivo. Di quelli da contenere. Franchi doveva contenere se stesso e si vede, doveva dare un ordine alla sua mole di dettagli che voleva rovesciarci addosso. E sapendolo ha fatto poggiare la storia sui luoghi che gli sono più familiari intorno a Villa Sciarra, il Bar Gianicolo e via Poerio, poi ha diviso la narrazione in capitoli per non perdersi e non farci perdere dietro al suo ritmo che non vuole darci tregua.

Franchi ci parla di lui, delle sue esperienze di laureato in discipline umanistiche alle prese con questo Tsunami chiamato lavoro a progetto che ci è capitato e che ci condanna ad esistenze intermittenti. Istriano, trapiantato a Roma. Trieste e la Città eterna gli occupano il cuore e quando ne parla esce fuori il romantico amor di patria.

Ci somiglia per via della sua vita nevrotica e creativa. Sia ben chiaro, lungi dal volerlo colpevolizzare, anzi. Ha voglia di dire tutto quello che ha fatto e nelle sue gesta mi immedesimo. Identiche paranoie, stesse denuncie, stesse proteste, il piccolo gruppo di Plastino (anche io) la Roma (io, la Lazio) stesse precarietà, stesso incaponirsi dentro ambienti che vivono tra mille stenti.
Certo, a proposito di Lazio, lui che è amante del dettaglio ne sbaglia più di uno e quando parla della prima squadra della capitale nata nel 1900 la chiama seconda e gli esce un livore che non mi trova d’accordo. Narrando le gesta della squadra giallorossa adotta una linea di basso profilo tale da farmi irrigidire e sospettare del suo talento. Accantonata questa spiacevole parentesi Franchi sembra uno che non dorma mai, convinto che ogni attimo del nostro vivere serva ad esistere. Tifa per la vita piena e produttiva.

Dentro Monteverde troviamo lui, ma anche qualcosa di noi. Gianfranco scrive bene, ci incolla alla narrazione e si fa apprezzare.

Monteverde, Gianfranco Franchi, Castelvecchi, 2009 (310 pagine, Euro 16.00).


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