A pranzo con Sergio Gotti, un artista moderno d’altri tempi

All’Osteria il Medioevo della famiglia Delicati-Pistolesi, in via Stamperia 3, Velletri
Henos Palmisano - 12 Febbraio 2023

Sergio Gotti

“Devi conoscere un grande artista che vive a Velletri”, così, Enrico Cappelli, volle presentarmi Sergio, nel giugno del 2022 al teatro degli Eroi, durante la rassegna teatrale “Quinta di Cuori”, organizzata dalla UILT (Unione Italiana Libero Teatro) LAZIO. A Velletri opera anche la Compagnia di Gennaro Duccilli “Teatro della luce e dell’Ombra”

Una bella mattina di ottobre, libero da mille incombenze, mi decido ad andare a Velletri, dove vive e lavora Sergio Gotti, scenografo, scultore, pittore, un artista appassionato di teatro sin dalla più tenera infanzia.

L’atelier di Gotti si trova in una viuzza silenziosa; attraversando la porta a vetri si accede direttamente in un delizioso teatrino pieno zeppo di sculture “strane” e di una mirabolante scenografia.

Enrico Cappelli e Sergio Gotti

Mi fa accomodare nell’adiacente laboratorio, dove ad attendermi c’è già Enrico, così è facile fare amicizia circondato da sculture favolose, nel vero senso della parola: sono entrato nel bel mezzo di una favola di Michael Ende.

“…sto preparando un labirinto di oltre 100 metri quadri, omaggio al grande scrittore tedesco, che ha soggiornato per molti anni nei Castelli Romani”, la passione di Sergio Gotti è tangibile, “…utilizzo il cartone perché mi permette di realizzare opere enormi , ma leggere, smontabili e facilmente trasportabili…a volte utilizzo il polistirene come base isolante…gli strumenti di lavoro sono il taglierino e varie tipologie di seghetti, così partendo dalla bidimensionalità del foglio di cartone, strato su strato, l’opera acquista la sua tridimensionalità… la scelta di un materiale così povero è dettata non solo da una scelta pratica, ma anche da esigenze ecologiste: con il mio lavoro mi sembra di ridare vita all’albero dal quale deriva il cartone che utilizzo”. Il monito di Sergio sul rispetto della natura è molto forte, ci ridiamo un appuntamento, ma questa volta in un tipico ristorante veliterno.

Sergio Gotti mentre sta montando una scenografia

Dar Ciriola

L’Osteria il Medioevo

La scelta del locale, in una tiepida giornata di gennaio 2023, viene presa da Enrico e Sergio all’unisono: l’Osteria il Medioevo della famiglia Delicati-Pistolesi, in via Stamperia 3, Velletri.

da sn a dx, Tonino, Rita, Marco e Sergio

Carciofo alla matticella“La trattoria in origine era la classica fraschetta dei castelli, dove i miei nonni Guido e Candida Pistolesi vendevano il vino e preparavano i panini imbottiti di bollito o di trippa per i contadini, che rientravano all’ora di pranzo, dopo essere andati a lavorare in campagna” – il racconto di come sia nata l’Osteria me lo fa Marco, nipote di Guido e Candida Pistolesi, i fondatori- “…i miei genitori, Tonino Delicati e Rita Pistolesi, sono subentrati nella gestione dell’osteria trasformandola negli anni novanta in una trattoria”.

Baccalà alla cacciatora

“Mio nonno Guido nel 1945 era in Romania, finita la guerra tornò a Velletri a piedi, ci mise un anno per tornare a casa, che era stata bombardata nel 1944, ma non si perse d’animo e la ricostruì totalmente, mettendo al pian terreno una rivendita di vino e panini ”, il racconto di Marco è così appassionato e ben descritto nei particolari, che mi sembra di averli vissuti anch’io quei momenti tragici di una folle guerra che provocò milioni di morti e danni irreparabili, amara lezione che l’umanità sembra di non aver ancora imparato.

Cavolo nero e baccalà

“Cosa ci hai preparato oggi”, è Enrico a rompere il ghiaccio, così Marco ci delizia con varie tentazioni gastronomiche: io mi decido per la zuppa di cavoli neri e baccalà, i miei amici buongustai per le classiche pasta e fagioli e polenta con salsicce e spuntature.

Cari enogastronomi di Abitare a Roma, finalmente una trattoria de ‘na vorta, che è rimasta fedele alle proprie tradizioni, non lasciandosi fuorviare dalle effimere mode culinarie; tutte e tre le pietanze sono andate oltre le mie aspettative.

Ovviamente come critico ho dovuto affondare la forchetta anche nei piatti dei miei malcapitati amici); difficile dire quale fosse la migliore, per cui vi consiglio: provatele tutte e tre, oppure andateci più volte.

Baccalà in guazzetto

“Il nostri piatti più richiesti sono gli spaghetti alla velletrana e il baccalà in guazzetto”, Marco ha deciso di farmi venire l’acquolina in bocca, “…ma il baccalà in guazzetto va prenotato perché ha bisogno di una lunga preparazione”.

In effetti il baccalà utilizzato da Tonino e Rita è straordinario sia come primo piatto (come nella mia ordinazione), che come secondo e cioè alla cacciatora: si fa rosolare un bel filetto in olio evo con aglio e rosmarino, quindi si fa sfumare in vino bianco e poi in aceto, il risultato vi lascerà talmente soddisfatti che vi verrà la voglia di dire: “ma perché nun ce so’ venuto prima?”.

Marco vive tra l’Italia e L’Argentina, conosce aneddoti e storie (insegna storia nella città di Gualeguay), conduce su “Radio Gualeguay” una rubrica radiofonica argentina “De origen italiano”, ma, per fortuna dei buongustai, non vuole abbandonare la grande tradizione culinaria dei nonni e dei genitori.

 

Henos Palmisano


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