Lazio – Ludogorets: 0 – 0. Primo pareggio per la Lazio nella competizione europea
La Lazio frena in Europa ma resta in testa alla classifica di Europa LeagueDopo un brutto primo tempo, nella seconda frazione di gioco la Lazio, anche grazie ai cambi, riesce ad imporre più ritmo alla gara, divenendo con il passare dei minuti sempre più pericolosa ma senza riuscire a trovare la via del goal.
La squadra di Baroni può recriminare per un rigore apparso netto, non concesso dall’arbitro croato Strukan al 72’.
Nella circostanza l’arbitro viene richiamato dal Var ma giudica il contatto in area tra Marcus e Isaksen troppo lieve per meritare la concessione della massima punizione.
La Lazio non demorde e all’ottantaseiesimo ha l’occasione più ghiotta dell’intera partita con un gran tiro di Guendouzi che prende la traversa piena a portiere avversario ormai battuto. I padroni di casa frenano ma restano comunque in testa alla classifica della competizione europea.
Venendo alla cronaca, la Lazio torna a schierarsi, dopo i tentativi di 4-3-3 svolti in campionato, con l’ormai classico 4-2-3-1, cambiando però qualcosa rispetto alla formazione dell’ultima gara europea.
In difesa ci sono Patric e Gigot al centro con Marusic a destra e Pellegrini a sinistra, vista la temporanea indisponibilità del portoghese Tavares.
In mezzo al campo Baroni schiera Vecino e Guendouzi dietro il tridente composto da Dia al centro, Pedro a sinistra e Tchaouna a destra. Unica punta Noslin che torna a disposizione del tecnico biancoceleste dopo tre turni di squalifica in Europa.
Il Ludogorets risponde con un 4-3-1-2, con in difesa Son, Almeida, Kurtulus, Witry e a centrocampo Naressi insieme a Duarte e Gropper. Infine, Rwan Seco fa coppia in attacco con Marcus mentre dietro di loro, in posizione di trequartista, agisce Chochev.
Come detto, il primo tempo scivola via senza particolari emozioni. Pochissime le conclusioni da una parte e dall’altra e ancora meno le occasioni.
La prima per la Lazio capita al 23’: Pedro scappa sul filo del fuorigioco, entra in area scarta Bonmann e appoggia per Tchaouna, il quale a sua volta cross al centro a mezza altezza ma Noslin, in posizione favorevole, impatta male la palla e non inquadra la porta.
La seconda occasione del primo tempo arriva al 37’ con Vecino che lavora un buon pallone e lo offre a Dia che prova a incrociare col destro ravvicinato ma trova pronto il portiere avversario.
Tra le due occasioni del primo tempo la Lazio rischia un paio di volte in cui il Ludogorets riesce a distendersi bene in ripartenza ma non trovando, in nessuna occasione, la via della conclusione.
Il secondo tempo inizia con tre novità nelle fila della Lazio: dentro Lazzari al posto di Pellegrini con Marusic spostato a sinistra, Castellanos al posto di Dia, con Pedro sotto punta, Noslin dirottato a inizialmente a destra e Gustav Isaksen, al posto Tchaouna, schierato insolitamente a sinistra.
A fine partita Baroni spiegherà che la scelta di schierare Noslin e Isaksen non a piede invertito sulle fasce era funzionale ad avere un maggior numero di cross dal fondo, viste anche le difficoltà mostrate dalla Lazio nel primo tempo nella fase offensiva.
Nel secondo tempo, con il passare dei minuti, quello della Lazio diventa un vero e proprio assedio, con il Ludogorets schierato in fase difensiva addirittura con un 6-3-1.
La Lazio spinge ma non ottiene molto in termini di effettiva pericolosità anche grazie al traffico che davanti all’area dei bulgari si è venuto a creare visto l’atteggiamento iperdifensivista del Ludogorets.
Al 60’ ancora una sostituzione per la Lazio, entra Rovella per Vecino apparso dolorante. Senza nulla togliere alla prestazione dell’uruguaiano, l’ingresso di Rovella dà energia e ritmo alla Lazio che comincia a macinare gioco e soprattutto mostra maggiore dinamismo.
Visto l’imponente schieramento difensivo organizzato dalla squadra bulgara, la Lazio ci prova anche con il tiro da fuori in più di una occasione, in particolare con i due terzini Lazzari e Marusic ma senza particolare fortuna e pericolosità.
Pericolosissimo invece il tentativo di Guendouzi che, servito da Zaccagni – subentrato nel frattempo a Pedro – fa partire una gran botta da qualche metro fuori area che si infrange contro la traversa della porta difesa da portiere del Ludogorets Bonmann.
L’episodio che segna la partita è comunque al 72’ con Isaksen che in piena area di rigore avversaria sposta un pallone un attimo prima dell’arrivo di Marcus che a quel punto non trovando la sfera colpisce con un calcio Isaksen alla caviglia e finisce con il franargli addosso.
Tutto normale per l’arbitro che 30” dopo però viene richiamato all’on field review per valutare più attentamente il contatto tra Marcus e il giocatore laziale nell’area di rigore del Ludogorets.
L’arbitro Strukan si prende tutto il tempo per valutare e decide infine incredibilmente di non assegnare il rigore che visto dagli schermi appare solare.
Rigore a parte, serata in cui la Lazio non è sembrata brillantissima, soprattutto nel primo tempo, e forse un po’ troppo frettolosa e nervosa (soprattutto dopo il rigore negato) nel secondo. Ludogorets che conquista il punto applicando ciò che aveva previsto di fare alla vigilia consapevole che per uscire con il pareggio dall’Olimpico serviva anche una certa dose di buona fortuna.
La Lazio chiude la quinta giornata a 13 punti che le permettono, visti i risultati arrivati con le partite del turno successivo delle ore 21.00, di mantenere la guida del mega girone a 36 squadre di Uefa League.
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