Marcello Tesoro, runner… anche dell’Atletica del Parco
“A Marce’, ma se te compravi er Casio con 32 memorie non avresti risparmiato?.
Gli altri 10 LAP, avanzati, l’hai riportati a Federico?”
Quanto ci abbiamo giocato sopra quell’orologio con 42 memorie e quella maratona di Roma. Un inconveniente che ha portarto Marcello a fermarsi al 32 km, posizionato a piazza Venezia.
L’anno successivo si è rifatto alla grande: Maratona di Roma in 2 ore 47 minuti e 22 secondi, con lo stesso Casio da 42 LAP, che ha dato una media al km di 3’58’’.
Secondo Gianni Migneco, che di esperienza in ultamaratone ne ha da vendere, Marcello Tesoro era l’atleta papabile per seguire il loro gruppo di Iron Man.
Basta ricordare i suoi campi di allenamento giornalieri, a seconda dell’allenamento che doverva svolgere: collinare al parco Palatucci, in tutto il percorso asfaltato di fronte al campo Candiani; il parco Palatucci , nella sua interezza di sterrato; il perimetro dell’ex mercato del Quarticciolo, un rettangolo di 650 metri circa, per i “lavori” di velocità.
Che testa aveva Marcello Tesoro!
Eravamo negli anni 1980/1990? Ancora mi sembra di sentire la domenica mattina l’urlo all’unisono del nostro “gruppo podisti” in via Francesco Tovaglieri: “Attilio, scendi!”
Non era permesso il minimo ritardo al lunghissimo della domenica mattina, sempre alle 7.
Uscire presto, per tornare presto, la famiglia non doveva essere trascurata.
Marcello, hai cambiato tante squadre di podismo, ad ogni inizio anno ti vedevamo con un completino da gara diverso, per chi hai corso?
Io ne ho cambiate tante di squadre. Ho iniziato con la Podistica Franco Chiesa, squadra nata in memoria del nostro amico morto al parco Palatucci; sono poi passato, per un paio di anni, alla ASD Roma Road Runners Club; mi sono poi iscritto con l’Atletica del Parco; poi sono passato alla Atletica la Sbarra.
L’Atletica la Sbarra, rinnovò con altro nome, la Podistica Franco Chiesa, diciamo fu una continuazione del vecchio progetto
Non hai partecipato alle ultramaratone, ma hai partecipato a tante gare sui 10 km; alle mezzemaratone classiche e a quelle dei paesi del Lazio, alla maratona di Roma. Puoi ricordarle e raccontarci delle tue sensazioni personali in gara?
Fuori della regione Lazio sono andato una sola volta, per partecipare alla maratona di Firenze nel 1997. Compagno di viaggio e di gara fu Stefano Cruciani. Preparazione ottimale, risultato totalmente scadente, mi sono ritirato per il freddo. Con quella preparazione, mi riproposi alla maratona di Roma nella primavera del 1998 e scesi per la prima volta sotto le 3 ore (2 ore e 58 per la precisione).
Ho corso sempre in casa, moglie e tre figli piccoli non mi hanno permesso di girare l’Italia.
Cosa ti ha regalato la corsa?
Innanzitutto il benessere fisico. Mi ha dato sicurezza verso me stesso. I carichi di allenamento, anche se pesanti, mi hanno aiutato a farmi sentire bene. Mi hanno dato la socializzazione, l’amicizia, la fiducia.
Raccontaci il tuo allenamento più bello o la tua miglior gara.
L’allenamento più bello è stato nel 1999, l’anno del mio primato personale in maratona. 28 km a ritmo gara in un percorso di 650 metri, intorno al mercato rionale del Quarticciolo. Avevamo anche posizionato delle bottigliette d’acqua e spugne lungo il percorso, simulando i rifornimenti e gli spugnaggi in gara. Allenamento fatto in compagnia di Stefano Cruciani a 3 minuti e 50 al km. La gara più bella con Matteo Simone alla Tre Comuni in provincia di Viterbo, Arrivammo con la prima donna, una russa. Abbiamo fatto un gran tempo e ottenuto un gran risultato. La maratona di Roma del 1999 non la posso scordare: 2 ore 47 minuti e 22 secondi, che ha dato una media al km di 3’58’’. Due mezze maratone gestite con lo stesso tempo di marcia. Gara perfetta.
Quale è stata la gara più dura che hai fatto?
Una Tre Comuni con freddo, nevischio, ghiaccio, temperatura bassissima.
Ti piaceva di più allenarti da solo o in compagnia?
Sicuramente in compagnia, però “i lavori” li ho sempre gestiti in solitario.
Puoi parlarci dei tuoi amici runners? Ricordi in particolare delle persone, sia nelle gare o negli allenamenti?
Claudio Borghini, per noi “il pastallovaro”. Ho una foto con lui ad una maratona di Roma. Mi aspettò al km 30, a villa Borghese, e mi accompagnò sino all’arrivo, spronandomi e aiutandomi nel percorso finale della gara. Umberto Littera, podista di alta qualità. Franco Chiesa, Vladimiro Francavilla, sempre avanti nei lunghi della domenica. Non parlava ma faceva il battistrada. All’improvviso, senza avvisarlo, mentre lui girava a sinistra noi giravamo a destra. Arrivava al fine allenamento super incazzato. Matteo Simone, grande persona e grande atleta. Quello che mi sta intervistando: Attilio. L’urlo sotto il tuo palazzo ogni domenica mattina, “Attilio, scendi!”, ha messo in all’erta per anni tutti i condomini del tuo palazzo.
Oggi corri ancora? E domani?
Continuerò a correre, con moderazione ma continuerò sino alla pensione. Poi qualche cosa modificherò, la bicicletta mi piace, la camminata veloce pure.
Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙