Municipio Roma V: Palmieri non può essere ricandidato, lo afferma il Segretario Generale
Sarebbe il terzo mandato e le regole non lo permettonoOrmai quanto accade nel Pd del municipio Roma V somiglia sempre di più alla nota trasmissione televisiva di Mediaset “Scherzi a parte “.
Un accorpamento mai digerito dal territorio, con elezioni amministrative che nel maggio 2013 premiarono per il secondo mandato consecutivo l’ex presidente dell’allora Municipio Roma VI il quale, è bene ricordarlo, si costruì una squadra decisamente sbilanciata al territorio di provenienza e con una politica decisamente avara nei confronti dell’ex municipio Roma VII, tant’è che la gestione è stata più volte definita ” sestocentrica ” dagli stessi militanti del Pd e da molti consiglieri.
Una insofferenza nei confronti di questa politica e dello stesso presidente Palmieri, aumentata dalla decisione del Commissario Romano del Pd Matteo Orfini e del suo Sub per il municipio Roma V Aurelio Mancuso di non tener conto di un documento presentato da oltre il 30% degli iscritti con cui si chiedeva di indire le primarie anche per la nomina del candidato Presidente oltre che per quella del candidato Sindaco. Una decisione, questa, per nulla digerita tanto che, dopo pochi giorni, ha determinato malumori e fuga di ben tre consiglieri (Liotti, Marchionni e Callocchia) che sono usciti dal Pd andando a ricostituire il gruppo Marchini, orfano dell’unico eletto nel 2013, Massimo Piccardi, che, da contendente alla poltrona di Palmieri, da li a pochi mesi, si riciclò in alleato e recentemente organico al Pd a tutti gli effetti.
Le primarie per il candidato Sindaco si sono svolte domenica 6 marzo 2016 e il popolo piddino ha scelto in Giachetti l’uomo che concorrerà alle prossime elezioni amministrative per andare ad occupare lo scranno più alto dell’aula Giulio Cesare, appartenuto fino alla stop deciso in un ufficio notarile a Ignazio Marino. Ovviamente se Giachetti sarà eletto Sindaco, avrebbe dovuto collaborare, sempre se eletto Presidente con il candidato imposto dai commissari romano e municipale del Pd e invece stante a quanto si apprende dalla stampa romana sembrerebbe che a questo progetto sia intervenuto un intoppo molto serio.
Palmieri, secondo una nota del Segretario Generale di Roma, non può essere candidato in quanto le disposizioni vigenti non consentono la terza candidatura alla presidenza e su questo c’è stata anche una cattiva interpretazione del Tuel in quanto chi spingeva per il Palmieri tris pensava che avendo egli fatta la prima consigliatura al Municipio Roma VI e la seconda al neo V questo avrebbe significato discontinuità, cosa invece smentita ad oggi dal Segretario Generale in quanto trattasi dello stesso Ente.
Il Segretario Generale ha anche precisato che avendo superato nel secondo mandato, la metà dello stesso, questo fa sì che si consideri svolto per intero.
Ironia della sorte questo vuol dire che se il Commissario Tronca avesse sciolto anche i consigli municipali al momento del suo insediamento oggi questo problema, almeno per G. Palmieri del Pd e A. Catarci di Sel, presidente del municipio Roma VIII, non ci sarebbe e inoltre le casse comunali avrebbero di certo risparmiato una autentica pioggia di gettoni e per delle casse vuote, questo non sarebbe stato niente affatto male.
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