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Roma e Provincia prime in ricerca pubblica

Oltre la metà di ciò che avviene in Italia. Secondo l’Osservatorio Nazionale Biosicurezza e Tecnologie

In Italia, più del 50% dell’attività complessiva di ricerca pubblica si svolge nella zona della provincia di Roma. Dall’esame dei dati forniti dall’Osservatorio Nazionale per la Biosicurezza e le Tecnologie risulta infatti che solo la capitale ospita diciassette istituzioni scientifiche che conducono attività di ricerca sulle biotecnologie registrando, nel contempo, una rilevante presenza industriale, in particolare nei settori della farmaceutica e della biomedicina.
Un primato – sostengono gli addetti ai lavori – raggiunto grazie alla concentrazione di imprese, facoltà universitarie scientifiche, associazioni e parchi scientifici di livello internazionale. Del resto, favorire l’incontro tra ricerca e produzione, implementare l’interazione tra pubblico e privato e promuovere la formazione di personale qualificato erano stati i temi principali della nuova piattaforma tecnologica in discussione al “Convegno Internazionale sulla Biomedicina” organizzato dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma e svoltosi a inizio giugno 2006 presso la sala Sinopoli dell’Auditorium. Anche in quell’occasione il programma di tali istituzioni era emerso chiaro: muoversi con maggiore agilità nel solco già tracciato.

La Provincia di Roma e la Regione Lazio, sotto la spinta dei risultati ottenuti, continueranno perciò nella loro attività di sostegno tecnico e finanziario alla ricerca, puntando soprattutto a garantire il supporto alle nuove filiere produttive per i settori strategici e assicurando assistenza organizzativa alle aziende, sia nei processi di innovazione che nel finanziamento di stages orientati in azienda e finalizzati alla formazione e all’inserimento di personale qualificato. Senza far mancare il sostegno alla partecipazione dei bandi di finanziamento europei, nazionali e regionali.

Occorre dire che, a dispetto dei soliti luoghi comuni, i dati ci dicono che non è la Lombardia, né il Veneto o l’Emilia Romagna ma il Lazio l’unica regione italiana che, finora, ha saputo rispettare i parametri di investimento europei, i quali prevedono di impegnare nella ricerca, nei prossimi quattro anni, il 3% del Pil.

L’obiettivo rimane comunque quello di rafforzare ulteriormente la capacità progettuale ed operativa della ricerca favorendo la realizzazione di progetti congiunti tra più imprese, ma anche attuando una rete ancor più strutturata di rapporti e collaborazioni tecnico-scientifiche tra gli operatori della ricerca e il sistema industriale.


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