Vigili protestano contro ‘rotazione’
Questa mattina 11 novembre, La Polizia municipale, si è riunita in assemblea generale, presso la sede di via della Consolazione, per protestare contro la riorganizzazione del Corpo e la decisione del comandante Raffaele Clemente di avviare una rotazione nei vari settori di controllo della Polizia municipale al fine di evitare fenomeni di corruzione.
“Non siamo dei corrotti – ha dichiarato Francesco Croce della Uil – chiediamo le dimissioni del comandante dei vigili e del sindaco Marino per aver offeso e umiliato, con queste dichiarazioni, l’onore e la professionalità del corpo della polizia locale capitolina”.
Si stima un’adesione del 95% del corpo all’assemblea di oggi. Previste le ripercussioni sul traffico. per le quali si scusa Cirilli. “Sarà, comunque garantita – conclude il sindacalista -la sala radio e le pattuglie dell’infortunistica stradale”.
A difendere l’operato del comandante associazioni e comitati. “La rotazione periodica degli incarichi per ridurre il rischio di fenomeni corruttivi a cui sono esposti i funzionari pubblici in “prima linea” negli uffici e nei territori, è una garanzia democratica, introdotta recentemente da una legge dello stato, la cosiddetta “legge anticorruzione”del 2012”. Scrivono in una nota Carteinregola e Cittadinanzattiva Lazio Onlus.
“In realtà l’idea di porre un limite temporale all’espletamento di un incarico in un medesimo contesto, viene da lontano. A Roma se ne parla almeno dal 1995, vent’anni fa, quando il sindaco Rutelli e il vicesindaco Tocci, dopo l’ennesimo scandalo, avviarono una riforma della Polizia Municipale, il cui perno era proprio la rotazione degli incarichi.
L’idea, poi naufragata miseramente, suscitò anche allora una levata di scudi di vigili e sindacati, che comportò – a leggere le cronache dell’epoca – proteste e scioperi a ripetizione. Un copione che temiamo possa ripetersi anche ora, dopo aver letto le lettere inviate dai sindacati CIGIL CISL e UIL al Sindaco e al Procuratore Pignatone in cui si accusa il comandante di procurare “un danno di immagine irreversibile” alla categoria.
Noi riteniamo invece che il danno sia quello procurato al bene pubblico da interessi corporativi e ingiustificati ed esprimono il massimo sostegno al Piano Anticorruzione, riservandosi di organizzare, se sarà necessario, contro-mobilitazioni dei cittadini e della realtà territoriali a difesa delle regole, della legalità e del bene pubblico”.
Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙