L’associazione “La Primula” di Centocelle rinnova la magia del teatro

Lo spettacolo di teatro integrato è andato in scena l'otto giugno al Borgo ragazzi don Bosco

L’otto giugno alle 20,30 nella sala Biavati, teatro del Borgo don Bosco in via Prenestina 468, è andato in scena lo spettacolo del laboratorio integrato de “La Primula” A Guerrandia scoppiò la pace, dopo un anno di prove, culminate con una  due giorni nella marchigiana Fermo.

Il teatro integrato è da molti anni uno dei pilastri dell’Associazione, per l’espressività, la fantasia e la necessaria integrazione, che contribuiscono alla promozione della persona. 

 

Il pubblico ha gremito la sala,  accompagnando con applausi le scene e le battute degli attori, diretti dalla storica regista dell’associazione Stefania Ambrosi.

La sceneggiatura, opera della stessa regista, è tratta da  lavori di Gianni Rodari e di Marcello Argilli: un gruppo di studenti, tra l’ironico e il serio, affronta  l’ansia di una di loro, che deve svolgere una relazione sulla guerra, argomento per lei sconosciuto e privo di ogni interesse.

Uno di loro, dopo aver richiamato famosi film sulla guerra –  che purtroppo ha fatto e fa ancora la Storia –  ricorda e le racconta lo spettacolo  messo in scena con i suoi compagni delle elementari: un fantomatico paese – Guerrandia appunto – che passa da una guerra all’altra.  Nel paese non ci sono giardini, cinema, teatri, balli e poesie, ma solo frequenti parate, addestramenti alle armi, indottrinamento dei giovani finalizzato alle ostilità.

Regna ovunque l’ordine, la disciplina, l’inquadramento della popolazione, senza smancerie, giochi o discorsi vuoti d’amore e di pace, come spiega il generalissimo Annibale Mitraglia: pacifisti e interventisti accomunati dallo stesso destino. Allo scoppio delle ostilità,  i due generali avversari si accorgono con sgomento di non avere più…cannoni!.. e vengono colpiti da un inevitabile collasso; i propri attendenti suggeriscono allora di fondere tutte le campane dei rispettivi paesi per costruire le armi. La fusione delle campane è una delle scene più suggestive.

All’ordine di aprire il fuoco, però, dai giganteschi cannoni esce un fragoroso scampanio accolto con grida di giubilo: i due paesi in festa si abbracciano, mentre i generali fuggono sgomenti. E’ scoppiata la pace! E così, grazie al lungo racconto del compagno, anche la studentessa annoiata e per nulla interessata all’argomento, deve ricredersi, ritrovando energia per la sua ricerca scolastica.

Ne è risultata una rappresentazione attualissima, assai gradevole e ben ritmata, grazie alle musiche, ai movimenti di scena con frequenti entrate e uscite,  alle scenografie- preparate nei laboratori sotto la guida di Piera de Felice – e ai costumi, opera di Cristina Sgarra, Isabella Marcucci e Luisa Persico; senza dimenticare le giovani suggeritrici dietro le quinte e tutti coloro che fin dalla mattina hanno portato e predisposto scene e attrezzature necessarie. Ma, ancora una volta,  l’affiatamento, l’impegno e la consolidata bravura degli attori, volontari e soci, hanno aggiunto la magia  che sempre il pubblico attende.


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