Incontri a Centocelle nella Fase 3 della “distanza sociale”
A colloquio con Loreto Vallucci, Alvaro Aquili ed Emanuela PangalloOggi 18 giugno 2020 mi sono incamminato per il parchetto di via Pomona a Pietralata e ho raggiunto la fermata dei bus 542 e 548 direzione Centocelle in una via dei Monti Tiburtini tornata alla quasi normalità con un traffico sostenuto e rombante di auto, furgoni ed altro sfreccianti a forte velocità e con veicoli che, in presenza delle strisce pedonali, sembrano accelerare più che rallentare. Finito il flusso lungo delle macchine ho attraversato il viale e mi sono diretto alla fermata sul lato opposto dello stesso e, dopo un’attesa di 10 minuti, circa sono salito a bordo del 542.
Pochi i passeggeri, con mascherina e distanziati, secondo normativa vigente. Con la mia protesi elettronica (smartphone) ho scattato un po’ di foto nel e dal bus.
Mi ha colpito la dicitura del cartello di divieto di sedersi su molti posti del bus: “Per garantire la distanza sociale è vietato l’utilizzo di questo posto”. Ho sottolineato garantire la distanza sociale perché la trovo orribile. Pensate si vuole garantire la distanza sociale (una variante del governativo “distanziamento sociale”, quindi l’asocialità (le parole sono pietre!), quando quel che ci si propone dovrebbe semplicemente quello di garantire una distanza di sicurezza. Quello che è certo è che noi, pochi passeggeri a bordo, mascherati, evitiamo non solo di parlarci ma addirittura di guardarci se non di sbieco, e sospettosi che ognuno sia portatore di contagio, nonostante l’osservata precauzione.
Altri scatti li dedico al piazzale delle Gardenie con la sua piazza rinnovata rispetto a quella che avevo conosciuto una trentina di anni fa quando iniziò la mia avventura con il giornale Abitare A e non posso non ricordare una delle grandi sostenitrici del mio progetto, la cara Maria Pia Pierri e il suo Atelier di abiti da sposa che ha allietato con le sue creazioni l’unione di tante coppie di sposi. Ora Maria Pia ha spostato la sua sede in via Prenestina e il nostro ultimo incontro risale ormai ad alcuni mesi fa quando abbiamo conversato ricordandoci un tempo in cui eravamo felici (e non lo sapevamo). Mi piace ricordarla oggi e so che in tempi duri come questi saprà tenere duro e con il sorriso sulle labbra.
Lungo il percorso del bus, osservando i negozi, e notando i tanti cambiamenti intervenuti in questi anni, mi assale questa domanda che fine hanno fatto i titolari di quei vecchi negozi? Alcuni erano dei cari amici, altri mi hanno insegnato tante cose.
Mentre sono così assorto mi avvedo di essere arrivato in prossimità di piazza dei Gerani dove fervono le attività per restituire la piazza agli antichi splendori, di quando lì si svolgeva il Carnevale di Piazza dei Gerani. La foto la lasciò su facebook e non la ripropongo in questo articolo, perché è venuta male.
Ed eccomi arrivato in via dei Castani e poco prima di piazza dei Mirti fotografo con gioia il Tostatore Storico di noccioline calde che da tempi immemorabili ha fatto gioire grandi e piccini con le sue prelibatezze (Tostatura e vendita di noccioline tostate dolciumi frutta secca e zucchero filato).
Giro poi attorno a piazza dei Mirti e mentre mi dirigo all’altezza di piazza San Felice da Cantalice (una chiesa dalla facciata bella e accogliente e che vigila sulla via dei Castani) decido di conoscere meglio il titolare del box di libri e fumetti Loreto Vallucci. L’edicola (tra via dei Castani e la piazza della chiesa) è un’istituzione locale e Loreto è là, osservatore attento del quartiere e delle sue evoluzioni dal 1988 (quando rilevò una precedente attività). L’edicola è traboccante di libri, ma soprattutto di fumetti in cui Loreto ha riversato una sua passione che risale all’infanzia, quando ancora avidamente ci si appassionava alle vicende degli eroi delle magiche strisce. Anche la scelta dei libri è molto interessante.
Avevo conosciuto Loreto anni fa in occasione di un reading all’ex mercato di Torre Spaccata e mi ero ripromesso di approfondire la sua conoscenza. Cosa che è avvenuta oggi. Abbiamo parlato a lungo e la nostra conversazione è proseguita interrotta solo da qualche cliente di passaggio e dagli sfottò di alcuni vecchi tifosi napoletani ringalluzziti dalla vittoria in Coppa Italia e che si sono sentiti in dovere di rigirare il coltello nella piaga del tifoso juventino che è da sempre Loreto (cosa che ovviamente me lo ha reso ancora più simpatico). E’ nata per farla breve un’amicizia tra persone che condividono la passione per la cultura, per i libri, l’amore per il quartiere. Loreto mi ha offerto anche un caffè buono nel vicino bar gestito da asiatici, gentilissimi e poi mi ha donato un libro di poesia di Sergio Doraldi Il cassetto dei giocattoli.
Dopo questo incontro ho disceso via dei Pioppi per vedere se Endurance (lo storico negozio di strumenti musicali) aveva riaperto i battenti e per incontrare l’amico poeta Alvaro Aquili. Nella precedente visita alcune settimane fa avevo trovato le serrande abbassate e confesso di essermi preoccupato un po’. Perché quello che abbiamo attraversato è stato un periodo maledetto che ha costretto molti esercizi alla chiusura e l’ultima volta che ci eravamo visti Alvaro aveva manifestato dubbi sul mantenimento della sua attività non solo per la crisi economica che dura ormai dal 2008, ma anche per stanchezza e agli acciacchi dell’età avanzata.
Quindi grande è stata l’emozione e ho dovuto resistere per non abbracciarlo. Ci siamo limitati a sfregarci il gomito, un surrogato deprimente rispetto ad un abbraccio o a una vigorosa stretta di mano. Ed eccomi di fronte ad un Alvaro sorridente e tonico. Infatti mi ha spiegato che in quel di Labico, dove ha trascorso questo periodo pandemico si è dedicato alla agricoltura e alla sistemazione della sua tenuta e all’allevamento di una capretta (un animale intelligente, secondo lui e che mi ha fatto ricordare una capretta della mia infanzia appartenente ad un contadino di cui ricordo il soprannone “Uattuatte”, al quale noi monellacci di paese, facevamo mille dispetti, tra i quali quello di derubare del latte dalla capretta schizzandocelo in bocca). Tutto questo lavoro, compreso lo spostamento di pesi lo ha affaticato e al tempo stesso rigenerato. Abbiamo parlato ovviamente della situazione attuale, delle incerte prospettive, delle difficoltà della ripresa.
Ma poi abbiamo sconfinato su ricordi di infanzia e sulla poesia che entrambi ci appassiona. Prima del Coronavirus ho avuto il piacere e il privilegio di editare il suo Aperilibro “Carmina” che avremmo dovuto presentare (ma il disastroso Covid, ce l’ha impedito) presso la Galleria Il Mondo dell’Arte degli amici Remo Panacchia ed Elvino Echeoni. Lo faremo, appena ci sarà consentito. Abbiamo convenuto che venderemo cara la nostra pelle e che combatteremo, del resto Endurance è il nome dell’esercizio di Alvaro e io sono un pugliese “capatosta”. (il negozio è aperto martedi-mercoledì-giovedì-venerdì, orario continuato ore10-18).
Uscendo dal negozio, ho fotografato uno scorcio di via dei Pioppi, una via a me molto cara, al cui centro campeggia l’antico Acquedotto Alessandrino, l’ultimo degli acquedotti romani, un esempio eccelso di come si possa resistere anche alla voracità della grande speculazione edilizia.
Risalendo verso San Felice fotografo in via Dalia una casa adorna di fiori, cosa tutt’altro che rara nel quartiere di Centocelle, la cui toponomastica e le cui strade abbondano non solo di nomi di fiori e di piante ed anche di vegetazione varia e di scorci poetici.
Prima che termini la salita di via dei Pioppi, mi viene in mente la figura del prof. Fogliani un maestro di musica, il quale disse al papà del cantante Claudio Baglioni (onore e vanto di Centocelle) che suo figlio aveva talento musicale. E fu così che i suoi lo iscrissero a un corso di musica e gli acquistarono una chitarra.
Lasciandomi alle spalle la chiesa di San Felice, imbocco via dei Castani e raggiungo il negozio El Deseo dove mi accoglie il radioso sorriso di Emanuela Pangallo che ha appena riordinato con nuove tentazioni le sue vetrine. In questo fascinoso minuscolo esercizio sono racchiuse come in uno scrigno tante originali proposte di regalo, pronte a soddisfare il piacere di donare e di ricevere, e tutte da osservare di persona, passeggiando per la via più importante del quartiere. Anche con Emanuela, donna determinata e che ama piangersi addosso, ci scambiamo opinioni sul Covid, sulla crisi, sul mutamento del modo di relazionarsi delle persone e su una ripresa che stenta ancora ad affermarsi e sulla grande fiducia in un futuro meno gramo del presente.
Si è fatto tardi. Passo lì accanto per un fugace saluto dalla soglia del negozio Milagro che ha ereditato la grande tradizione di Miracolo, mitico negozio di abbigliamento del padre Giacomo in via dei Platani e lascio un saluto per Katia Deflorio che, assente stamattina, tornerà oggi pomeriggio.
Aspettando un bus che mi riporti a Pietralata, guardando le vetrine di Sport Incontro, ricordo con gratitudine il sostegno straordinario offerto da Enzo Patano alla mia Atletica del Parco ed alla gara “Corri per il Parco”. Ora alla sua attività si affianca aderendo allo spirito dei tempi il negozio “Giano” diretto dal figlio Gianluca.
Osservo anche i negozi purtroppo semivuoti I negozi semivuoti mentre arriva il 542 direzione via dei Monti Tiburtini. Appena salgo il bus non è affollato. Lo diventerà in maniera preoccupante alla fermata in viale della Primavera, dove salgono molte persone in attesa tra le quali, provenienti dal vicino mercato delle pulci alcune nomadi con numerosa prole.
Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙