“Gli altri siamo noi” , giochi, strumenti, idee per una società interculturale

Mostra interattiva all’Istituto Comprensivo Olcese, plesso Pergolato

Con piacere, il 20 maggio 2023 abbiamo ricevuto l’invito del Prof. Egidio Floridi per partecipare alla prima riunione, indetta per il 30 maggio 2023, dove l’Istituto Comprensivo Olcese presentava la mostra “Gli altri siamo noi”, presso il teatro della scuola, plesso Pergolato, in via del Pergolato 112.

Già avevamo avuto vari incontri a Tor Tre Teste, con lo scopo di coinvolgere le varie associazioni del territorio del V Municipio.

Abbiamo, quindi,  aderito ad un invito aperto ai genitori delle scuole, alle associazioni ed agli enti presenti sul territorio, alle parrocchie, al V Municipio, agli educatori, ai docenti in pensione ed agli studenti universitari, a tutti i cittadini attivi.

Obiettivo portare in autunno nel plesso Pergolato, in Via del Pergolato 112, la mostra interattiva “Gli altri siamo noi” e farla visitare a tutti i bambini e ragazzi delle scuole del territorio  ed anche agli adulti ed ai gruppi giovanili.

La scheda della mostra interattiva consegnateci, tra tanto altro, citava:

“Gli altri siamo noi” , giochi, strumenti, idee per una società interculturale.

Una mostra interattiva di giochi su pregiudizio, discriminazione e capro espiatorio 

Non si tratta, infatti, di una mostra nel senso tradizionale, ma di un circuito interattivo di giochi educativi  costruito cercando di mettere in pratica i principi dell’educazione alla pace per educare ai diritti umani, allo sviluppo e al dialogo interculturale.

Lo scopo della mostra è di offrire ai ragazzi una percezione di come vengono “creati” i capri espiatori e di come si diffondono pregiudizi e discriminazioni” 

A 500 metri da largo Cevasco e via Francesco Tovaglieri, c’è via del Pergolato, in quei 500 metri di distanza c’è una parte del parco Palatucci, con la stradina in mattonato, con l’anfiteatro, con la piazzola e il suo ulivo al centro.

Largo Cevasco e via Francesco Tovaglieri sono nel quartiere di Tor Tre Teste, via del Pergolato è nel quartiere Alessandrino. 

L’ IC Olcese è presente a Tor Tre Teste ed è anche presente all’Alessandrino.

Passata l’estate, puntualmente è arrivato l’atteso invito del Prof. Egidio Floridi, dell’Istituto Comprensivo Olcese, all’inaugurazione della mostra interattiva  “Gli altri siamo noi” , che si è tenuta lunedì 6 novembre presso il plesso di Via del Pergolato 112 alle 16.30.

Presentazioni di rito, pubblico attento ed interessato, quattro ragazzi di prima media a dare un tocco di serenità.

Entriamo nel circuito interattivo della mostra? Entriamo dalle porte prestabilite? 

Un attimo, per favore. La Sig.na Camilla Salari della III G del plesso Tovaglieri dell’ IC Olcese ci legge qualche frase del libro testimonianza “ Io venditore di elefanti” di Pap Khouma, immigrato venditore clandestino arrivato dal Senegal:

“ E’ la vecchia abitudine di chi comanda. Appena alzi la testa, vorrebbe bastonarti. 

I ragazzi senegalesi cercano di vivere come persone normali, ora che la legge offre loro qualche possibilità. Escono dal buio. Non si nascondono più. 

Ritorna il desiderio ballare, di frequentare ragazzi e ragazze. Ora c’è persino una discoteca che sembra fatta apposta per noi, dove si suona musica africana, e dove la sera capita spesso di ritrovarsi. Ma sembra un sogno. 

E’ bello parlare. E’ bello che una ragazza italiana venga a trovarmi mentre sto a vendere in metropolitana, che ci posso scherzare, ridere, scambiare opinione alla luce del sole. A molti questo non piace. Hanno un’dea inconfessabile ma ben radicata: noi poveri dobbiamo stare al nostro posto, che è un posto molto basso e isolato. Non vedono di buon occhio che le ragazze italiane si fermino a chiacchierare con noi. Quando i poliziotti scendono nel metrò per le loro retate e per i loro  sequestri le apostrofano cosi’: “ Voi siete italiane, che cosa ci fate con questi?”. 

Capita che qualcuno si fermi ad ascoltare quello che si dicono un ragazzo senegalese e una ragazza italiana. Il ragazzo senegalese deve mettersi a gridare : “ Che cosa volete? Che cosa fate qui?”  Il nostro curioso è pronto a rispondere: “ E voi che cosa ci fate qua? Questo è il mio paese e ho il diritto di stare dove mi pare”. 

Quando i carabinieri sono venuti a Cassano in cerca di droga, si sono meravigliati che avessimo la televisione e il telefono. Quando hanno visto i nostri documenti italiani hanno protestato:” Ma dove volete arrivare? Siete voi i nuovi padroni? Sono pazzi a riconoscervi tutti questi diritti”. Appena la nostra vita è un po’ migliorata, molti si sono irritati, altri spaventati….Quanto ai sindacati italiani, potrebbero fare di più per noi, per i nostri diritti. Per la casa ad esempio. Perché non riesco ad avere una casa se mi presento con le carte in regola, un posto di lavoro fisso, i soldi in mano? Perché non ho una casa, anche se leggo scritto “Affittasi”? 

Questa è la vita di un senegalese, la vita che conosco da un tempo che mi pare lunghissimo, ma in fondo sono fortunato, perché come si dice al mio paese, se una cosa la puoi raccontare, vuol dire che ti ha portato fortuna. Molti ragazzi stracciano i loro permessi di soggiorno e tornano in Senegal, perché non ne vogliono più sapere dell’Italia., della polizia, dei carabinieri,delle vendite, degli elefanti, delle aquile di avorio, delle collane, delle Lacoste, delle borse Vuitton, delle camere di albergo, dei fogli di via, dei sequestri, del freddo. Il freddo di qui, al quale non riuscirò mai ad abituarmi. 

Molti restano, e conoscono delle ragazze italiane. Si innamorano. Ci sono matrimoni, e poi anche separazioni e divorzi. E poi ancora altri matrimoni. Nascono bambini.”.

Camilla ha colpito nel segno. Brava!

Ora entriamo nella mostra , i visitatori sceglieranno la porta giusta?


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