#Socialcom2016, la comunicazione ai tempi dei social
Il 31 maggio alla Camera dei Deputati esponenti della politica, giornalisti ed aziende hanno discusso sul ruolo della rete nel presente e nel futuro‘La comunicazione ai tempi dei social’. Alla Camera dei Deputati, martedì 31 maggio, è andato in scena #Socialcom2016, l’evento che ha visto protagonisti esponenti della politica, giornalisti ed aziende discutere sul ruolo della rete nel presente e nel futuro in Italia.
Il consenso sul web
Il primo panel è stato dedicato al consenso sul web, con Facebook e Twitter che nel corso degli anni sono diventate le piattaforme più utilizzate dai politici per esprimere e diffondere le proprie idee.
Per il Sottosegretario di stato al Ministero della Giustizia Gennaro Migliore la costruzione del consenso sui social da parte degli esponenti politici ha un valore relativo poiché riservata ‘alla platea di fedelissimi, ai nemici, alla stretta cerchia dei giornalisti e chi lavora nel settore, mentre si dovrebbe discutere sull’autorevolezza delle fonti eliminando i troll da Twitter’.
(Un troll è un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l’obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi. Da Wikipedia)
Poi è stato il turno di Antonio Palmieri, responsabile digitale e comunicazione elettorale di Forza Italia, il quale non vede una differenza tra reale e virtuale.
‘La realtà viene prima della comunicazione e affinché – prosegue Palmieri – l’informazione possa sopravvivere è necessario far comunità, dividersi in nicchie e fare notizie di qualità’.
Dalla politica si è poi passati all’analisi del mondo dell’informazione con Peter Gomez, direttore del Fattoquotidiano.it; Alessandra Ravetta, Prima Comunicazione; Emiliano Fittipaldi, gruppo l’Espresso; Federico Ferrazza, Wired; e Luca De Biase, Sole24ore.
La rivoluzione dei social
I social hanno cambiato radicalmente il modo di fare informazione: se da un lato offrono un’opportunità di pluralismo, un’immediatezza per la diffusione e viralità delle news, d’altro canto impongono agli editori di ricercare forme remunerative adeguate.
‘La pubblicità è l’unica forma di sostentamento per le realtà editoriali – spiega Alessandra Ravetta di Prima Comunicazione. Senza il cartaceo non potremmo sostenere la piattaforma web’.
Dello stesso avviso Peter Gomez, direttore del Fattoquotidiano.it, che racconta che per finanziare le inchieste è necessario scrivere di argomenti che sui social solleticano maggiormente il pubblico.
‘Un progetto editoriale deve generare traffico quindi si accettano compromessi. Il 38% degli accessi del Fatto.it proviene da Facebook e 28 dai motori di ricerca’.
Ed ecco spiegato perché sulle pagine Facebook di molte testate editoriali compaiono così gli articoli sui gatti o su donne svestite che catturano maggiormente l’attenzione dei lettori. A tal proposito Fittipaldi dell’Espresso ha lanciato una provocazione alla platea: ‘Se la Boschi parlasse durante una conferenza di tematiche legate al suo governo e avesse magari un vestito un po’ scollato, quale pensate possa essere l’argomento di maggiore discussione sui quotidiani e tra la gente?’.
Le bufale
Altro tema discusso è stato quello delle tante bufale presenti sul web, causate – a detta di molti – dalla stessa composizione della rete priva di una regolamentazione. Tesi non accettata da Ferrazza di Wired, che ha dichiarato come il problema delle bufale sia presente anche sui giornali cartacei che spesso diffondono informazioni non verificate senza accertarsi delle fonti.
Le aziende ed i social
Spazio anche alle aziende, che attraverso i social hanno trovato uno strumento per dialogare con i potenziali clienti e diffondere i propri contenuti. Da Samsung ad Edison, da Unipol a Sisal questi grandi gruppi hanno trovato grazie a Facebook, Twitter, Snapchat ed Istagram metodologie per far conoscere il loro prodotto ed avvicinarsi nel quotidiano agli utenti.
Gli influencer
Non meno importante nell’ambito dei social il ruolo degli influencer, ai quali è stato dedicato l’ultimo panel dell’evento, con la presenza di studiosi della comunicazione online, tra i quali Gianluca Giansante e Giancarlo Frè. ‘Secondo alcuni dati – spiega Frè – la connessione internet in Italia è tra le peggiori in Europa, con la velocità di circa 7,4 mb al secondo. E 4 imprenditori su 10 ritengono che la rete e i social non siano importanti per lo sviluppo della propria attività’.
In tal senso è fondamentale il ruolo degli influencer che, secondo Benedetto Motisi e Rudy Bandiera, ‘sono dotati di una reputazione e autorevolezza originata nella propria community e che rispecchia la vera moneta di scambio sui social’.