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Il destino dei cinema chiusi a Roma: Rocca promette una nuova legge per salvarli dalla speculazione

Il presidente della Regione Lazio è disposto a mettere mano all'emendamento di FdI sulla trasformazione delle sale inattive

Roma sta perdendo pezzi della sua storia. I cinema, un tempo cuore pulsante della cultura e dell’intrattenimento, stanno chiudendo uno dopo l’altro, lasciando spazio a nuovi ristoranti e negozi.

Ma dopo la mobilitazione del mondo dello spettacolo, con Carlo Verdone in prima linea e una lettera firmata da attori e registi, qualcosa potrebbe cambiare.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha dichiarato di voler intervenire: “Non voglio lasciarli alla speculazione”, promettendo una nuova legge sul cambio di destinazione d’uso per evitare che questi luoghi diventino solo centri commerciali e locali alla moda.

Una legge da rivedere: il confronto con gli addetti ai lavori

L’incontro tra la Regione e i rappresentanti del settore – tra cui Anica, Anec, i produttori Valsecchi e Lucisano – ha messo in luce la paura di una morte definitiva per le sale cinematografiche. Rocca ha rassicurato tutti, spiegando che l’intenzione della Regione non è mai stata quella di penalizzare i cinema o accelerarne la chiusura.

“Non siamo stati noi a creare questo fenomeno”, ha detto, sottolineando che molte sale sono chiuse da oltre trent’anni. L’attuale normativa impone sette anni di inattività prima di poter procedere a una ristrutturazione e dieci per un cambio di destinazione d’uso. Ma Rocca ha annunciato che entro 15 giorni la Regione presenterà una proposta di legge condivisa per gestire al meglio il destino delle sale dismesse.

Cinema Maestoso, Tuscolano, Roma

Milioni in gioco: i cinema romani finiscono nelle mani di un fondo straniero

Mentre la politica discute, il mercato non aspetta. Un fondo straniero ha appena acquistato per 42 milioni di dollari le sale della società Ferrero nella Capitale. Otto cinema coinvolti, tra cui due simboli del quartiere Prati: il Giulio Cesare e l’Adriano.

Il timore è che, senza un intervento chiaro della Regione, questi spazi storici vengano definitivamente trasformati in centri commerciali o strutture di puro intrattenimento, senza alcun legame con la cultura cinematografica.

Nuovi spazi culturali e un dialogo con il Ministero della Cultura

Nel corso dell’incontro si è parlato anche di premialità per chi decide di trasformare i cinema chiusi in spazi culturali, librerie o caffetterie, favorendo luoghi di aggregazione e non solo di consumo.

Rocca ha promesso di portare il tema delle difficoltà delle sale cinematografiche all’attenzione del ministro della Cultura Alessandro Giuli, per cercare soluzioni condivise e scongiurare il rischio che Roma diventi una città senza più sale storiche.

Il prossimo passo? Un nuovo tavolo di confronto a fine febbraio, questa volta con una delegazione dell’associazione “100 Autori”, che raccoglie sceneggiatori e registi per difendere il futuro del cinema italiano.

Il destino delle sale chiuse è ancora incerto, ma una cosa è chiara: il dibattito è più acceso che mai. E questa volta, il cinema potrebbe davvero avere il suo lieto fine.


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