

Il 10 gennaio, è stato il terzo giorno di blocco per i veicoli più inquinanti (divieto per le auto non catalizzate e vecchi diesel nella fascia verde, e divieto per i vecchi motorini nella Ztl). Il provvedimento è stato preso, causa il nuovo innalzamento delle polveri sottili.
Le centraline che hanno superato i limiti fissati dall’Unione Europea sono quella di Fermi (66/50 microgrammi per metrocubo), di largo Preneste e Cinecittà (entrambe al 70/50).
Per tre mesi il giovedì si circolerà a targhe alterne, iniziando dal 19 gennaio con quelle pari. Il provvedimento, però, sembra inutile nel contrastare la lotta alle polveri sottili, e l’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma dà la colpa ai numerosi veicoli diesel circolanti, indicati dagli esperti come causa di emissioni di polveri sottili, anche se reputa “impopolare” un divieto di circolazione per questi ultimi, sottolineando che: “servono scelte a livello nazionale, non è possibile che ogni città vada per conto proprio e che non ci sia una politica comune per tutta Italia. Per questo, sarebbe giusto che il Governo intervenisse con indicazione precise”.
Sulle misure anti-smog del Campidoglio c’è anche un’indagine del procuratore aggiunto di Roma, Gianfranco Amendola che, dopo le conclusioni di una perizia, negli scorsi mesi, ha presentato alcune indicazioni.
E’ anche sotto accusa l’ex Giunta Storace che incaricò alcuni esperti (dell’Arpa, Cnr ed Enea) per determinare l’origine delle polveri sottili e capire in che percentuali sono naturali: la ricerca indicò, che una parte significativa delle polveri sottili sono naturali (in un primo tempo indicate al 30%, poi corretto al 3%), e che queste provengono dal Sahara. Questa ricerca, però, è stata messa in discussione dal nuovo assessore regionale all’ambiente, Angelo Bonelli, che ha chiesto chiarimenti agli estensori della relazione. Sulla vicenda sta anche indagando la Procura della Repubblica ed il magistrato l’11 gennaio ascolterà sull’argomento l’ex assessore Saraceni.
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