Si avvia a conclusione il ciclo di seminari sulla resistenza romana "Periferie ribelli: l’VIII zona nella Roma occupata" organizzata dall’Associazione Parole in Piazza e l’Università popolare Antonio Gramsci con il…
Periferie Ribelli: l’VIII zona nella Roma occupata
Cinque seminari sulla Resistenza per ricordare il 70° anniversario della Liberazione del nostro Paese“Periferie ribelli”, con questo titolo è in programma un ciclo di seminari sulla Resistenza per ricordare il 70° anniversario della Liberazione del nostro Paese, a 71 anni dalla Liberazione di Roma. La manifestazione ricostruirà alcuni degli episodi più significativi dal nazifascismo e dalla battaglia per la difesa di Roma (8-10 settembre 1943) alla Liberazione della capitale a seguito dell’ingresso delle truppe alleate (4 giugno 1944).
E’ una serie di incontri (dal 13 aprile al 4 giugno) su tematiche che gli storici considerano ancora di forte attualità politica e, non secondariamente, tappe di ricostruzione dinamica di un passato che ha segnato fortemente l’identità del nostro territorio. Ogni incontro si avvale del Patrocinio del Municipio Roma V, della consulenza organizzativa dell’Associazione Parole in Piazza e dell’Università popolare ‘Antonio Gramsci’.
Questo percorso della Memoria è stato pensato anche per raccontare ai cittadini di oggi, a maggior ragione a chi è venuto ad abitare a Roma da altrove, il forte radicamento sociale e l’ampio sostegno di cui la Resistenza ha goduto nei nostri quartieri. Crediamo fermamente che non solo siano le informazioni sui grandi eventi a darci la percezione di un’epoca, ma la descrizione dei piccoli indizi, le sottili psicologiche pressioni di un regime sulla qualità dei rapporti sociali in un determinato momento storico, a farci sentire un’atmosfera, un modo di essere e di vivere, per una forte identificazione con chi narra, nelle testimonianze di cui possiamo giovarci.
Che cos’è l’Identità se non l’identificazione con la propria “storia”, il proprio passato, le proprie radici culturali … negarle è una violenza, rimanerne aggrappati e non guardare al futuro, essere spaventati dalle cosiddette “contaminazioni” e fisiologiche trasformazioni, è un’altra forma di violenza, ma conservare i segni ed i documenti del proprio passato, della propria cultura, anche della propria formazione, è doveroso e fondamentale. Il corpo, come il territorio, porta i segni della propria storia “incisi sulla pelle” come un tatuaggio, una ferita cicatrizzata, una piega sul volto, a volte segni che si leggono solo da chi sa vedere, oltre l’apparenza del colore della pelle e della danza delle etnie. Vorrei citare a questo proposito l’indimenticabile sindaco di Firenze, lui siciliano, fortemente legato alla sua città, quando usava dire : – Le città sono al tempo stesso prodotto dell’identità di una comunità e generatrici del senso di appartenenza che definisce l’identità.
Nelle centonovantotto microcittà delle quali è composta Roma, questi luoghi periferici allora erano gli unici dove si respirava, nonostante tutto, un’atmosfera di effettiva libertà, con le significative voci delle periferie romane, come partecipazione di massa che non si sottomettevano alla violenza, ma vi si opponevano. Citando il noto libro di Rosario Bentivegna “Achtuhg banditen!” soprattutto per quanto riguarda i capitoli dal diciassettesimo fino al ventunesimo … in questi capitoli infatti, il lettore troverà espresse, dalla viva voce di un protagonista, la descrizione di luoghi che, sia pure per poche settimane, furono gli unici a Roma dove si respirava, nonostante tutto, un’atmosfera di effettiva libertà, oltre a percepire le significative voci di quel quadro delle periferie romane e di quella “lotta di popolo” come partecipazione di massa, espressioni di una vera resistenza di base.
L’Italia, emblema della cultura mediterranea, paese desiderato e meta storica di predazioni, passate e presenti, era un paese parcellizzato da secoli che improvvisamente, ritrovata da poco la sua compattezza unitaria, si abbandonava all’idillio imperialistico e colonialista, si innamorava di un capo carismatico, gli delegava, con un atto di sottomissione, la propria capacità deliberativa. La democrazia è difficile e costa fatica, ma è l’unica strada percorribile della maturità di un popolo e questa nostra democrazia è stata pagata con troppe vite per dimenticarne il valore fondante. Ci ammonisce Bertold Brecht – E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare, questo mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto; il grembo da cui nacque è ancora fecondo – Consulenza storica a cura di Davide Conti (ricercatore e autore di saggi storici).
Info: T. Procacci (Parole in Piazza) 349/6036238; V. Strinati (UniGramsci) 339/7091191.
Programma
1. LA MANCATA DIFESA DI ROMA
13 aprile 2015 – ore 16.45 – Biblioteca Penazzato, Via Penazzato 112.
L’incontro ripercorrerà i principali nessi storici tra la “morte della patria fascista” e la simultanea nascita della “patria democratica” nelle drammatiche giornate del settembre 1943.
Interviene: Davide Conti (Consulente Archivio storico del Senato della Repubblica). Nel corso dell’iniziativa gli attori Daniela Poggi e Daniele Monachella leggeranno le testimonianze dei partigiani Carla Capponi, Marisa Musu, Rosario Bentivegna e Mario Fiorentini.
2. I RASTRELLAMENTI NAZISTI NELLA CAPITALE
27 aprile 2015 ore 17.30 – Istituto superiore ‘Jean Piaget’, Via Diana 35.
Durante i nove mesi di occupazione tedesca Roma venne sottoposta alle misure militari naziste di controllo dell’ordine pubblico. In particolare attraverso i rastrellamenti di civili, militari ed ebrei le autorità germaniche si proposero la “pacificazione”, in senso nazista, della capitale.
In questo quadro si collocarono le operazioni di razzia e deportazione di 2.000 carabinieri il 7 ottobre 1943, di 1.016 ebrei del ghetto il 16 ottobre 1943 e di 947 abitanti del quartiere Quadraro il 17 aprile 1944. L’incontro ricostruirà gli eventi connettendo da un lato la logica militare di repressione e dall’altro gli elementi di irriducibile conflittualità rappresentati dalle comunità rastrellate nella “Città Aperta”.
Intervengono: Carla Guidi (Giornalista e scrittrice); Aldo Pavia (Esponente Aned); Anna Maria Casavola (Scrittrice).
3. I GRUPPI D’AZIONE PATRIOTTICA
11 maggio 2015 ore 17.00 – Biblioteca Vaccheria Nardi, Via di Grotta di Gregna 37.
L’iniziativa si propone di analizzare, attraverso la storia dei Gruppi d’Azione Patriottica (braccio militare del Partito Comunista Italiano), alcune delle questioni centrali relative alla guerriglia urbana ed alla lotta armata nella capitale. In particolare: La formazione dei GAP; l’organigramma politico e militare; il dislocamento nelle otto zone di Roma e nell’area dei Castelli romani; il senso e la logica politico-militare delle azioni di guerra; la questione delle rappresaglie; il fondamentale contributo alla Liberazione e la loro eredità nella memoria storica dell’Italia repubblicana.
Interviene: Davide Conti (Consulente Archivio storico del Senato della Repubblica).
Nel corso dell’iniziativa gli attori Daniela Poggi e Daniele Monachella leggeranno le testimonianze dei partigiani Carla Capponi, Marisa Musu, Rosario Bentivegna e Mario Fiorentini.
4. LA ROMA DELLE “ZONE LIBERE”
25 maggio 2015 ore 17.30 – Casa della Cultura del Municipio Roma V, Via Casilina 665.
Le forze della Resistenza antifascista divisero Roma in otto zone operative al fine di sviluppare una azione militare più organizzata ed efficace contro i nazifascisti che occupavano la città.
Tuttavia la disposizione politico-militare delle otto zone rappresentò una misura centrale in grado di connettere la lotta armata antifascista con la resistenza sociale e popolare dei quartieri periferici e non solo della città. In questo quadro l’VIII° zona comprendente il quadrante sud-est della capitale (Tor Pignattara, Quadraro, Quarticciolo, Centocelle, Villa dei Gordiani, Tor Sapienza) rappresentò per caratteristiche sociali, radicamento territoriale del movimento partigiano e consenso all’antifascismo un fattore incidente della Lotta di Liberazione della capitale fino a configurarsi, in alcuni momenti dell’occupazione tedesca, come vere e proprie “zone libere”.
Intervengono: Silverio Corvisieri (Giornalista e scrittore); Walter De Cesaris (Scrittore); Davide Conti (Consulente Archivio storico del Senato della Repubblica); Modesto Di Veglia (Partigiano e Presidente Anpi Centocelle).
5. LA LIBERAZIONE DI ROMA
3 giugno 2015 ore 17.00 – Sede del Consiglio del Municipio Roma V, Via Perlasca snc.
Il 4 giugno 1944 le truppe della V Armata al comando del generale Clark entrarono a Roma quasi senza incontrare resistenza, salutati dalla folla festante. Nel quadro delle vicende belliche l’episodio assunse un alto valore strategico e simbolico: la liberazione di Roma era essenziale alla prosecuzione della Campagna d’Italia e considerata, da un punto di vista propagandistico, il preludio dello sbarco in Normandia che sarebbe seguito di lì a pochi giorni; Roma fu poi la prima capitale europea liberata dal giogo nazista.
Dopo aver affrontato le principali vicende della Resistenza romana nel periodo dell’occupazione tedesca, la Manifestazione ‘Periferie ribelli’ si concluderà con un con un convegno sulla Liberazione di Roma, di cui ricorre quest’anno il 71° anniversario. Tra i temi affrontati: la mancata insurrezione popolare e la conseguente liberazione da parte delle truppe alleate.
Intervengono: Annabella Gioia (Direttore Irsifar); Davide Conti (Consulente Archivio storico del Senato della Repubblica); Giammarco Palmieri (Presidente Municipio Roma V); Antonio Pietrosanti (Presidente del Consiglio del Municipio Roma V).