San Lorenzo in piscibus un gioiello medievale incastonato nella corona della Roma barocca

Omnia Urbes e l’Incontro alla scoperta di una Roma diversamente affascinante ma estremamente attraente
Olga Di Cagno - 27 Febbraio 2020

Come è ormai abitudine al termine di un ciclo di incontri in aula, presso la sede del Centro Culturale Lepetit, Omnia Urbes e L’Incontro (due associazioni culturali del V Municipio che si impegnano nella valorizzazione territoriale e culturale) hanno trasportato l’aula oltre le mura del centro culturale per poter ammirare da vicino le immagini e le particolarità di Roma che durante gli incontri in aula sono state presentate.

Presentare è forse il verbo che più si addice all’esperienza vissuta dai frequentatori del corso di conoscenza di Roma perché, più che in altre occasioni di uscita sul territorio, si è avuto modo di conoscere una parte di Roma veramente poco nota.

Via dei Penitenzieri è una strada abbastanza frequentata; uno degli ingressi dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia è posto proprio su questa via e percorrendola si giunge al limitare sinistro del colonnato del Bernini guardando la basilica di San Pietro. Migliaia di macchine, milioni di pellegrini e turisti eppure pochi si soffermano ad osservare una costruzione in mattoncini rossastri-in cortina-, ad un livello inferiore rispetto a quello del tracciato stradale, con una conformazione che niente ha a che fare con le geometriche ed imponenti costruzioni del rione Borgo.

Si presenta cosi la chiesa di san Lorenzo in piscibus, non si nota, non colpisce ma si presenta diversa!

Un piccolo tratto di strada al di sotto del nastro asfaltato, semi nascosto e una porta a vetri, lì un sorriso e la presenza di comunità di accoglienza e di preghiera, la Comunità Shalom, invitano ad entrare in un ambiente tipico delle aule di servizio delle moderne parrocchie.

Un paio di gradini ed una porta che da su un corridoio e poi…la meraviglia, lo stupore, l’inaspettato!

Si presenta così l’aula di culto in peno stile medievale, spoglia e bellissima, semplice ed avvolgente.

Dove? Come? Ma è la Roma della mastodontica basilica di San Pietro? Possibile? Si, possibilissimo.

Le sue origini, o meglio le origini del culto del martire Lorenzo, che pare lì partecipasse alla cura dei poveri, si perdono agli albori dell’era cristiana quando i primi pellegrini dal Nord Europa giungevano nella Città eterna per pregare sulle tombe dei santi martiri.

San Lorenzo in piscibus, almeno nella forma che è giunta fino a noi, è una tipica costruzione medievale del XII secolo, eretta in quello stile lineare e pulito che caratterizza tutte le chiese del periodo: lo stile basilicale a tre navate divise tra loro da due file di colonne antiche reimpiegate; il campanile romanico è un punto lineare decorato, come era normale per l’epoca, con scodelle di smalti colorati.

Un mercato del pesce (siamo nelle immediate vicinanze delle rive del Tevere) o il nome di una famiglia potrebbero essere la spiegazione dell’appellativo latino.

Ma se l’interno si presenta come un luogo fuori dal tempo, lungo le pareti esterne le tracce del luogo e del tempo sono visibili: un’imposta di arco, frammenti marmorei cementati nella muratura duecentesca, rattoppi altomedievali con utilizzo di materiali tufacei, una colonna di granito grigia semplicemente (come solo a Roma può succedere) allocata al di fuori della costruzione ecclesiale.

Salvata “per miracolo” -e in questo caso la frase è più che appropriata- durante i lavori che videro la demolizione della spina di Borgo ha subito per un lungo tempo l’abbandono e la desolazione: sconsacrata e lasciata lontana dal culto solo una trentina di anni fa papa Giovanni Paolo II la riconsacrò e le ridonò una nuova veste.

Oggi conserva la Croce del Grande Giubileo del 2000 portata in processione in tutto il mondo prima di giungere nell’agosto dell’anno santo sulla spianata di Tor Vergata ed accogliere e presentare Roma ai giovani del mondo.

Ecco come si presenta la piccola, accogliente, affascinante chiesa di San Lorenzo in piscibis: un gioiello romanico incastonato nella corona della grande Roma barocca.

Altre volte Omnia Urbes e L’Incontro hanno proposto ai fruitori del corso di archeologia romana luoghi e momenti di intensa scoperta ma forse l’ultima uscita è stata un po’ più inaspettata.

Rientrando in aula (il lunedì) e riprendendo gli incontri si mostreranno altri tesori nascosti, altre meraviglie poco note, le prossime avranno come protagonista il rione Esquilino con le sue basiliche, i suoi oratori i suoi auditoria, le sue strade.

Roma riserva sempre nuove scoperte e continua a mostrarsi costantemente in una veste nuova, basta saperla osservare.

 

 

Serenella

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