“Salviamo i Beagle”: Formello si accende contro la sperimentazione animale

Oggi, il Tar del Lazio è chiamato a pronunciarsi su una decisione che potrebbe cambiare il destino di questi animali

Due blitz notturni hanno rotto il silenzio alle porte di Roma, trasformando la Cassia in un palcoscenico di protesta e denuncia.

È stata una domenica sera (quella appena trascorsa) di tensione e determinazione: alle 21, un gruppo di attivisti del movimento Stop Plastica ha srotolato uno striscione con la scritta “Salviamo i Beagle”, mentre fumogeni rossi e verdi illuminavano il ponte della Cassia Bis a Formello.

Pochi minuti dopo, una seconda azione ha avuto luogo sulla Cassia, dentro la città di Roma, con gli stessi slogan e lo stesso messaggio chiaro: fermare la sperimentazione su 1.600 beagle destinati ai laboratori.

Una sentenza cruciale in arrivo

Oggi, il Tar del Lazio è chiamato a pronunciarsi su una decisione che potrebbe cambiare il destino di questi animali. Aptuit, la società al centro della controversia, è in attesa di un verdetto che potrebbe autorizzare la ripresa degli esperimenti clinici e tossicologici. Se il tribunale darà il via libera, i cani – attualmente ospitati in un allevamento in Francia – saranno trasferiti in Italia per essere sottoposti a test invasivi.

Secondo le associazioni animaliste, questi test mirano a valutare la soglia di sopportazione fisica e comportamentale degli animali, esponendoli a sofferenze indescrivibili. I beagle, scelti per la loro natura docile e per l’elevata soglia del dolore, rischiano di diventare vittime di una pratica che gli attivisti definiscono “obsoleta e crudele”.

La mobilitazione cresce: in strada contro la vivisezione

La protesta notturna è solo l’inizio. Oggi, in via Flaminia, si terrà una manifestazione ufficiale che vedrà in prima linea il Partito Animalista Europeo, insieme a Animalisti Italiani, Centopercentoanimalisti e altre realtà impegnate nella difesa dei diritti degli animali.

La battaglia ha radici profonde. Dal 2021, le denunce di numerose associazioni hanno portato a indagini e inchieste sui metodi utilizzati nei laboratori di Aptuit. Il Tar, in risposta a queste pressioni, ha sospeso le autorizzazioni dell’azienda per sei mesi, bloccando temporaneamente la sperimentazione. Ma ora il rischio di un ritorno ai test è più concreto che mai.

Un sistema crudele e superato?

Gli attivisti non usano mezzi termini: “La sperimentazione animale è inutile e barbara”, si legge nella nota ufficiale di Stop Plastica. Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani, rincara la dose:

Non possiamo accettare che centinaia di cani vengano torturati in nome di una falsa scienza. Esistono metodi alternativi, più efficaci e privi di crudeltà”.

Le associazioni sostengono infatti che ci siano strumenti scientifici più avanzati – come i modelli in vitro e le simulazioni digitali – che permetterebbero di ottenere risultati più affidabili senza ricorrere alla sofferenza di esseri viventi.

Un verdetto che farà storia

L’udienza di oggi non è solo una questione giuridica: è un banco di prova per il futuro della ricerca scientifica e dei diritti animali in Italia.

Una sentenza favorevole ad Aptuit potrebbe aprire la strada a nuove autorizzazioni per laboratori di vivisezione, rilanciando una pratica che molti pensavano superata.

Nel frattempo, le strade di Roma continuano a risuonare con un messaggio semplice ma potente: “Salviamo i Beagle”. Per gli attivisti, questa battaglia non si fermerà fino a quando l’ultimo cane non sarà al sicuro.


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