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In aumento i reati denunciati nel Lazio

I dati nella Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza

Lo stato della sicurezza nel Lazio non è preoccupante, soprattutto se rapportato a quello di altre analoghe realtà. Negli ultimi due anni non ci sono state oscillazioni rilevanti rispetto al passato nel numero dei reati commessi, fatta eccezione per Frosinone, dove sono addirittura in diminuzione, mentre il reato più diffuso e in aumento resta il furto. E’ quanto ha riferito il prefetto di Roma, Achille Serra, nella relazione presentata in occasione della Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza del Lazio, svoltasi il 27 febbraio a Roma, con lo scopo di fornire un quadro quanto più realistico dell’ordine e della sicurezza nel Lazio, puntando l’attenzione sulle questioni più significative emerse negli ultimi due anni.

I dati dicono che se i reati denunciati nel Lazio, in termini assoluti, sono stati 258.703 nel 2004, la cifra è salita a 282.899 nel 2005 e l’aumento ha riguardato tutte le province fatta eccezione per Frosinone, dove sono invece diminuiti dai 10.795 del 2004 ai 10.295 del 2005.

Soprattutto a Roma e a Rieti sono in aumento i borseggi, che risultano in calo invece a Frosinone.

Diminuiti in tutto il Lazio i furti di autovetture che se nel 2004 sono stati 32.423, nel 2005 sono passati a 31.760.
Una tendenza che non è stata però confermata nelle province di Rieti e Latina dove invece sono passati rispettivamente da 113 nel 2004 a 154 nel 2005 e da 1.643 nel 2004 a 2033 nel 2005.

Gli scippi sono aumentati invece a Roma, mentre sono diminuiti nelle altre province. Cresciuti in tutto il Lazio, unica eccezione virtuosa ancora quella di Frosinone, i furti in appartamenti e quelli nei negozi.

’’Il radicamento nella capitale – ha spiegato Serra – di un gran numero di cittadini di etnia cinese, dediti al commercio di tali prodotti, ha poi determinato rilevanti flussi economici confluiti in vere e proprie operazioni di riciclaggio, gestite dalle organizzazioni criminali trasnazionali in collegamento con alcuni insospettabili cittadini italiani’’.

Secondo quanto affermato da Serra, la criminalità organizzata cinese ’’realizza operazioni di import-export di prodotti contraffatti, reinvestendo grosse somme di denaro in immobili e società in aree della capitale ove, da tempo si sono costituiti poli economici di grande rilevanza gestiti da cittadini asiatici’’. E se nel sud del Lazio e nel tratto tra Fiumicino e Anzio, ci sono elementi collegati a ’’cosche dell’Ndrangheta calabrese, alla mafia siciliana e clan camorristici’’ accanto ad esse ’’tentano di consolidarsi organizzazioni straniere criminali’’ attraverso ’’l’introduzione clandestina di immigrati, induzione e sfruttamento alla prostituzione anche di giovani minorenni, attunado in casi estremi la riduzione in schiavitu’, ma anche il traffico di esseri umani, di sostanze stupefacenti, di armi, nonche’ reati informatici quali clonazione di carte di credito e bancomat’’.

Massima attenzione sul problema dell’usura nel Lazio, che sebbene non è quantificabile e non sembra ’’destare allarme sociale – ha detto Serra -, ricorre sempre più frequentemente tra le condotte illecite non solo di organizzazioni criminali, ma anche di piccoli delinquenti di quartiere e che costituisce, in alcuni casi, l’anticamera dell’estorsione, tipologia meno diffusa’’. Infatti, in base ’’ai dati e alle informazioni fornite dai corpi territoriali di polizia il fenomeno delle estorsioni nella provincia di Roma è quasi trascurabile’’ e comunque ogni volta che si presenta un fatto di questo tipo, in breve tempo si riesce ad intervenire per assicurare i colpevoli alla giustizia, ha riferito ancora il prefetto. ’’Entrambi questi reati -ha sottolineato- se denunciati, offrono alle forze dell’ordine la possibilita’ di pervenire a risultati positivi al cento per cento’’.

A tal fine, ha spiegato Serra, ’’è necessaria la collaborazione delle vittime’’ e il ’’coinvolgimento sul tema, della associazioni di commercianti, artigiani e industriali’’. A questo proposito il prefetto ha infine sottolineato la recente istituzione di un tavolo tecnico, coordinato dal viceprefetto vicario, ’’con la partecipazione dei maggiori istituti bancari operanti a Roma, con il compito di trovare al più presto una soluzione che venga incontro a quella forte domanda proveniente dal credito ufficiale e legale, si consegna a personaggi, che pur appalesandosi nella loro immoralità, costituiscono per alcuni l’unica ancora di salvezza per non cessare la propria attività ed affrontare condizioni di miseria’’. Il prefetto si è detto ’’moderatamente ottimista’’ sul fatto che questo tipo di attività possa dare dei risultati positivi.

Sul tema della criminalità è intervenuto anche il comandante regionale della Guardia di finanza, Daniele Caprino, il quale ha sottolineato come sia necessaria non solo una repressione degli illeciti, ma anche ’’controlli a qualsiasi livello per eliminare le cause più diffuse di delinquenza, violenza, contraffazione’’. A tal fine Caprino ha auspicato ’’un maggiore coordinamento tra tutti i soggetti che rappresentano lo Stato sul territorio’’.

Il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Riccardo Amato, ha inoltre sottolineato che gli arresti sono aumentati negli ultimi anni. Infatti, ha spiegato, erano ’’16.200 nel 2003, 17.700 nel 2004 e sono stati 17.800 nel 2005’’. Cio’ è dovuto, ha aggiunto Amato, ’’sia all’aumento degli immigrati, sia all’impegno delle forze dell’ordine per la protezione del territorio’’. Amato ha inoltre precisato che non vanno sottovalutati i problemi dell’usura e dell’estorsione e che non ’’bisogna scoraggiarsi’’ per il fatto che sono poche le denunce per questi illeciti. Infine Amato ha anche dichiarato che i grandi quantitativi di sostanze stupefacenti sequestrati a Roma testimoniano ’’l’impegno su questo fronte’’.

(Sci/Pn/Gs/Adnkronos) del 27 febbraio


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