A Roma, un fondo olandese si aggiudica 9 sale cinema per 42 milioni di euro

Da Italia Nostra perplessità: "Siamo preoccupati per questo cambiamento radicale del tessuto culturale cittadino"

Un pezzo di Roma cambia volto. Nove cinema storici della capitale e provincia, un tempo parte del patrimonio immobiliare della Eleven Finance di Massimo Ferrero, passano di mano.

Tra questi, l’Adriano, unica sala ancora attiva, situata nella centrale Piazza Cavour, è stata ceduta tramite asta giudiziaria.

Dalla Sampdoria ai Cinema: 

Il nome di Massimo Ferrero, imprenditore romano ed ex patron della Sampdoria, legato alle cronache per le varie vicende di difficoltà finanziarie che lo ha visto perdere pezzi del suo impero.

Già nel 2020, in seguito a un concordato fallimentare, il tribunale aveva disposto la vendita di tre cinema: Adriano, Ambassade e Atlantic. A quattro anni di distanza, l’asta ha finalmente trovato un acquirente.

Un fondo Olandese e un investimento da 42 milioni di euro

Con un’offerta di 42 milioni di euro, ben 10 milioni oltre la base d’asta, un fondo olandese – la cui identità resta avvolta nel mistero – si è aggiudicato nove sale e due società cinematografiche.

Oltre all’Adriano, nel pacchetto sono finite strutture iconiche come l’Empire di viale Regina Margherita, l’Excelsior a Mostacciano, il Reale e il Roma a Trastevere, il Royal all’Esquilino e il Virgilio a Bracciano.ù

Cultura in Stand-by: 

Nonostante il cambio di proprietà, il futuro di molte di queste sale appare incerto. Ad eccezione dell’Adriano, tutte le altre strutture sono chiuse da anni.

Il Virgilio, ad esempio, ha spento le luci nel 2023, mentre altre, come l’Empire e il Reale, attendono un destino che potrebbe non coincidere con la loro originaria vocazione culturale.

Le preoccupazioni non mancano. Come sottolineato dal Corriere della Sera, l’associazione Italia Nostra Roma ha espresso forte apprensione per il cambiamento in atto:

Siamo preoccupati per questo cambiamento radicale del tessuto culturale cittadino. Da anni sollecitiamo il ministero dei Beni culturali affinché ponga un vincolo architettonico su edifici di valore come Africa, Embassy e Maestoso. Ma tutto tace.”

Un rilancio o un addio alla cultura cinematografica?

L’ingresso del fondo olandese potrebbe rappresentare un’opportunità per rilanciare queste storiche sale, riportando il grande schermo al centro della vita culturale romana.

Tuttavia, il timore che possano essere convertite in altro – strutture commerciali o residenziali – resta forte. Roma si trova, ancora una volta, a un bivio: conservare la sua anima culturale o cedere alle logiche speculative.

Intanto, l’Adriano resta l’unico baluardo di un passato glorioso che, forse, potrà risorgere. O dissolversi definitivamente.


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6 commenti su “A Roma, un fondo olandese si aggiudica 9 sale cinema per 42 milioni di euro

  1. Apprendo, da romano con grande dispiacere, dell’ acquisto da parte di un gruppo olandese, del Teatro-cinema Adriano. Il Massimo Ferrero Cinemas Group ha fallito, e il Tribunale di Roma ha messo in vendita all’ asta, questo ed altre otto sale, solo che l’Adriano è, anzi era, un teatro-edificio storico, edificato a fine ‘800 su progetto dell’ Arch. Luigi Rolland, autore di altri immobili prestigiosi pubblici, a Roma e in Belgio. Mi domando come Massimo Ferrero, chiamato er viperetta, abbia potuto trasformare l’ interno del teatro, in tante piccole salette di proiezione, ma posso immaginare le mazzette profuse nei diversi Uffici, comunali e ministeriali, per realizzare il suo scempio commerciale. A proposito di Comume di Roma, non poteva questo, intervenire con priorità d’ acquisto, e salvare il teatro da chissà quale futuro? ma realizzarne teatri di posa, gallerie d’ Arte, biblioteche, laboratori creativi, sale conferenze…Mio zio Giovanni Amati acquistò nell’ immediato dopoguerra il teatro di piazza Cavour, tutto l’edificio, da via Cicerone a via Giuseppe Gioacchino Belli, e il palazzo d’ angolo, sede dei suoi uffici amministrativi. Lui non aveva toccato un solo palchetto o stucco al suo interno, lasciando intatta la grande sala, palco, proscenio, platea e galleria, fin su per quattro piani. Aveva solo rinnovato tutte le poltrone, duemiladuecento posti, sedute e tendaggi, mantenendo finanche le porte dei singoli palchetti nelle balconate. L’ Adriano era il suo grande orgoglio, quello di un uomo del popolo romano, già produttore con la FIDA Cinematografica, poi socio di Goffredo Lombardo in Titanus. Restaurò l’ Ambra Jovinelli, danneggiato dai bombardamenti di san Lorenzo, che gestì poi per trent’anni, costruì il Teatro Vittoria, poi dono di nozze a mia cugina. Era suo il cinema Alce, quello degli esordi, venduto poi da mia zia a Ileana Ghione nel ’85, sede dell’ attuale teatro. Diventò il primo proprietario-esercente privato d’ Europa con più di quarantacinque sale a Roma. Morì nel 78, e il Circuito Amati fu smembrato e venduto nel 1986 alla Società Acquamarcia dei f. lli Caltagirone, poi in parte a Vittorio Cecchi Gori. Dopo dal fallimento societario di questo, fu acquistato in parte da un’ altro fallito, appunto Massimo Ferrero, colui che, collusioni in ambienti romani, ha rovinato un’ importante teatro quale “il nostro” Adriano, per poi oggi farlo acquistare miseramente, dopo quattro anni di tentativi in asta fallimentare, agli olandesi. Perchè il Comune di Roma, Ministero Beni Culturali, Ministero Cultura e Spettacolo, come si chiamano questi contenitori d’ imbecilli, perchè non sono intervenuti a bloccare la vendita dell’ Adriano, e chissene frega delle altre sale. Sul cinema America, sempre del nostro ex circuito, dopo lunga battaglia tra i ragazzi occupanti e grazie al fervore dei trasteverini, il tessutaio romano del ghetto che lo aveva sfilato al fallimento Cecchi Gori, si è visto vivaDio bocciare il progetto di riconversione d’uso. Anche la sala Troisi, che si chiamava cinema Induno, era gestione Amati. e per fortuna oggi spazio di alta qualità cinematografica. Anche mia cugina Vittoria, ha perso, sempre viva Dio, la battaglia per vendere il Teatro di Testaccio, con progetto di riconversione d’uso, contro la Compagnia di Attori e Tecnici, perchè ritenuto giustamente luogo di interesse pubblico e culturale. Ecco questa è la Roma degli inciuci, e dei ministeri che mangiano palate di soldi, sindaci inadeguati, funzionari corrotti, e piccoli impresari falliti💢

  2. I fondi immobiliari e i trust sono il nuovo modo di esterovestizione legale di beni. La preoccupazione è di chi non conosce questi modi di trasferimento di beni e società anonime.

  3. In verità è che il cinema italiano fa c****e, tempestato di artisti sinistroidi incalliti con la convinzione di capire solamente loro che li ha e ci ha portato alla rovina. Questa è l’Italia, ma anche l’Europa socialdemocratica, che non ha più idee ma continua nella cieca convinzione di annullare il libero pensiero. Comunque ritengo che oramai Roma non meriti di essere più la capitale di Italia e sarebbe opportuno spostarla a Reggio Calabria.

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