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Approvata la riforma urbanistica in Regione

L'assessore Pompili: Piani regolatori di Roma e degli altri comuni del Lazio in tempi più rapidi

La Regione Lazio ha approvato il 10 marzo una modifica alla legge urbanistica del 1999, proposta dall’assessore Massimo Pompili che permetterà tra l’altro al Campidoglio di approvare il nuovo Pinao regolatore generale in 150 giorni (210 giorni per gli altri comuni), accorciando di molto i tempi previsti in precedenza. L’assessore Pompili ha assicurato che riduzione di tempi non vuol dire minori controlli.
Il sindaco Walter Veltroni ha espresso la sua soddisfazione.
“Con il lavoro che l’Assessorato all’Urbanistica ha svolto dall’insediamento della Giunta – ha dichiarato l’assessore Pompili – penso che abbiamo compiuto uno sforzo importante. Sono stati approvati in questi mesi circa centocinquanta provvedimenti. Questo risultato è stato possibile dandosi un metodo e chiedendo agli uffici uno sforzo nei confronti di atti bloccati da anni e per i quali mancavano invece pochissimi passaggi per completare l’iter. Di questo mi sento ovviamente soddisfatto, ma sicuramente non a pieno. I dati sulla pianificazione di cui disponiamo dimostrano che la programmazione urbanistica è un problema ancora per un quarto dei Comuni della nostra Regione e, tranne poche eccezioni, a soffrire di più sono soprattutto i piccoli Comuni. Su 378 Comuni del Lazio ben 89, quasi il 25% del totale, sono attualmente senza Piano regolatore approvato. In particolare, nella provincia di Frosinone ci sono 33 Comuni, in quella di Rieti 31, in quella di Roma 11, in quella di Latina 8 e in quella di Viterbo 6. La gran parte dei Comuni senza piano è di piccole e piccolissime dimensioni: ben 62 sono al di sotto dei 2000 residenti, e di questi 42, addirittura, al di sotto dei 1000 abitanti. Emerge con chiarezza che la programmazione urbanistica presenta delle criticità molto forti, sia per quanto riguarda la pianificazione generale, sia per quanto riguarda le diverse fasi dell’iter burocratico. Un altro dato importante: dei Comuni che sono sprovvisti di Piano regolatore circa la metà addirittura non hanno nemmeno iniziato l’iter dell’approvazione del piano, non sono cioè nemmeno arrivati neppure nella fase della adozione del Piano. Quasi il 40% dei Comuni del Lazio, poi, ha un Piano regolatore più vecchio di 20 anni. Ciò non può che portare ad una considerazione finale che non giustifica, ma spiega di converso a questa situazione il fatto che, nei cinque anni passati, è cresciuto vertiginosamente il ricorso agli strumenti di pianificazione straordinaria. Siamo, infatti, passati dai 31 Accordi di Programma del 2001, ai 62 del 2002, agli 84 del 2003, ai 92 del 2004, ai 110 del 2005. E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un uso improprio della strumentazione straordinaria di pianificazione cui talvolta si ricorre proprio a causa della farraginosità delle procedure. Il tema di fondo è lo snellimento delle procedure e l’individuazione delle forme per velocizzare l’approvazione dei provvedimenti urbanistici. Non è possibile, per approvare un piano, un periodo medio di non meno di sei anni da quando esso approda in Regione. Sei anni per approvare uno strumento urbanistico sono davvero insostenibili. Penso ai piani del verde, penso ai servizi territoriali e alle opere pubbliche, penso a quegli interventi che segnano la condizione di vita quotidiana delle nostre comunità. Mi preme fornire un’altra informazione, e cioè che è cambiata in questi anni anche la geografia della nostra Regione. Non è più vero che viene Roma e poi gli altri comuni capoluogo: dopo Latina, con 110 mila abitanti, viene Guidonia, con 77 mila abitanti; di seguito Civitavecchia e Fiumicino, Aprilia e solo poi vengono gli altri Comuni capoluogo della nostra Regione. Pensiamo soltanto al fatto che l’intera provincia di Rieti, credo che si attesti, città capoluogo più gli altri 72 comuni, attorno ai 120-150 mila abitanti. Insieme a questi enti locali abbiamo cercato di costruire un provvedimento che andasse incontro alla soluzione dei loro problemi e alle loro esigenze. Un provvedimento, quindi, di semplificazione delle procedure che è fortemente ancorato alla legge 38 del ’99, anzi direi che ne è una diretta filiazione e che guarda al futuro perché si tratta di un provvedimento ‘ponte’ che perciò si indirizza verso un riordino complessivo della strumentazione legislativa”.
Il presidente della Commissione Urbanistica Giovanni Carapella ha deifnito il provvedimento come innovativo “perché ha l’indubbio merito di rimettere al centro, dopo il dibattito urbanistico che ci fu sulla legge n. 38 nel ’99 il tema del rilancio nella Regione della pianificazione urbanistica intesa innanzitutto come strumento in grado di contrastare l’abusivismo edilizio. Il Lazio, infatti, secondo i dati del WWF e di Legambiente, ha una casa abusiva su dieci. Una regione che storicamente per abusivismo viene solo dopo Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, superata negli ultimi anni dalla Lombardia per numero di reati contestati. Lombardia che, però, con i suoi 9 milioni 246 mila 796 abitanti ha quasi il doppio degli abitanti del Lazio. Si tratta, dunque, di un abusivismo storico che fu tragicamente di necessità nella fase epica dell’espansione delle borgate e che oggi, invece, presenta caratteristiche di pregio, con interventi che non sono più di prima necessità, che intaccano soprattutto le aree costiere e che aggrediscono soprattutto i grandi parchi. La legge 38, opportunamente modificata, è una buona legge che coniuga tre vertici del problema: partecipazione all’atto della formazione, trasparenza nella procedura di approvazione, certezza nei tempi dell’iter approvativo. Questo per affermare in Urbanistica è fondamentale, un principio di legalità come condizione della democrazia. Accorciare le distanze fra le sedi decisionali e le istituzionali dove, sono più forti i processi partecipativi e il controllo democratico, rafforzare il ruolo della Regione, una Regione intesa non come luogo di veto o come un altro tavolo dove si ricontratta, ma intesa comeluogo di verifica e di coordinamento delle attività di pianificazione territoriale e urbanistica.”


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