

Sono iniziate lunedì 24 febbraio le udienze del procedimento con cui i giudici del Tribunale civile di Roma si dovranno esprimere in merito al referendum sulla ZTL di Roma, che ad ottobre era stato ritenuto inammissibile da parte del Comune.
Nell’autunno 2024, infatti, era stato presentato un referendum consultivo dal comitato “No Ztl Fascia Verde Roma” che però la Commissione consultiva del Comune di Roma aveva dichiarato inammissibile. Il Campidoglio aveva bocciato il quesito consultivo, ritenendo le materie di inquinamento e salute di competenza anche di enti esterni a Roma Capitale, e quindi non di competenza esclusiva del Campidoglio. A seguito della bocciatura, il Comitato si era quindi rivolto al Tribunale civile di Roma, che lunedì 24 ha appunto tenuto la prima udienza del procedimento.
Tra le motivazioni del Comitato in sede di richiesta al Tribunale, il fatto che l’attuazione del provvedimento – inizialmente previsto dal 1° novembre 2024 e poi slittato di un anno per l’intervento della Regione Lazio – vieterebbe la circolazione a un numero di veicoli che oscilla tra i 600 mila ed i 750 mila a una vasta platea di cittadini che sarebbero costretti a sostituire i propri veicoli con auto ibride o con auto a motore termico di nuova produzione.
L’attivazione dei varchi elettronici tramite telecamere, prevista nella primavera 2025, consentirebbe immediatamente al Comune il controllo del rispetto dei limiti vigenti, in base ai quali già ora i veicoli a benzina euro 0,1 e 2, nonché i diesel fino ad euro 3, non potrebbero circolare (rispetto del divieto che, in assenza di telecamere, è ovviamente di difficile controllo). Inoltre, a seguito della proroga della Regione, dal 1° novembre scatterà il divieto anche per le auto a benzina euro 3 e quelle a diesel euro 4.
La paura del Comitato promotore, quindi, è che nel momento in cui ci sarà un pronunciamento da parte dei giudici, che è previsto per ottobre 2025 – indipendentemente dall’esito – le nuove regole di rispetto della ZTL siano ormai già attive da tempo, costringendo di fatto tutti i proprietari di veicoli “vietati” a sostituire i propri mezzi.
Andrea Bernaudo, membro del Comitato promotore e presidente del movimento politico Liberisti italiani, a margine della prima udienza ha comunicato in una nota: “La prossima udienza e la decisione sono previste per ottobre. Ci auguriamo che il Tribunale tuteli il diritto di partecipazione democratica dei cittadini ed annulli la delibera liberticida della commissione comunale.
Una commissione, occorre sottolinearlo, nominata all’unisono dai partiti del centro destra e del centro sinistra – della quale hanno fatto parte due componenti che oggi siedono alla Corte costituzionale.
Il che dimostra che quando si tratta di tappare la bocca ai cittadini su temi scomodi, il potere si unisce e mobilita i suoi pezzi da novanta. Ma noi siamo fiduciosi che il Tribunale di Roma annulli questa decisione e dia la possibilità ai romani di pronunciarsi su un tema che impatta in modo così violento nella vita quotidiana“.
In merito ai tempi stretti, che prevedono un pronunciamento a ridosso dell’entrata in vigore del provvedimento, Bernaudo ha quindi aggiunto che “Questo è il grande problema: si ha paura di chiedere un parere ai romani visto che parliamo di un referendum consultivo. Il vero obiettivo di questa amministrazione è di togliere dalle strade 750 mila auto delle persone meno abbienti della città“.
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