Strade killer e zero risposte: i cittadini si rivolgono al sindaco

Il presidente del Municipio VI, Nicola Franco, ha annunciato un piano di interventi: 60 strade, 50 km di lavori, nuovi marciapiedi, attraversamenti rialzati

A Roma Est, c’è una strada dove il tempo si è fermato. Si chiama via del Fosso dell’Osa. Ma per chi ci vive, ha un altro nome: la trappola d’asfalto.

Qui, le buche non si contano più, la segnaletica è un ricordo lontano, e i marciapiedi… semplicemente non esistono. Ogni curva può essere l’ultima.

Lo sanno bene i residenti del Villaggio Prenestino, che da anni combattono una battaglia silenziosa contro l’abbandono.

Ora però quella rabbia si è trasformata in un grido d’aiuto accorato, rivolto direttamente al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Una lettera formale, inviata al Capo di Gabinetto del Campidoglio, ma che suona come un urlo strozzato: “Non possiamo più aspettare. Non possiamo più rischiare di morire per tornare a casa”.

Quella maledetta strada

Non è la prima volta che si parla di via del Fosso dell’Osa. Anzi, il sangue ha già macchiato quell’asfalto troppe volte. Nel gennaio 2024, una tragedia: due morti e quattro feriti in un solo incidente.

Pochi giorni dopo, un altro schianto, due ragazzi in scooter scaraventati a terra. E ancora: una Smart ribaltata, una Ford Fiesta accartocciata. Fortuna, solo fortuna, se in quel caso non si sono aggiunti altri nomi alla lista delle vittime.

Ma la memoria collettiva del quartiere si stringe attorno a un’unica, drammatica notte: 6 luglio 2014. Quattro giovani – Andrea Di Luzio, Jacopo Tenaglia, Alessio Galvanio, Emanuele Boccuzzi – persero la vita in un tragico incidente. Avevano tra i 16 e i 22 anni. Tutti morti, ancora una volta, sulla stessa strada.

Il quartiere dimenticato

Nel mirino dei cittadini non c’è solo via del Fosso dell’Osa. Tutto il quartiere appare bloccato in un limbo di incuria: “Non c’è segnaletica orizzontale, i cartelli sono inghiottiti dalla vegetazione, non ci sono attraversamenti pedonali. È come vivere in una giungla urbana”, si legge nella denuncia inviata al Comune.

Due sopralluoghi, due commissioni ai Lavori Pubblici si sono svolte sul posto. “Tutti hanno visto. Ma nessuno ha fatto nulla”. Solo qualche rattoppo, “sporadico e inutile”. Intanto le strade crollano a pezzi, come la fiducia dei residenti.

Il Municipio risponde

Quasi in contemporanea con la lettera del Comitato di quartiere, il presidente del Municipio VI, Nicola Franco, ha annunciato un piano di interventi: 60 strade, 50 km di lavori, nuovi marciapiedi, attraversamenti rialzati.

E tra le arterie da sistemare ci sarebbe anche via del Fosso dell’Osa. Ma il condizionale, si sa, è la lingua dell’attesa infinita.

Nel quartiere non si fidano. “Non è chiaro cosa sarà fatto, né quando. Parlano di attraversamenti rialzati, ma su strade sventrate e senza marciapiedi: che senso ha?”.

“Non possiamo più aspettare”

Per questo la lettera al sindaco è diventata l’unica strada. L’ultimo tentativo prima che accada l’irreparabile, di nuovo. “Chiediamo un chiarimento ufficiale. Chiediamo che qualcuno si assuma la responsabilità di questa vergogna. Chiediamo di vivere in sicurezza, come ogni cittadino di questa città dovrebbe poter fare”.

Le parole pesano. Ma ancor più pesano gli anni di silenzio, le promesse mancate, le vite spezzate. E adesso, Roma non può più voltarsi dall’altra parte.


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