Croce Rossa: insostenibile la cogestione del presidio di via del Frantoio con il Comune

ra un mese dovrebbe chiudere ma non si hanno ancora notizie certe
Redazione - 1 Dicembre 2016

Molto dure le parole di De Acutis, il responsabile del presidio umanitario di via del Frantoio cogestito da Croce Rossa Italiana e Comune di Roma, una struttura che dal 1 gennaio ad oggi ha ospitato 1700 persone per la maggior parte in transito.

profughiIl 31 dicembre 2016 scadrà la convenzione e l’assessora Baldassarre ancora non ha dato notizie certe sul destino del presidio. Che fine faranno i suoi attuali 95 ospiti se il centro verrà chiuso definitivamente tra un mese? “Noi oggi vogliamo un’assunzione di responsabilità da parte della politica – sottolinea il responsabile – l’amministrazione capitolina deve dire se vuole dare accoglienza alle persone escluse dai circuiti formali. Se vuole farlo ci deve dire in che modo, dove e a chi vuole affidarne la gestione”. Non è infatti possibile che “si vada avanti solo con continui sgomberi che distolgono le forze dell’ordine da quelli che sono i loro doveri e le obbligano ad andare a fare interventi contro delle persone che non chiedono altro che un letto e un pasto caldo. Inoltre, in questo modo si sta obbligando anche il volontariato a stare su strada.”

L’edificio sottratto alla mala gestione delle cooperative legate all’inchiesta di Mafia Capitale attraverso un cofinanziamento al 49% della Croce Rossa e al 51% del Comune di Roma al momento accoglie tutti quei casi fortemente vulnerabili escluse dai circuiti formali per mancanza di posti. Nonostante la prospettata collaborazione tra governo capitolino e Croce Rossa, il responsabile di Cri denuncia un forte assenteismo dell’assessora che continua a negarsi: “A oggi leggiamo della posizione dell’assessora solo da quanto dichiara su Facebook o sui giornali, parla di progetti misteriosi di cui nessuno sa niente, e si nega a noi.  Aveva detto che avrebbe risolto la situazione del Baobab entro ferragosto, ci ha coinvolto per un mese e mezzo in continue riunioni, dopodiché si è eclissata”.

Diverse associazioni sono intervenute in questo senso: hanno preso posizione Amnesty International, Medici Senza Frontiere e Medici per i Diritti Umani (il cui presidio umanitario a Tiburtina è stato sgomberato la scorsa settimana). L’associazione A Buon Diritto così si esprime: “L’assenza di qualunque iniziativa da parte del Comune di Roma sul fronte all’accoglienza è ormai insostenibile. Da tempo segnaliamo che le strutture presenti non sono sufficienti a rispondere in maniera idonea alle esigenze del territorio, e siamo certi che la situazione peggiorerà con la possibile chiusura del presidio umanitario di Via del Frantoio a Tiburtina, gestito dalla Croce Rossa. […] Chiediamo dunque all’amministrazione comunale di farsi carico della problematica che non riguarda solo i migranti da accogliere ma la cittadinanza intera”. Assicurare “un’accoglienza degna a donne uomini e bambini che oggi dormono all’addiaccio nella città di Roma” è infatti urgente, conferma la portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, Carlotta Sami.

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