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Ripartiamo dalle botteghe delle arti

Un progetto voluto dal territorio e ideato dal Comitato Cittadini Quarticciolo dintorni e dal Circolo Pd Quarticciolo

Il 16, 17, 18 maggio a piazza Oria si è svolta la prima festa democratica del Quarticciolo, festa di piazza, nella volontà degli organizzatori (il Circolo Pd Quarticciolo aiutato da altre associazioni territoriali) ma anche festa di persone che hanno voglia di cominciare a progettare qualcosa di diverso per il loro futuro.
La prima attività in cartellone, se così si può dire, è stata la presentazione de “Le botteghe delle arti”, un progetto fortemente voluto dal territorio, preparato dal Comitato Cittadini Quarticciolo dintorni e dal Circolo Pd Quarticciolo.
Il filo che lega queste due realtà territoriali (che, in maniera diversa, operano e producono politica sul territorio) è il rapporto che li lega alle persone, ai loro problemi, alle loro necessità, alle loro speranze.
E’ indicativo che in apertura della prima festa democratica del Quarticciolo sia stato presentato proprio un progetto “politico” che abbia come fine il lavoro e la necessità di ripartire dalle basi primarie della produttività, l’artigianato.
Sul palco a raccontare storie di artigianato locale (alcune di successo, altre, purtroppo, meno) erano presenti Emanuela Francesca Accardi che ha portato la testimonianza di una giovane scrittrice, Valentina d’Urbano autrice del libro Il rumore dei tuoi passi, Maria Giovanna Tarullo e Vincenzo Luciani, autori del libro Storie del commercio e dell’artigianato locale, che raccoglie le voci e le storie degli artigiani e commercianti dell’ex VII municipio. Molte delle storie narrate ed ascoltate, partecipate e ricordate sono costruite, vissute intorno al lavoro della figura dell’artigiano, purtroppo a rischio di estinzione, senza opportuni, urgenti interventi.
Irene Pacifico (vicesegretaria del circolo PD Quarticciolo) e Olga Di Cagno (Comitato Cittadini Quarticciolo e dintorni), hanno, poi, parlato dell’idea iniziale del progetto che vuole recuperare il valore di antichi mestieri e valorizzare, attraverso la loro riproposizione, il territorio del V Municipio (ex VI e VII).

La volontà di recupero necessita, però, un adeguato percorso di conoscenza, che si realizza attraverso attività di avvicinamento della persona alla realtà concreta del “saper fare”.

Spesso, nel corso del tempo, Roma si è trovata ad affrontare periodi di crisi e di decadenza, ma sempre ha trovato il modo di riprendersi. Un esempio per tutti? Dopo la grande crisi che investì tutta l’Europa alla metà del ‘500 (Roma, ricordiamolo, era stata devastata dall’invasione dei Lanzichenecchi), gli artigiani si ripresero il loro ruolo di costruttori di città. Aiutati da una forte volontà politica, crearono la SCUOLA DELLE ARTI E DEI MESTIERI, partendo proprio da un territorio devastato, da una crisi globale e dalla consapevolezza delle enormi risorse umane e produttive legate alla cittadinanza. Il risultato fu la costruzione della grande Roma capitale del papato, del cattolicesimo, della cultura.

La prima scuola delle arti fu istruita in un carcere (forse è per questo che, ancora oggi, “andare a bottega” vuol dire, specialmente in alcuni ambienti, andare in carcere), ma poi altre ne sono nate, ed hanno dato la possibilità a tanti di partecipare alla rinascita, politica, culturale, ma anche economica, di Roma.

Oggi, “le botteghe delle arti” potrebbe essere un volano fattivamente costruttivo per riattivare tutta una serie di meccanismi artigianalmente operativi che, purtroppo, si sono interrotti negli ultimi anni, ma che ancora molto hanno da offrire alla cittadinanza.


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