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Non c’è trippa per gatti in Campidoglio

Sos per il gattile di piazza Carlo Forlanini 1 e per “la Casetta dei gatti” a Roma
In Campidoglio continua a non esserci trippa per gatti  e non da oggi (Vedi in fondo all’articolo)
Da febbraio, il Comune di Roma, non paga più le rette per curare e sfamare circa 100 gatti per lo più vecchi e malati che purtroppo non riescono a trovare un’adozione. 
E’ quanto si apprende dagli appelli disperati di queste due strutture, dice Cristina Valeri Presidente di AM.AN.T. odv e Coordinatrice regione Lazio del Dipartimento tutela animali di Fratelli d’Italia – grazie alla grande opera e rete di volontari si è portato, comunque, avanti, un annoso impegno, nel silenzio di un’amministrazione comunale che ormai ha accumulato un sostanzioso debito nei confronti di associazioni e volontari.
È partita una kermesse, tra cittadini e volontaria che li vede impegnati a inviare mail, nei vari uffici comunali preposti, affinché qualcuno prenda finalmente visione di ciò che sta accadendo.
L’associazione AMANT odv si domanda: “Può un’amministrazione comunale che si rispetti affidarli e poi lavarsene le mani?”
Cibo e fondi scarseggiano ma questi animali hanno delle necessità che non posso essere dimenticate.
Siamo pronti a dare battaglia  con una diffida nei confronti della Sindaca Raggi – conclude Valeri -, affinché questa amministrazione comunale prenda atto del problema e porti a termine i suoi impegni smettendo di giocare a proprio favore con una burocrazia di comodo.
I mici del Forlanini non possono più aspettare!

Non c’è trippa per gatti

Il modo di dire non c’è trippa per gatti significa che, per ottenere qualcosa, si deve lottare e ci si deve dar da fare.

Il primo ad utilizzare questa formula fu Ernesto Nathan, sindaco di Roma tra il 1907 e il 1913, il quale si assunse l’onere di riordinare le finanze romane. Contrastò la speculazione edilizia e favorì l’istruzione scolastica laica. Le sue prese di posizione, pur non molto popolari, diedero i loro frutti: per questa ragione ottenne l’appellativo di “sindaco della modernità”.

All’inizio del suo mandato, il bilancio capitolino era in rosso ed Ernesto Nathan analizzò tutte le voci di spesa al fine di riuscire a migliorare la situazione. Un’uscita considerevole era rappresentata dal mantenimento dei gatti, incaricati di cacciare i topi che rosicavano i documenti presenti negli archivi e negli uffici del Campidoglio. Il sindaco dichiarò, quindi, che il comune non si poteva più permettere di sfamare i felini di Roma con la trippa, uno dei più prelibati piatti tipici italiani. E così, su un documento ufficiale, qualcuno scrisse l’espressione, poi passata alla storia, “Nun c’è trippa pe’ gatti”

Senza fare paragoni ingenerosi con l’ultimo e attuale sindaco di Roma e per usare un altro detto: Non mischiamo la lana con la seta…

https://abitarearoma.it/figliomeni-fdi-erogare-subito-i-fondi-ai-gattili-in-convenzione/


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