

La Roma conclude la stagione con il record storico di 85 punti “costringendo” la Juventus a vincere lo scudetto a quota 102, record assoluto di punti per la serie A. I fautori del successo capitolino sono stati nomi vecchi e nuovi, che hanno creato un mix vincente e solido risollevando le sorti giallorosse dopo almeno tre anni di depressione sportiva. Ma ora la società non deve smontare quello che è stato costruito in una sola stagione. Andiamo ad analizzare nel dettaglio i protagonisti della stagione giallorossa.
Rudi Garcia 9: Il merito principale di questa stagione è sicuramente di mister Garcia. Ha saputo ricostruire un ambiente demoralizzato e lavorare in stretto contatto con il direttore sportivo, di cui ne ha mitigato le velleità per una campagna acquisti mirata, fatta di giovani e di campioni affermati, indispensabili per ricostituire la spina dorsale della squadra.
Un gioco pregevole dai ritmi non eccessivi, che ha permesso di ottenere il massimo dai vecchi leoni della squadra e ha saputo far integrare i nuovi. Ordine, tecnica e gioco, aldilà delle sterili ideologie calcistiche al grido di “tutti giovani” o “tutti all’attacco”, che hanno spinto la squadra a infrangersi contro i mulini a vento. Garcia si è dimostrato un allenatore esperto, innovativo e vincente, che ha saputo accettare la sfida del campionato italiano e ha ottenuto il massimo dai suoi giocatori, sfruttandoli per le loro peculiarità e porli al servizio del collettivo
Walter Sabatini 8,5: Il direttore, dopo due anni di disastri, commessi in combutta con Baldini, ha saputo lavorare in grande stile, ritrovando la piena autonomia delle proprie scelte (lui stesso aveva dichiarato di lavorare meglio senza l’amico Baldini) e ha compiuto un miracolo, azzeccando grandi acquisti con i ricavi di illustri cessioni e concludendo il calciomercato con un bilancio in attivo di circa 20 milioni di euro.
Le colonne della squadra
Mehdi Benatia 9: Venduto Marquinos per 35 mln nessuno avrebbe potuto prevedere che il brasiliano sarebbe stato presto dimenticato. Il tutto grazie al marocchino che è divenuto in poco tempo una colonna portante della squadra. Potente, agile, un muro difensivo e doti da stoccatore inesorabile sotto porta (5 reti in stagione). Il suo carisma lo ha elevato a terzo capitano dopo i due simboli romani e questo è tutto dire. Ora lo ricerca mezza Europa che conta, vedremo se la dirigenza sarà in grado di trattenerlo a Roma.
Francesco Totti 8: Il capitano ha iniziato la stagione a livelli supersonici, contribuendo a raggiungere le dieci vittorie consecutive a inizio campionato. Corsa, tecnica sopraffina, reti e assist al bacio sembravano proiettare il vecchio capitano verso il mondiale. Poi l’infortunio muscolare lo ha tenuto lontano per alcuni mesi, facendogli perdere quella condizione iniziale, tanto che la stessa squadra ne ha risentito. Al suo rientro non si è esentato dalle responsabilità e a ritmi molto più compassati ha condotto la squadra nel porto sicuro della posizione Champions.
Kouassi Gervais Gervinho 8: E’ vero che spesso ha sbagliato gol facili, ma è stato devastante tenendo ritmi altissimi per tutta la stagione. Nessuno pensava che, dopo due deludenti stagioni all’Arsenal, potesse ritornare la Freccia nera capace di spaccare in due le difese avversarie e chiudere a quota 9 gol all’attivo. Gli allenatori avversari ci hanno provato in tutti i modi a neutralizzarlo, ma forse perché nemmeno lui è stato cosciente delle sue galoppate tanto deliranti, quanto efficaci.
Morgan De Sanctis 8: Garcia voleva un portiere esperto e italiano, che fosse una garanzia per approcciare al meglio la serie A. Ha trovato tutto questo, ma anche un leader che ha dato la marcia in più a una difesa quasi perfetta
Leandro Castan 8: Uscito con le ossa rotte dall’ultima stagione giallorossa, ha saputo riscattarsi e diventare un punto fermo della difesa. L’affiatamento con Benatia è stato perfetto e ci ha messo quel pizzico di tecnica utile per iniziare l’azione dalle retrovie.
Douglas Maicon 8: Rigenerato da Garcia dopo due anni di buio al City, è diventato da subito il punto di riferimento sulla fascia destra. Dai suoi piedi sono nate tante azioni e spunti importanti. Prezioso per quel gioco improntato sul possesso palla, che necessita di giocatori forti sia tecnicamente che caratterialmente
Daniele De Rossi 8: Che fosse ritornato ai suoi livelli lo si è visto sin dalla prima giornata, in cui è diventato il protagonista con un suo gol-vittoria. Davanti alla difesa è divenuto l’artefice di una difesa imbattibile. Punto di equilibrio della squadra non si è mai tirato indietro, nemmeno quando ha dovuto combattere con i consueti problemi fisici.
Kevin Strootman 8: Garcia lo ha soprannominato la“Lavatrice”, per la sua grande capacità di “pulire” anche i palloni più difficili. Con lui il centrocampo ha acquisito potenza, tecnica e visione di gioco. Giocatore universale e intelligente è stato fermato solo dal brutto infortunio al ginocchio che gli ha fatto perdere il finale di stagione e il mondiale.
Miralem Pjanic 7,5: Le sue giocate sopraffine hanno dato il giusto contributo per il gran campionato giallorosso. Certo, si è preso le sue pause da buon slavo, ma la sua genialità la si è vista con quei gol memorabili che hanno fatto svoltare tante partite.
Un prezioso supporto
Alessandro Florenzi 7: Nella prima parte del campionato ha dimostrato di essere una pedina fondamentale nello scacchiere offensivo di Garcia. Colui che dava equilibrio e velocità a un attacco dai meccanismi perfetti. La sua grinta non è mai mancata, nemmeno quando il mister lo ha preferito ad altri compagni. Sempre pronto.
Radja Nainggolan 7: Mai mercato di riparazione è stato così provvidenziale. Con il grave infortunio di Strootman è diventato un punto di riferimento del centrocampo grazie alla sua duttilità tattica e al grande carattere. Il suo immediato adattamento ha salvato il centrocampo giallorosso.
Rodrigo Taddei 7: Poche apparizioni ma preziose. Garcia lo ha reinventato regista basso come sostituto di De Rossi. Lui ha regalato prestazioni illuminanti grazie al suo bagaglio tecnico di giocatore navigato, togliendosi anche lo sfizio di segnare gol importanti. Un probabile biglietto d’addio dopo il lungo corso in giallorosso. Rimarrà comunque nei cuori dei tifosi.
Mattia Destro 7: Sette mesi di infortunio e al suo rientro si è messo a disposizione. Poi il giudice sportivo lo ha collocato a riposo per quattro turni consecutivi. Ma in mezzo il giovane talento ha avuto modo di segnare ben 13 reti. Un antipasto di buoni propositi per l’eventuale mondiale e per la nuova stagione.
Federico Balzaretti 6,5: Dopo essere diventato l’eroe del derby di andata, le sue lacrime di gioia si sono trasformate in lacrime di dolore. La pubalgia non l’ha più mollato costringendolo a un ritiro molto anticipato di stagione.
Lukasz Skorupski 6,5: Boniek scommette su questo giovane portiere polacco, rappresentante di una scuola emergente e molto promettente. Lui nelle poche apparizioni di quest’anno si è ben comportato. Una speranza per il post De Sanctis.
Alessio Romagnoli 6,5: Il giovane di Anzio ha dimostrato grande abnegazione alla causa e ha dimostrato di saperci stare dentro un gruppo di livello e poter crescere all’ombra dei grandi.
Vassilis Torosidis 6,5: La sua esperienza è servita per coprire gli infortuni dei vari romanisti di fascia, sempre offrendo la massima professionalità.
Gli altri
Nel gruppo degli altri troviamo ragazzi che avrebbero potuto fare di più, in particolare Ljajic (5,5) che era partito alla grande e che poi si è involuto non riuscendo a far emergere tutta la sua classe. Anche Dodò (5,5) non ha brillato, ma un risultato positivo l’ha raggiunto: giocare un’intera stagione dopo il lungo infortunio e la dura convalescenza. Vedremo se riuscirà in futuro (se resterà) ad aggiungerci la giusta cattiveria e un maggior senso tattico. Poi c’è chi se n’è andato prima, come Borriello (n.g.) e Burdisso (n.g.), e chi è arrivato dopo, come Toloi (5,5) che non ha avuto il tempo di ambientarsi e Bastos (5), brasiliano dai piedi vellutati, ma non supportato da un’adeguata condizione fisica. Infine c’è chi non ha mai avuto spazio come Lobont (n.g.) o Jedvaj (n.g.), che però è costato 5 mln, l’unico flop del mercato, e le giovani promesse Ricci (n.g.) e Mazzitelli (n.g.)
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