Roberta Agostini: “Ecco perché mi candido con Sinistra Civica Ecologista”

"Comunicazione Elettorale" di Roberta Agostini, Capolista Sinistra Civica Ecologista, Candidata al Consiglio Comunale - 14 Settembre 2021

Mi candido con Sinistra Civica Ecologista convinta che Roma abbia bisogno di una vera grande rivoluzione. Una rivoluzione che abbiamo osato chiamare “d’ottobre”, non solo perché è a ottobre che si terranno le elezioni, ma perché crediamo fermamente nella necessità di un cambiamento radicale e siamo intenzionati a impegnarci concretamente per metterlo in atto.

Roma è la città dove sono cresciuta, dove mi sono laureata in filosofia, dove vivo con mio marito e mio figlio.

Vivo la politica come passione, partecipazione e impegno concreto. Una passione che mi ha sempre vista schierata a sinistra, un impegno che è partito da Roma e che a Roma si è consolidato in questi anni di militanza.

Sono stata consigliera provinciale e parlamentare nella XVII legislatura; sono nella segreteria nazionale Articolo Uno-Mdp e coordino il Forum delle donne, impegnandomi da sempre per la libertà e i diritti delle donne.

Credo fortemente che la rivoluzione di cui Roma ha bisogno debba guardare al cambiamento con gli occhi delle persone.

Il lavoro e le politiche sociali sono temi che mi stanno particolarmente a cuore, temi urgenti e interconnessi.

La pandemia ha colpito duramente la nostra area metropolitana e la crisi si è abbattuta su una struttura economica pre-esistente già fragile, basata prevalentemente su terziario e servizi, che ha visto peggiorare ulteriormente la propria condizione.

Una fascia sempre più ampia di persone ha perso il lavoro o, pur mantenendolo, percepisce un reddito al di sotto della soglia di povertà.

L’emergenza a Roma ha colpito settori particolarmente rilevanti nella composizione della forza lavoro come il turismo, il commercio, i servizi, le piccole realtà di prossimità, lo spettacolo e rami specifici dei trasporti. E a subirne le conseguenze sono stati principalmente i giovani e le donne, accentuando così le gravi disuguaglianze generazionali e di genere presenti nel tessuto sociale.

Dar Ciriola

Guardare al cambiamento da un punto di vista femminista

È necessario guardare al cambiamento da un punto di vista femminista, con uno sguardo consapevole e lungimirante, che trasformi i ruoli storicamente consolidati, che rilanci politiche concrete per riequilibrare il carico del lavoro di cura, che grava ancora troppo sulle spalle delle donne, potenziando i servizi pubblici per l’infanzia. E che affronti in maniera strategica il dramma della violenza contro le donne, in primo luogo ampliando la rete dei centri  antiviolenza che vorremmo presenti in ogni municipio.

Noi crediamo che dignità del lavoro voglia dire non solo diritto al lavoro ma alla qualità del lavoro: creando opportunità per contrastare la precarietà e la proliferazione di lavori saltuari; contrastando la delocalizzazione delle attività produttive in aree di sottocosto; internalizzando le attività cedute a privati; difendendo e valorizzando opportunità nuove come lo smart-working e la settimana breve; garantendo i diritti fondamentali come quello alla maternità, alla malattia, alle ferie.

Attuare la Legge 328/2000: welfare come rete di assistenza

Si tratta di attuare concretamente quelle politiche sociali previste dalla 328/2000, la legge sul sistema integrato di interventi e servizi sociali di cui proprio lo scorso anno è ricorso il ventennale, una legge spesso ridotta, anche nella nostra Capitale, a politiche di bonus e trasferimenti. Occorre invece recuperare il suo spirito originario improntato su un’idea di welfare come rete di assistenza, che sappia farsi carico di tutte le forme di disagio, senza lasciare indietro nessuno. La cura deve andare incontro alle fragilità. Il covid19 ha evidenziato le carenze dei servizi per i bambini, per gli anziani non autosufficienti, per le persone con disabilità e a rischio di esclusione. Bisogna puntare sulla medicina territoriale; costruire un’integrazione reale tra servizi sociali e sanitari, tra il pubblico e il mondo del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione e del terzo settore; investendo su politiche che non riguardino solo la sfera degli individui, ma si occupino di curare l’ambiente, bonificare i territori, migliorare i servizi.

Curiamo i giardini, i parchi e le piazze, difendiamo la scuola pubblica, la casa per tutti. La città è il luogo della democrazia e dell’inclusione: le associazioni, i movimenti civili e culturali devono essere ascoltati e coinvolti nelle politiche.

Facciamo una rivoluzione perché Roma diventi davvero una grande capitale europea rivendicando il suo ruolo decisivo nel costruire il proprio futuro anche attraverso il Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa. I comuni, a partire dalla capitale, sono soggetti decisivi per definire la destinazione e la ripartizione delle risorse a livello  territoriale. E anche per questo l’interlocuzione con il governo centrale dovrà essere costante.

Roberta Agostini, Capolista Sinistra Civica Ecologista, Candidata al Consiglio Comunale


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