Rabbia, delusione, disperazione e angoscia sul “palazzo bruciato”, ma anche indifferenza
A poco più di un mese dalla tragica vicenda di Colli AnieneA poco più di un mese dalla tragica vicenda del “palazzo bruciato” a Colli Aniene sta calando l’attenzione sulle vicende personali di chi è rimasto senza un’abitazione e lo sarà ancora per molto tempo. Quello che è accaduto per il palazzo di Largo Franchellucci poteva accadere ad altre palazzine e coinvolgere altre famiglie. Noi, cittadini di Colli Aniene, non permetteremo che il silenzio cali su questa vicenda. Dobbiamo trasmettere una concreta solidarietà ai residenti dello stabile bruciato e inviare alle istituzioni un messaggio di collaborazione ma, soprattutto, di attenzione al problema.
Ricordiamo che da oggi 7 luglio, scadrà il periodo dell’accoglienza negli alberghi a carico degli enti pubblici demandati (prorogato dalla Protezione Civile per altre due settimane). Quindi è indispensabile trovare delle soluzioni alternative e concrete. Una comunità di quasi cento persone, tra le quali molti anziani con ridotte disponibilità economiche, si troveranno ad affrontare un problema più grande di loro…dopo il danno anche la beffa.
Intanto nella palazzina non c’è più la sorveglianza da parte della pubblica sicurezza e la sorveglianza privata è una spesa troppo alta da sostenere (circa 20.000 euro al mese). Nel frattempo, nelle scale bruciate sono stati rubati tutti i pomelli delle porte. Probabilmente si tratta di un’inezia in confronto a quello che potrà accadere senza un’adeguata sorveglianza. Ma anche nel resto del palazzone, dove i danni sono stati meno gravi, ci sono disagi avvertiti sempre per motivi di sicurezza: le impalcature tuttora montate costringono i residenti a tenere le finestre chiuse con questo caldo asfissiante.
Ora, i residenti stanno valutando la possibilità di inserire un allarme all’interno dei portoni delle scale inagibili che potrà essere alimentato con l’energia elettrica proveniente da altre scale. Anche questo avrà un costo che alcune famiglie non sono in grado di sostenere.
Ma la sorveglianza e i dispositivi di allarme sono indispensabili perché, sommando i tempi occorrenti alla Magistratura per terminare le indagini e quelli occorrenti per la sistemazione delle parti comuni nonché dei singoli appartamenti, molte persone non potranno rientrare in casa prima di 18/24 mesi. Un tempo molto lungo a disposizione della criminalità per entrare negli appartamenti deserti rischiando poco o nulla.
E questo dei tempi lunghi è un ulteriore motivo affinché coloro che amministrano questa città forniscano a tutte le persone danneggiate dall’incendio una soluzione abitativa che copra tutto il periodo fino alla restituzione degli alloggi.
Un altro elemento che si sta sottovalutando è la questione psicologica per chi sta affrontando queste peripezie. Pensate a come possa sentirsi una persona che all’improvviso si ritrova “sfollata” e non ha una visione chiara del suo futuro. Rabbia, delusione, disperazione e angoscia ma NON PERMETTEREMO che a tutto questo si aggiunga anche l’INDIFFERENZA.