Sviluppo e non chiusura. Il Centro Carni in Campidoglio il 31 luglio

Continui cambi di dirigenti e poca chiarezza sul futuro della struttura. Operatori e maestranze chiedono chiarezza all’Assessore e al Consiglio comunale

Dirigenti comunali obbligati a tornare dalle ferie per accelerare il passaggio di consegne che doveva avvenire a fine luglio. Un cambio di dirigenti non legato ad una rotazione complessiva, ma che a molti è sembrato punitivo nei confronti di chi non firma quel che vuole la Giunta Raggi e i consiglieri 5 Stelle.

Così il dottor Ciminelli da direttore del Dipartimento Commercio e Centro Carni è stato mandato a dirigere una semplice Unità Organizzativa del III Municipio e il dottor Barletta dal Dipartimento patrimonio al Centro Carni, considerato una struttura di secondo piano ed in via di smantellamento.

Una girandola di quasi 20 dirigenti in 10 anni dimostra una scarsa attenzione al funzionamento e allo sviluppo di una struttura importante per la sicurezza alimentare della città.

Eppure nel 2018 la commissione di tecnici della Comunità Europea ha rilasciato il bollo CEE alla struttura, confermando che resta una tra le migliori in Europa.

Centro Carni i problemi iniziano con Alemanno

I problemi per il Centro Carni sono iniziati nel 2010, quando Alemanno, non potendo finanziare direttamente l’AMA, le ha ceduto l’intera area che è stata poi messa a garanzia per un prestito bancario di 100 milioni di euro.

Oggi l’AMA, non potendo restituire quei debiti, ha affidato ad una S.G.R. (Società di Gestione del Risparmio) di BNP Paribas l’incarico di valorizzare e vendere quell’area, magari con il progetto di Alemanno che prevedeva 2000 appartamenti e palazzi di 15 piani.

Nel 2013 il Coordinamento Popolare contro la speculazione sul Centro carni ha raccolto oltre 8.000 firme presentando in Campidoglio una Delibera di iniziativa popolare con cui si chiedeva l’annullamento della Delibera di Alemanno e il blocco di ogni speculazione edilizia sull’area.

Grazie alla mobilitazione unitaria, nel 2015 gli operatori sono riusciti a ottenere un contratto di affitto dei loro spazi per 12 anni ed hanno sempre rifiutato il trasferimento delle loro attività al Car di Guidonia, con la relativa chiusura del mattatoio comunale.

Affittare agli operatori un’area inutilizzata

In questi anni, sia il Comune di Roma che BNP Paribas, hanno sempre rifiutato di affittare agli operatori che ne hanno fatto richiesta altri 20.000 mq inutilizzati, che potrebbero portare oltre 1 milione di euro all’anno nelle casse comunali.

Gli operatori e le maestranze hanno presentato al Comune un piano di sviluppo, che prevede l’utilizzo di tutti gli spazi oggi abbandonati, il trasferimento del mercato dei fiori col consenso degli operatori, la realizzazione di impianti fotovoltaici e di un digestore per far tornare consistenti utili economici e un aumento dell’occupazione.

Anche i responsabili di BNP Paribas, che sino a poco tempo fa pensavano allo sgombero dell’area ed alla contestuale realizzazione di palazzi e uffici, si sono resi conto che questo piano per recuperare fondi di AMA non era facilmente praticabile e sembra che il direttore Ciminelli abbia sollecitato il Comune a procedere con gli affitti degli spazi vuoti visto che la stessa BNP Paribas ora non si sarebbe opposta.

L’allarme delle maestranze

Gli obiettivi dell’assessore Capparotti, però, probabilmente non sono quelli di far recuperare 1.100.000 euro alle casse comunali, ma punta a svuotare sempre più la struttura nonostante la produzione di carne sia aumentata passando dai circa 14mila capi all’anno del 2010 agli oltre 90mila del 2018.

Anche la fretta con cui si è proceduto alla sostituzione del dirigente, ha messo in allarme le maestranze, perché un passaggio così repentino, prima che il nuovo direttore abbia acquisito poteri di firma, rischia di bloccare per il mese di agosto il funzionamento e i pagamenti di fornitori e maestranze.

Gli operatori e le maestranze del Centro Carni ricordano ancora le tante promesse dei consiglieri comunali 5 Stelle che hanno fatto diversi sopralluoghi nella struttura e avevano presentato Mozioni e Delibere di iniziativa consiliare mai arrivate in aula, ma nessuna promessa è stata fino ad oggi mantenuta.

Mercoledì 31 luglio saranno quindi in Campidoglio per difendere i loro posti di lavoro e per chiedere che si torni a parlare del futuro del Centro Carni anche con un Consiglio Comunale straordinario, perché questo continuo cambio di dirigenti senza una scelta di sviluppo della struttura, non può che portare allo smantellamento di uno dei più importanti Centro Carni in Europa.

Sergio Scalia


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