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Piazzale Loriedo. La protesta dell’architetto Ettore Pellegrini

Le motivazioni dell'indignazione del progettista dell'opera

L’architetto Ettore Pellegrini, alza la voce nuovamente per far sentire la sua indignazione per lo scempio di Piazzale Loriedoiniziato nel 2017 e per lo spregio del suo diritto legale – essendone il progettista – di essere coinvolto o per lo meno informato in eventuali restauri o altro intervento sul complesso”.

Un’indignazione che trabocca con misurate ma eloquenti parole a commento del post sul profilo Facebook del presidente del IV municipio Massimiliano Umberti.
Poche parole dicevamo che sottendono il disgusto perché, non bastando l’abbandono, la mancanza di custodia, il vandalismo, il saccheggio di tutto quanto appetibile, un intervento a dir poco devastatore sulla vegetazione della collinetta ed infine l’esecuzione di un murales indegno e fuori luogo durante l’amministrazione del M5S, (costato 15mila euro di soldi pubblici ndr) , ora – scrive l’architetto Pellegrini:

”Rilevo che nel bando è prevista la catastrofica possibilità di demolizione e ricostruzione del chiosco; si completerà così l’opera di distruzione del disegno originario della piazza che ha vantato riconoscimenti nell’ambiente della critica architettonica ed unanimi apprezzamenti dei cittadini.
Dopo il taglio della vegetazione sulla collina e la realizzazione degli “artistici” murales che ne hanno snaturato completamente l’estetica, tutto nel completo disprezzo del diritto d’autore di un’opera da tutti apprezzata”. 

È del caso ricordare che Ettore Pellegrini è il progettista di piazzale Loriedo, architetto che ha trasformato un moderno mons acceptorius in un luogo ideale per un quartiere intero, piacevole da vivere, un piccolo movimentato scenografico paesaggio sormontato da un edificio dominante un giardino impreziosito da un bacino d’acqua sinuoso con 5 alti spumanti pennacchi presi subito a simbolo dello stesso IV municipio, modello di soluzioni urbanistiche ed oggetto di varie monografie specifiche di architettura urbana in ambito nazionale ed internazionale.


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2 commenti su “Piazzale Loriedo. La protesta dell’architetto Ettore Pellegrini

  1. Questa carnevalata politica sarà la storia infinita di Colli Aniene che finalmente aveva la sua piazza centro di aggregazione sociale, usata ed apprezzata da tutta la popolazione ed ora evidente esempio del suo uso strumentale per inutili ed inconcludenti lotte politiche. E tutto questo ad altissimi costi per zero risultati e distruzioni peggio di una guerra. Mi dovete spegare l’ultima grande operazione dell’installazione di un pacco di telecamere nel parco: che scopo hanno se poi non stimolano veloci interventi in caso di atti illegali? Il taglio criminale della vegetazione che rigogliosa ornava la collinetta, che fine ha avuto? Un civile accordo con i gestori del locale D&S non avrebbe dato tutt’altro risultato ripetto a quello di oggi? Facciamo 2 conti: ad oggi quella azione originaria a quali costi ci sta obbligando oltre il mutuo ancora in essere?
    E’ tutto talmente incomprensibile in nome di una legalità che uccide lentamente lasciando i cittadini sgomenti fino a portarli al più becero disinteresse. E così i quartieri muoiono insieme ad una società che lascia sempre più ampi spazi alla criminalità che non trova contrasti e si organizza sempre meglio.
    Ora vorrei concludere con una domanda di speranza:
    IL COMITATO DI QUARTIERE DOV’E’?

  2. Caro architetto se bastasse costruire “piazze” perchè diventino “centro di aggregazione sociale”, come dice lei, non serviva neanche quella colata di cemento fatta a piazzale Loriedo. Sarebbero state sufficienti strutture molto più semplici unite ad un pò di giochi per bambini, panchine, e via così. E magari con i soldi risparmiati se ne poteva fare un’altra da un’altra parte. La piazza oggi è solo uno spazio “vuoto” da usare per passeggiare, incontrare qualcuno, portare il cane, portare i bambini a giocare, prendere il sole e leggere “il telefonino”(il giornale non più). Se ci sono cittadini, associazioni, enti o altri che vogliono farci cultura o intrattenimento ludico diventano punto di utilità sociale altrimenti no. Non è la collinetta o la fontana che conta, mi creda.

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