Stranezze di città, da Tor Tre Teste all’Arco degli Acetari
Nel Rione Regola, nel Centro Storico di Roma. Cari Amministratori, sarebbe bello conservarlo come testimonianza di un passato... nemmeno troppo remotoNel 2015 avevo già attraversato l’Arco degli Acetari e mi ero anche inoltrato nel suo cortile interno.
Avevo anche fatto una bella e caratteristica fotografia che avevo spedito a tanti amici.
Non tutti hanno creduto che il luogo impresso sulla foto si trovasse nel Centro Storico di Roma.
Ero a piedi e camminare in tutti quei piccoli vicoli mi ha confuso le idee. In definitiva sono riuscito a scordare la via o il vicolo che mi aveva portato all’Arco degli Acetari.
Ci sono tornato tante altre volte nella zona di Campo de’ Fiori e ho ricercato il luogo fotografato.
Mai trovato!
Il 24 settembre 2021 ho scritto anche un articolo pubblicato da Abitare A, per avere una foto aggiornata del cortile sono ricorso a Google, ma era datata 2019.
Questo è il link dell’articolo. https://abitarearoma.it/campo-de-fiori-sogno-o-son-desto/
Nella mia mente l’Arco degli Acetari era già “la stranezza di città”, sin dal 2015.
Il 29 giugno 2024 sono tornato nei rioni Parione, Regola, Sant’Eustachio, Ponte, in sella alla mia bicicletta, per riprendere la ricerca lasciata in sospeso.
Rioni confinanti e collocati nel cuore del Centro Storico di Roma, che hanno una infinità di meravigliose vie, piazze, larghi e vicoli.
Piazza di Pasquino, piazza Navona, via della Cuccagna, via di San Pantaleo, piazza del Paradiso, piazza della Cancelleria, piazza del Teatro di Pompeo, via dei Baullari, via del Biscione, via dei Balestrari, largo dei Chiavari, largo del Pallaro, via dei Giubbonari, piazza dei Satiri, via dei Banchi Vecchi, vicolo Cellini, via dei Filippini, piazza dell’Orologio, via del Governo Vecchio, via del Corallo, piazza del Fico, vicolo delle Vacche, via di Tor Millina, via di Santa Maria dell’Anima, largo Febo, via di Tor Sanguigna, piazza delle Cinque Lune, Campo de’ Fiori.
Con alle spalle il mercato di Campo de’ Fiori, sulla sinistra c’è via dei Cappellari e sulla destra via del Pellegrino.
Per anni avevo cercato l’Arco degli Acetari in tutti gli angoli di via dei Cappellari.
Oggi, all’improvviso, mi sono ricordato che la via giusta da percorrere era quella di destra, via del Pellegrino.
Poche centinaia di metri e sulla mia sinistra ho ritrovato “la stranezza di città”, lasciata in sospeso per anni.
Un arco, uno stretto sottopassaggio o un androne, un cancello aperto di giorno e chiuso di notte, resti dell’antica Roma sul lato destro e un posacenere in ferro agganciato al cancello di sinistra, poi uno slargo e tante casette con scale esterne, un carretto con un solo ripiano, rotto e anche staccato dallo scheletro in ferro, piante e fiori in abbondanza.
Nella foto del 2015 c’era lo stesso carretto, nello stesso posto, ma in migliori condizioni.
Non sembrava di essere al Centro Storico di Roma, ma nei tanti e piccoli paesi del Lazio, e non solo.
Tutto come oggi, una “piazzetta” o uno “slargo” che non conosce traffico, ma mezzi parcheggiati si, ma un po’ di disordine si, e non ci sono negozi, ma qualche deposito per bibite si.
Perché è denominato l’Arco degli Acetari? Forse in quel luogo c’erano i depositi dell’Acqua Acetosa (acqua considerata curativa) che veniva venduta al mercato di Campo de’ Fiori.
Dalla mia prima visita del luogo sono passati nove anni, credo fermamente che le buone informazioni devono essere lette e devono essere anche viste, quindi vi allego tante foto a supporto.
La mia foto del 2015 e quella di Google del 2019 le troverete nel link dell’articolo sopra evidenziato.
Nell’articolo del 2021 pubblicato su Abitare A scrissi: Amministratori, se non la mente, metteteci… almeno il cuore.
Oggi mi sento di scrivere: Lo slargo è un frammento di una Roma che non c’è più.
Amministratori, sarebbe bello conservarlo come testimonianza di un passato… nemmeno troppo remoto.
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