Il nuovo Piano Sociale del IV Municipio al Centro Sociale Anziani di via Ruini
Il 30 maggio il primo incontro con l’assessora alle Politiche Sociali Giovanna SammarcoIeri sera, 30 maggio 2023. presso il Centro Sociale Anziani di via Ruini a Colli Aniene si è svolto il primo incontro tra l’assessora alle Politiche Sociali Giovanna Sammarco e una vasta rappresentanza delle organizzazioni territoriali in previsione dell’elaborazione del nuovo Piano Sociale Municipale. L’argomento è complesso e non è facile affrontarlo senza una documentazione preparatoria o attraverso una esposizione accompagnata da alcune slides. Il messaggio è arrivato poco chiaro, almeno per me, ma teniamo conto che si tratta ancora di un progetto “work in progress” ossia in fase di progettazione. Allora riportiamo quanto abbiamo recepito, confrontandolo con la documentazione presentata da altri municipi, e vi rimandiamo ai prossimi incontri per chiarire i tanti punti ancora non chiari. Se poi, l’assessora Giovanna Sammarco vorrà intervenire su quanto riportiamo saremo felici di ospitare i suoi interventi.
La crisi economica, dovuta prima alla pandemia e alimentata successivamente dalla guerra in Ucraina, ha strutturalmente modificato la vita e i bisogni delle comunità territoriali. I problemi si presentano in modo nuovo, con la cronicizzazione di specifici bisogni e l’avvento di nuovi bisogni sociali. Di conseguenza si debbono individuare nuove le risposte che sorgono in ogni territorio.
Le comunità locali possono diventare ambiti privilegiati di analisi e sperimentazione di soluzioni innovative e adeguate per fronteggiare questi problemi, se si creano le condizioni per connettere tra loro le conoscenze, le risorse e le possibili risposte.
La sfida del Welfare odierno è intesa proprio come “l’insieme di tutte le istituzioni nazionali e locali” ed è disegnata allo scopo di contrastare le fragilità dei cittadini.
1) L’invecchiamento della popolazione porta con sé l’aumento di casi di malati cronici, con patologie multiple (ipertensione, disturbi cognitivi, poli artrosi, diabete ecc…). Questo fenomeno concentra la spesa sanitaria e socio-assistenziale su una parte di popolazione con patologie croniche e solleva problemi di sostenibilità dei modelli universalistici di finanziamento della sanità e dell’assistenza.
2) Anche i fenomeni delle nuove e vecchie povertà pongono il problema di quale possa essere il modello di finanziamento delle politiche di coesione sociale sinora praticate.
La permanenza di tassi di disoccupazione a due cifre ed il basso tasso di popolazione attiva frenano la produttività e, conseguentemente, la competitività, la crescita e il potenziale di entrate tributarie, incidendo sulla possibilità di sostenere la previdenza, gli ammortizzatori sociali e i servizi per le persone non autosufficienti, che appunto sono variabili determinanti la coesione sociale.
Pertanto i sistemi scolastici, i modelli di relazioni industriali, i sistemi delle politiche del lavoro e di protezione sociale devono progressivamente mutare il loro modo di interpretare queste trasformazioni, abilitando le innovazioni e sostenendo chi rimane ai margini.
Si rileva un progressivo “scivolamento” verso situazioni di indigenza di persone che mai si erano trovate in questa condizione e che, quindi, vivono al limite della soglia di povertà.
La Regione Lazio, con la Legge 10 agosto 2016, n. 11, “Sistema integrato degli interventi e dei Servizi Sociali della Regione Lazio” ha approvato una Legge quadro dei Servizi Sociali e nel 2017 la Giunta Regionale, con Delibera 14 febbraio 2017, n. 57, ha approvato lo Schema di Piano Sociale Regionale, sul quale Roma Capitale ha espresso, ai sensi dell’art. 47 della stessa L. R. n. 11/2016, il proprio parere tecnicoamministrativo. L’articolo 26, comma 6, dello Statuto di Roma Capitale, approvato con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 8/2013, prevede che “la Giunta Capitolina, anche al fine di garantire i livelli minimi essenziali delle prestazioni in tutto il territorio di Roma Capitale, eserciti funzioni di indirizzo e coordinamento, in relazione ai servizi di competenza dei Municipi, attraverso direttive e provvedimenti che fissino criteri gestionali omogenei e generali”.
L’isolamento sociale, il depauperamento dei rapporti sociali connesso anche a problemi economici, le dipendenze, il disagio abitativo, sono parte di tutte queste fragilità che allontanano l’individuo dal suo mondo sociale e rendono quasi impossibile, in certi casi, rivolgersi ai servizi e chiedere aiuto.
Per far fronte a questa complessità, il Servizio Sociale territoriale, essendo luogo di prossimità, deve organizzarsi in modo da essere in grado il più possibile di intercettare il latente e di essere aperto e vicino ai cittadini, soprattutto ai più difficilmente raggiungibili.
Pertanto, si ribadisce il concetto che il lavoro di rete tra servizi rappresenta l’intreccio funzionale più efficace, poiché è dalla condivisione dei saperi e dalle letture del mondo sociale, provenienti da attori differenti (Municipio, ASL, Terzo settore, società civile), che è possibile ricostruire più fedelmente il quadro dei bisogni del territorio.
Il Piano Sociale Municipale
Il Piano Sociale Municipale è un documento programmatico e di progettazione che si inserirà all’interno del Piano Sociale Cittadino. E’ stato fornito ai Municipi, per la stesura del Piano, anche un indice di riferimento, con l’indicazione della linea da seguire.
Nello specifico, la proposta di schema del Piano Sociale Municipale è stata così strutturata:
1) Ascolto dei cittadini, rapporto con le parti sociali e i vari stakeholders (art. 48 della L.R. 11/’16), attraverso i tavoli di co-progettazione.
2) Analisi della situazione attuale dei servizi.
3) Analisi dell’offerta dei Servizi Sociali.
4) Analisi del sistema integrato socio-sanitario e dei rapporti con la ASL
5) Indicazione delle direttrici e priorità di intervento.
6) Programmazione finanziaria e del personale. Proposte progettuali.
7) Monitoraggio e valutazione dei servizi e dei progetti.
8) Descrizione del percorso partecipato. I tavoli di co-progettazione. Idee progettuali scaturite dai tavoli.
9) Allegati e documenti vari
Da rilevare che costruire il nuovo Piano Sociale Municipale non comporta solo “confezionare” un buon documento, quanto riattivare e riproporre in modo permanente una nuova modalità di lavoro, fondata sull’incontro tra responsabilità istituzionali e responsabilità civiche. Ciò al fine di strutturare un percorso basato su un impegno graduale, da affrontare rafforzando le occasioni di comunicazione, di formazione e aggiornamento, di valorizzazione dei saperi professionali.
La metodologia che si intende utilizzare in tutto il percorso è quella del LAVORO DI RETE coinvolgendo tutte le organizzazioni territoriali.
Metteremo a disposizione ulteriori informazioni non appena il Municipio le comunicherà in via ufficiale. Per ora speriamo di avervi riportato un minimo di indicazioni su un progetto ancora in via di sviluppo.
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