L'Associazione "Rete Nuovo Muncipio IV", per offrire a tutti una prima occasione di riflessione collettiva sulle difficoltà e i problemi che inevitabilmente si dovranno affrontare prossimamente per realizzare e attivare…
Sky Tg24 entra a gamba tesa nel VI Municipio con “Cronache di frontiera”
Primo episodio dedicato alla malsana sopravvivenza nei quartieri di Tor Bella Monaca, Torre Angela, Torre Maura, Giardinetti, TorrespaccataBasta fare un giro per le strade del “Municipio delle Torri” (Tor Bella Monaca, Torre Angela, Torre Maura, Giardinetti, Torrespaccata) per riconoscere immediatamente quella pungente aria di periferia che aleggia sul VI municipio della Capitale, con tutti i disagi di chi, in queste zone, combatte tutti i giorni per la sopravvivenza.
Siamo a Roma est, oltre la Casilina e oltre gli sguardi attenti dei turisti provenienti da ogni angolo di mondo, pronti ad immortalare, con la Reflex o con il più famoso bastone da selfie le grandi meraviglie nel cuore pulsante della città eterna. Oltre il centro… c’è la periferia.
Qui, in periferia, siamo forse troppo lontani per godere dell’utopica e idilliaca bellezza di una foto-ricordo scattata da un famiglia giapponese a Piazza Navona o sulle scalinate di Trinità dei Monti a Piazza di Spagna. Nel “Municipio delle Torri” le foto non sono a colori.
Il frame che ci appare è ingrigito dalle lotte di quartiere, dalla precaria coesistenza di religioni, tradizioni, credenze differenti, dalla costretta convivenza tra 74 etnie, dall’occupazione abusiva di case popolari, dalla presenza di insediamenti Rom, dalla dilagante disoccupazione.
Appare così il VI municipio di Roma, che con i suoi circa 300.000 abitanti, di cui quasi un terzo extracomunitari, è il vero centro nevralgico della città e merita dunque sguardi più attenti.
È attraverso “gli occhi” di Sky Tg24, con la docu-serie “Cronache di frontiera”, che scopriamo il volto e i volti di questi quartieri tipicamente popolari. Episodio dopo episodio (per un totale di 4 puntate) dal 30 settembre 2015, tutti i mercoledì alle ore 21:10 su Sky Tg24 (canali 100 e 500 di Sky), sul Canale 27 del Digitale Terrestre, in diretta streaming sul sito o direttamente a questo link (la prima puntata), ciò che accade nelle case, nelle strade, nelle piazze, ora entra anche nelle nostre case con una toccante narrazione in presa diretta, senza intermediazione giornalistica o documentaristica.
Ci accorgiamo già dal primo episodio che non si tratta del solito documentario, qui il giornalista scompare e anche la sua voce rimane dietro le quinte. Forse Sky Tg24 ha pensato che per smuovere le coscienze ormai narcotizzate dalle cronache, dalle inchieste, dal giornalismo “standard”, a poco servono le domande e le parole. Bastano le immagini.
Sky Tg24 ci mostra a cuore aperto: VERA, ANDREA, JONAS, REGINA, AGOSTINO, TANGIR, MEHMET, MARIO, ALESSIA e tanti altri. Uomini e donne appesi per il collo dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla povertà, dal fallimento, dalla paura, dalla fame, dal razzismo che lentamente li soffoca. Tutti uniti e al contempo divisi da un muro spinato, una frontiera tutt’altro che invisibile.
Proviamo con le parole a restituire voce a quelle immagini già così esaustive di per sé.
VERA è una volontaria dell’associazione Onlus “La Rosmarina”- “ Non ho un lavoro fisso e finché non trovo un’occupazione perché non fare volontariato e aiutare gli altri?”– Vera è una donna albanese disoccupata. Vive in Italia da circa 20 anni: è una donna bella e forte dall’animo buono, combatte per se stessa e per tutti quelli che si trovano nella sua situazione offrendo un aiuto gratuito presso “La Rosmarina”.
“Diamo le cose più importanti che servono a una famiglia; – dice Vera – la gentilezza verso le persone vuol dire tanto” – aggiunge con un sorriso.
“La Rosmarina” è un’associazione di Volontariato nata nel dicembre 2005 grazie alla volontà e all’impegno di un gruppo di donne accomunate da una vita spesa nel e per il sociale. Grazie al contributo di diversi volontari e professionisti che prestano gratuitamente la loro opera per aiutare le persone che si rivolgono all’associazione, La Rosmarina offre quotidianamente servizi per garantire la tutela dei diritti civili delle categorie più deboli e svantaggiate della nostra società: bambini in difficoltà, ragazze madri, famiglie bisognose, soggetti fragili e tutti coloro che subiscono qualche forma di emarginazione. Dal 2008 sono inoltre attivi corsi di alfabetizzazione per stranieri e italiani e corsi base di informatica (i servizi, i corsi ed i laboratori de La Rosmarina si tengono presso la sede dell’associazione in Via A. Calzoni, 9 sc. C – 00133 Villaggio-Breda, Roma. Spesso l’aiuto arriva proprio da chi, a sua volta, è stato aiutato. Il Centro due volte alla settimana (martedì e venerdì dalle 16 alle 18) distribuisce pacchi alimentari sostenendo circa 450 famiglie al mese.
ANDREA è un artigiano del legno, disoccupato e arrabbiato – “Ho vissuto nella bambagia degli anni ’80, vengo dall’artigianato, ora non lavoro più e sto a spasso, ho 37 anni e nessuno mi dà lavoro”
Andrea è un giovane uomo romano, schietto e irruento, come solo un romano disoccupato sa essere. Dalle sue parole viene fuori la rabbia di chi ha un talento (artista nella realizzazione di parquet) e tanta energia da investire. La crisi e la concorrenza spietata, in un mercato in cui il suo lavoro è svenduto per quattro euro all’ora (dai moldavi), lo hanno messo ai margini della società. Andrea non vuole subire in silenzio. Le sue frasi fredde e secche inneggiano alla rivoluzione degli italiani contro “lo straniero”, contro uno Stato che non deve, non può e non sa gestire l’SOS immigrati. “Un paese che sta in crisi come noi – asserisce deciso – non può accettare nessuno. Ci vuole una rivolta con il sangue.” E con un fuoco che gli brucia dentro conclude così: “T’assicuro che se mi dicessero d’ammazzare una persona, però poi c’ho trent’anni di carriera assicurati, forse scenderei a patti con la mia anima che non schiaccerebbe manco una formica”.
JONAS è un italo-etiope (sulla settantina) abusivo a Tor Bella Monaca- “Facevo il custode dentro questo stabile del Comune abbandonato e dal 2008 sono disoccupato” – indica lo stabile e si guarda intorno – “Questa per me è casa, ma casa è dove trovi l’affetto, l’amicizia, dove ti senti integrato, questo vuol dire casa, in questo senso è casa e io vivo alla giornata”.
Osservandolo è possibile scorgere i suoi occhi tristi e stanchi dietro un paio di occhiali da vista neri. Jonas va a dormire la notte con la paura di essere aggredito da chi non accetta che, senza pagare, abbia un tetto sopra la testa. Il suo terrore lo possiamo leggere nel suo volto prima e nelle picconate alle finestre poi. “Sassi e proiettili alle finestre, da quando sono arrivato dicono: te ne devi andare! Sono razzisti… mi danno la caccia! Mi sono rivolto alle autorità competenti ma senza esito” – dice guardando le finestre squarciate dai fori – “Io dormo due ore a notte perché ho paura, ogni rumore mi sveglia e non trovo pace”.
Con un pacco di spaghetti e un po’ di pomodoro, offerti dai volontari, Jonas ringrazia Dio per essere riuscito a cenare anche quella sera. Così conclude col sorriso un’altra delle sue difficili giornate a Tor Bella Monaca.
REGINA è nigeriana, ha 8 figli e fa la sarta, è arrivata in Italia negli anni ’90: la vediamo in fila alla Rosmarina per ricevere il pacco degli alimenti.
Racconta che prima, negli anni ’90, era più facile ricevere cibo ed essere aiutati, ora invece sono necessari tanti documenti e la fila di poveri è molto più lunga (e prima erano solo neri mentre ora ci sono molti italiani). Regina ne fa una questione di razza, quando viene invitata a tornare successivamente e con tutti i documenti per poter ricevere il pacco: “Ce l’hanno contro i neri”.
Per ricevere un pacco infatti – spiegano le volontarie – è necessario avere: documento d’identità e codice fiscale fotocopiati, dichiarazione ISEE e tessera annuale di 5 euro rilasciata dal centro. Una donna italiana, volontaria, più volte malmenata durante il suo lavoro gratuito da una nigeriana, risponde: “La povertà non ha colore, non ha etnia. Quando un bambino ha fame, ha fame! Può essere un bambino indiano, rumeno, italiano”.
AGOSTINO nato a Roma nel ’58 è un imprenditore disoccupato. Chiude la sua vita dentro enormi scatoloni, con cui trasporta chissà dove i ricordi di una vita accumulati in una casa, la sua casa, che ora deve abbandonare.
“Ho perso il lavoro, non potevo pagare e subìto lo sfratto per morosità”. Anche Agostino è un disoccupato che ci parla di tasse, concorrenza sleale e manodopera più cara in Italia: “Con 150 euro riescono a fare una società all’estero – rivolto principalmente ai romeni – poi vengono qua e non sono neanche soggetti alle normative, figuriamoci alle tasse”. Poi ci parla di “zingari”: “Quelli che rubano il rame anche a lavori appena fatti e che quando avevo nove anni mi rubarono il pallone. Tra il ruvido e il sarcastico parla del campo Rom del quartiere: “Vorrei avere una roulotte in quel campo, visto che sono stato sfrattato, ma non posso entrare perché non ho la Mercedes”.
TANGIR è un bengalese, studente di ingegneria informatica: all’età di cinque anni ha rischiato di perdere il padre, picchiato a sangue mentre usciva dalla sua macchina. “Mio padre quella notte poteva morire a causa di quattro balordi e tutto sarebbe stato diverso”. Tangir la mattina aiuta il padre che fa il venditore ambulante.
MEHMET è turco, ha 18 anni e fa il “kebbabaro”: “Noi siamo nati per ridere non per piangere, questa è la vita, va bene siamo poveri ma dobbiamo ridere”– ci dice con un accenno di speranza.
Quale ragazzo di 18 anni non vorrebbe divertirsi, uscire con le ragazze o avere la moto? Mehemet con grande frustrazione invece lavora 14 ore al giorno, tutti i giorni e a tutte le feste. Lavora tanto e guadagna poco, ha imparato, purtroppo, che la vita ruota intorno ai soldi e questo non lo accetta. “Sai perché non mi piaccioni i soldi? – si rivolge al cameraman – Perché con i soldi puoi fare tutto. Vuoi avere la ragazza? Vuoi fare qualcosa di brutto? Vuoi essere grande? Basta che ci hai i soldi. Per tanta gente è cosi, però per me no. I soldi sono maledetti”. Poi fa il confronto con un suo ipotetico coetaneo calciatore ad alti livelli: “Un calciatore può stare anche fermo e prende i soldi (90 euro al minuto), se perde o vince dopo comunque si fa la doccia, va a mangiare in ristorante ed esce con la ragazza. Il mondo è ingiusto”.
Suo fratello che lavora con lui aggiunge: “Quando vai in Italia ti danno i soldi, una casa popolare perché stai in Europa, ci dicevano, e invece abbiamo sempre pagato tutto con il duro lavoro. Lo sai come puzzano le mie scarpe? É da tre anni che porto queste scarpe pagate due euro a Porta Portese. Vorrei andare via”.
Accanto a Vera, Andrea, Jonas, Regina, Agostino, Tangir, Mehmet, ci sono tantissimi altri volti e storie che non sono state riprese, sono troppe e diverse, ma uguali nel dare la caccia a chi è il più povero, il più indignato o il più razzista!
C’è Mario, ad esempio, che fa parte del Comitato di Quartiere, è presidente dell’Associazione Commercianti ed è disoccupato. Mario si chiede, insieme ad Alessia che gestisce una frutteria con suo marito, perché anno dopo anno a Torre Angela sparisce un negozio storico, sepolto dalle ingenti tasse e dalla tiranna Equitalia, e invece nuovi negozietti stranieri riescono a sostenere, pur non essendo a norma, i costi che gravano su un’attività.
Il primo episodio di “Cronache di frontiera” non dà risposte, ma lascia un enorme spazio aperto alle nostre domande, alle nostre azioni, alle nostre coscienze. Sentiamo i nomi di questi quartieri ogni giorno nelle notizie di cronaca, associati a crimini e malavita, ma abbiamo mai approfondito il problema? Ora, grazie a Sky Tg24, si è aperta una finestra su quel mondo che intravediamo dai vetri appannati dei bus affollati, che passando per il VI Municipio ci fanno respirare quell’aria pungente di periferia, da cui però preferiamo fuggire per mangiare un gelato a Campo de’ Fiori o per bere una birra a Piazza Venezia… dove tutto è, almeno apparentemente, più colorato.
Sky Tg24 conferma l’appuntamento (mercoledì 7 ottobre 2015) con il secondo episodio in cui si continuerà a parlare senza censura di periferia, con riferimenti a scontri culturali, religione, Isis e moschee. (Qui il nostro resoconto)
Sky Tg24 entra a gamba tesa nel VI Municipio con “Cronache di frontiera”
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Prosegue il racconto di Sky Tg24 per le strade di Torre Angela
Cronache di Frontiera, l’ultima puntata su Sky Tg24 nella periferia romana
Ad un mondo nuovo oltre ogni frontiera. In bilico su un filo di speranza ma vicina al baratro