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Elezioni politiche del 25 settembre 2022 come si vota 

Ed ecco quali sono i criteri di assegnazione dei seggi

Il 21 luglio 2022 il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni e, a seguito di colloqui esplorativi avuti con i vari rappresentanti istituzionali, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – nell’impossibilità di conferire un nuovo incarico – si è trovato a dover sciogliere anticipatamente le Camere e ad indire nuove elezioni – per la prima volta nel mese di settembre – con una campagna elettorale iniziata quindi nel pieno delle vacanze degli italiani.

Si vota solo il 25 settembre 2022, dalle 7 alle 23

Nella sola giornata di domenica 25 settembre, quindi, saremo chiamati a votare per il rinnovamento dei due rami del Parlamento: la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica. 

Ma quali saranno le novità rispetto al passato? 

In questo articolo cercheremo di spiegare tutto ciò che c’è da sapere in merito a questa tornata elettorale, in particolare entrando nel merito di tutte le novità rispetto alle precedenti elezioni nazionali. 

Innanzitutto partiamo dalla grande novità dettata dalle modifiche costituzionali, approvate in via definitiva dal parlamento l’8 ottobre 2019 e ratificate dai cittadini italiani tramite referendum costituzionale il 20 e 21 settembre 2020, ossia la diminuzione del numero complessivo dei parlamentari. 

Questa riforma ha ridotto il numero dei parlamentari per ognuno dei due rami del Parlamento, portando i deputati da 630 a 400 ed i senatori da 315 a 200. 

L’altra grande novità costituzionale è costituita dall’abbassamento dell’età per poter votare per il Senato, portandola a 18 anni e quindi uniformandola a quella già prevista per la Camera dei Deputati.

Come si formerà il nuovo Parlamento?

Entriamo ora invece nello specifico della legge elettorale, e dei meccanismi che consentiranno la formazione del nuovo Parlamento.

La legge con cui andremo a votare, nota ai più come Rosatellum (dal nome del deputato Ettore Rosato che presentò la proposta di riforma elettorale), è un mix tra sistema maggioritario e sistema proporzionale.

Questo significa che i 3/8 (ossia il 37,5%) dei seggi di Camera e Senato (147 alla Camera e 74 al Senato) saranno assegnati col sistema maggioritario e i 5/8 rimanenti (il 62,5%) con un sistema proporzionale basato sulla presenza di cosiddetti “listini bloccati”, per i quali cioè sarà possibile esprimere il solo voto di lista e non la preferenza per il singolo candidato.

Per quanto riguarda la quota di collegi maggioritari, il sistema di attribuzione è semplice, poiché in ogni singolo collegio (e non quindi a livello nazionale) il vincitore del collegio sarà il candidato che avrà ottenuto anche un solo voto più degli altri, indipendentemente da quanti voti siano e da quale percentuale abbia raggiunto.

Per quanto riguarda la parte di voto proporzionale, (con la quale verranno eletti 245 deputati e 122 senatori) non tutti i partiti che riceveranno voti potranno eleggere deputati e senatori, poiché è presente uno sbarramento, ossia una soglia sotto la quale la percentuale presa non consente di eleggere i propri candidati. 

In realtà, per essere precisi, esistono due tipi di sbarramento, uno di coalizione ed uno di lista. Il primo prevede che tutta la coalizione, per poter eleggere i propri candidati nella parte proporzionale, debba superare il 10% complessivo dei voti (sommando tutti i voti dei partiti che compongono la coalizione), mentre la singola lista ha uno sbarramento del 3% per poter vedere eletti i candidati che ha presentato. 

Ma cosa succede ad un partito che, pur facendo parte di una coalizione che supera il 10%, non arriva al fatidico 3% necessario per superare lo sbarramento di lista? Esistono due possibilità: nel primo caso, se la lista ha ottenuto una percentuale tra l’1% e il 3%, non vedrà eletti i propri candidati, ma i suoi voti verranno ripartiti proporzionalmente sulle altre liste della coalizione che avranno superato il 3%. Nel caso in cui la lista in questione, invece, abbia ottenuto un risultato inferiore all’1%, i suoi voti non saranno riattribuiti a nessuno e non verranno conteggiati, divenendo quindi dei voti persi.

Ma come si vota praticamente?

Gli elettori riceveranno due schede, una per la Camera ed una per il Senato, che saranno esattamente identiche per quanto riguarda le modalità di voto.

Su ognuna delle due schede troveremo per ogni coalizione (o lista singola, se non alleata con altri partiti) un candidato al collegio uninominale e, accanto a ogni simbolo, una breve lista bloccata di candidati che lo sostengono. 

Prima di ricordare le diverse modalità di voto, va rammentato che alle elezioni nazionali, per effetto della legge elettorale in vigore, non è previsto assolutamente il voto disgiunto, ossia la possibilità di esprimere un voto per un candidato del collegio uninominale ed una lista di uno schieramento diverso (es. non è possibile votare un candidato uninominale del PD e mettere una croce sul Movimento 5 Stelle, poiché rappresentano due schieramenti diversi non alleati). Basta mettere una croce su un simbolo della lista o sul nome del candidato dell’uninominale collegato a quella lista. 

Qual è la differenza tra mettere una croce su un simbolo o metterla sul nome del candidato uninominale?

Partiamo dal caso più semplice, ossia il voto sul simbolo della lista. In questo caso, l’elettore sta votando al proporzionale per quel partito, ed all’uninominale per il candidato collegato a quella lista. 

Nel caso in cui invece l’elettore voglia votare per il solo candidato uninominale (mettendo quindi la croce solo sul nome dell’uninominale) ma non voglia esprimersi per una specifica lista che lo sostiene, il suo voto andrà al candidato uninominale, e poi sarà ripartito proporzionalmente tra le liste che appoggiano lo stesso nome.

Ribadiamo che, non essendo previsto il voto disgiunto (modalità invece prevista per elezioni regionali, comunali e municipali), nel caso in cui l’elettore apponga una croce su un candidato uninominale ed una su una lista non collegata ad esso, la scheda verrà automaticamente annullata.

Per finire, un accenno al sistema elettorale all’estero, cui accedono tutti i cittadini italiani residenti all’estero ed iscritti nelle specifiche liste elettorali. Tali cittadini vanno ad eleggere 12 seggi totali (8 alla Camera e 4 al Senato) utilizzando il solo sistema dei collegi plurinominali, ossia con il solo sistema proporzionale. Tali collegi sono in totale 4, e ne fanno parte i cittadini residenti in Europa (1), America meridionale (2), America settentrionale e centrale (3) e Africa, Asia, Oceania e Antartide (4).

Ricordiamo di nuovo che si vota nella sola giornata di domenica 25 settembre, dalle 7 alle 23. 

Gli elettori e le elettrici non in possesso della tessera elettorale, o che abbiano esaurito lo spazio per l’apposizione dei timbri, possono recarsi presso qualsiasi municipio o presso il Dipartimento Servizi Delegati – Ufficio Elettorale Centrale di via Petroselli 50.

Alcuni esempi pratici

VOTO VALIDO – CASO 1

La croce sul simbolo esprime un voto per la lista 1 proporzionale e si estende automaticamente al candidato uninominale Mario Rossi. 

 

VOTO VALIDO – CASO 2

La croce esprime un voto al solo candidato uninominale Mario Rossi. Il voto verrà poi ripartito in proporzione alle liste proporzionali collegate a Mario Rossi.

 

VOTO VALIDO – CASO 3

La croce sul simbolo esprime un voto per la lista 1 proporzionale e la croce su Mario Rossi esprime il voto per il candidato uninominale. 

VOTO NULLO – CASO 1

Croce su un candidato uninominale e su una lista NON collegata a quel candidato. Il voto è nullo poiché la legge elettorale non prevede il voto disgiunto.

VOTO NULLO – CASO 2

Croce su due candidati uninominali. Il voto è nullo poiché non è ammesso un voto doppio all’uninominale.

 

VOTO NULLO – CASO 3

Croce su due liste nella quota proporzionale. Il voto è nullo poiché non è ammesso un voto doppio al proporzionale.

VOTO NULLO – CASO 4

Croce su due liste nella quota proporzionale, croce su un candidato uninominale. Il voto è nullo poiché non è ammesso un voto doppio al proporzionale e poiché non è ammesso il voto a una lista proporzionale non collegata al candidato uninominale.

Per chi vota a Roma i candidati alla Camera e al Senato nei vari collegi della Capitale

Elezioni politiche 2022: i candidati alla Camera nei collegi di Roma

 

Elezioni politiche 2022: i candidati al Senato nei collegi di Roma


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