

Nel carcere romano di Rebibbia, data l’enorme mole di pagine (900.000) di atti del Consiglio Superiore della Magistratura, si è deciso di digitalizzare questo archivio. Saranno sette detenuti ad occuparsi di questa innovazione amministrativa.
Per sei mesi, gli uomini, saranno alle prese con questo progetto, atto anche al reinserimento degli stessi nella società. Il costo dell’iniziativa si aggira intorno ai 43.000 euro, quasi interamente a carico del Consiglio Superiore della Magistratura. La fase di realizzazione è affidata alla direzione dell’istituto penitenziario.
Baldassarre Favara, presidente della Commissione Affari costituzionali, Sicurezza e Lotta alla criminalità, consigliere del Pd al Consiglio regionale del Lazio ha dichiarato: “Trovo molto interessante e positivo il progetto di digitalizzazione degli atti del Consiglio Superiore della Magistratura che vedrà impegnati sette detenuti del carcere di Rebibbia. Attività – come queste che occupano in modo costruttivo il tempo delle persone detenute in carcere – sono di altissimo valore.
Compito delle Istituzioni è trasmettere la cultura della legalità senza mai perdere di vista che il fine della pena – come prevede la Costituzione italiana – deve tendere alla rieducazione del condannato. Attraverso programmi specifici in grado di fornire nuove conoscenze ai detenuti, possiamo riuscire a restituire dignità ai cittadini che si trovano negli Istituti penitenziari ma anche a dare un segnale di civiltà alla nostra comunità”.
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