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Buone pratiche e black list
Una lettera di precisazione dell’Associazione FIDIA finita nel trinciatutto mediaticoLa rapina occhiuta scoperta, ha messo in moto la farraginosa macchina burocratica che ha iniziato con il colpire nel mucchio, tanto non costa nulla alla burocrazia dei ben nutriti burocrati ed ai meccanismi che attivano.
Ne è classico esempio ciò che accade ai danni della più prestigiosa istituzione del IV municipio che si vede ora elencata in una black list. Una associazione che da una trentina di anni irradia cultura a 360 gradi, e senza altro scopo palese, dissimulato o occulto se non quello di fare cultura. Parliamo dell’Associazione Culturale FIDIA e del suo museo di via del Frantoio nel IV municipio di Roma capitale, quella capitale stessa che ha visto la spartizione dolosa del suo grande patrimonio immobiliare che, invece di produrre reddito, succhiava alle casse comunali qualcosa come 100 milioni e più l’anno.
Ma l’Associazione FIDIA si sente estranea a questo saccheggio e, alle nostre domande, risponde con la lettera che riportiamo.
A proposito della black list pubblicata da Il Tempo del 5 febbraio 2016 in cui si fanno i nomi degli evasori del fitto al Comune di Roma in cui figura anche l’Associazione Fidia di Via del Frantoio 44/A ci preme precisare quanto segue per il buon nome dell’Associazione e di chi ne fa parte.
Il Fidia altro non è che un’Associazione Culturale. Così è nata e tale è rimasta per oltre 20 anni. Non è stato un ristorante, un albergo per raggirare la legge. Il Fidia è semplicemente lo studio di uno scultore, Alfiero Nena (www.alfieronena.it), Cavaliere della Repubblica per meriti artistici dal 1972, vanto d’Italia per le meravigliose opere collocate in luoghi prestigiosi in Italia e all’estero. E, ormai in vecchiaia, egli rischia di essere sfrattato da uno spazio che gli era stato offerto con entusiasmo nel 1992 dal Comune di Roma per le sue grandi conquiste nel campo dell’arte. Una vecchia scuola col tetto sfondato e destinata alla demolizione che lo scultore, con l’aiuto del fratello e di due ingegneri ha rimesso a posto a proprie spese facendone il suo studio e il suo museo.
La storia dell’equivoco è semplice. Nena ha sempre pagato fino ad oggi – de facto – tutto ciò che il Comune di Roma gli ha richiesto di affitto. E non poco. Solo che – de iure – ci sono stati intoppi nel perfezionamento dell’assegnazione dei locali dovuti ai ritardi del Comune di Roma.
Al Fidia non ci sono imbroglioni o truffatori. A buon diritto pensiamo che non vi sia in Roma associazione con alle spalle più attività culturale del Centro Fidia di Via del Frantoio. E pensare che sarebbe bastato il solo nome dello scultore Nena a fare cultura a Tiburtino Terzo e nel IV (ex V) Municipio.
L’Associazione, in tempi non sospetti, ha pubblicato un libro (“Centro Culturale Fidia, la storia” a cura di L. Matteo. Ed. Cofine) con la storia del Centro Culturale Fidia. Un fuoco d’artificio di attività culturali per la massima apertura al quartiere, al Municipio, alla cittadinanza. Senza chiedere e ottenere un soldo da chicchessia. Nella prefazione a nome di Luigi Matteo cleggiamo: Cosa è stato ed è oggi il Fidia. Certamente il grande valore aggiunto che ha contribuito ad accrescere il capitale di valori umani e culturali della comunità di Tiburtino terzo nata ottant’anni fa in pieno fascismo. …In un contesto siffatto il neonato Centro Fidia non si è fermato ad essere lo Studio-laboratorio di un grande scultore. Fin dall’inizio ha voluto nascere come polo di aggregazione culturale e coesione sociale, di produzione di idee, arte e cultura. Il copioso numero di concerti di musica classica, di conferenze, di presentazione di libri ad ingresso sempre libero e gratuito – peraltro abbondantemente illustrato in questo libro – non è stato vano ed ha portato centinaia di persone a comprendere cultura e territorio. Ogni concerto poi veniva relazionato con le organizzazioni della società civile (associazioni, fondazioni, ong, comitati), con la dedica e l’invito alle associazioni virtuose operanti nel territorio.
… l’idea vincente dei soci fondatori è stata l’istituzione del “Premio Fidia” con borse di studio da conferire ai ragazzi degli istituti d’arte e dei licei artistici di Roma. Intere comunità scolastiche, al termine di un anno di studi, sono convenute in questo angolo di Roma con i loro familiari nel segno della gioia e dell’arte. Non più al centro della città come scrigno di opere d’arte ma in periferia, a Tiburtino Terzo.
…Il Centro Fidia, come Centro di informazione e documentazione sui Diritti Umani per l’area Tiburtina ha realizzato importanti iniziative come il Cippo all’obiettore nei giardini della stessa struttura, i convegni dei Bahai ad Acuto (II Forum Educazione alla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’infanzia “La differenza: Valore, risorsa, diritto”. Acuto (FR) 26, 27 settembre 1998 e Perugia 1999), i concerti (20 novembre 1999) per ricordare il 10° anniversario della Convenzione dei Diritti dell’infanzia nella Scuola “F. Santi” tenuti dal gruppo dei Minisingers di Colli Aniene, la giornata del 12 dicembre 2000 organizzata dal Fidia in collaborazione con l’EIP Italia (Scuola Strumento di Pace) in Campidoglio dedicata al “Manifesto dei Giovani del XXI secolo” che coinvolse moltissimi Istituti Superiori della Capitale. Lo stesso “Manifesto dei giovani” fu ricordato con un intervento al II Summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace in Campidoglio l’11 novembre 2000 dal segretario del Fidia (www.radioradicale.it/soggetti/luigi-matteo) alla presenza di Lech Valesa, Mikhail Gorbaciov e dei rappresentanti dei maggiori enti e Ong mondiali e vivamente apprezzato dall’economista Susan George.
E proprio con E.I.P. Italia Associazione Scuola Strumento di Pace, sezione italiana dell’Associazione Mondiale E.I.P. – Ecole Instrument de Paix, Organizzazione Non Governativa riconosciuta dall’UNESCO e dal Consiglio d’Europa con statuto consultivo presso l’ONU, si è consolidata nel tempo la più bella collaborazione con l’istituzione del Premio “EIP-Fidia: rappresenta un Diritto Umano” riservato agli studenti dei Licei artistici e Istituti d’arte non soltanto più di Roma ma di tutta Italia con una borsa di studio elargita annualmente dallo stesso scultore Nena. Grazie alla Presidente Prof. Anna Paola Tantucci l’iniziativa continua il suo corso da ormai una ventina d’anni e il premio viene assegnato nelle sale più prestigiose della Capitale come la Sala dello stenditoio del S. Michele al Ministero dei Beni Culturali o la Sala delle conferenze della Biblioteca Nazionale.
Se questo vi pare poco! E’ vero, un bisogno di pulizia si avverte dappertutto; ma a generalizzare e a confondere si rischia di buttare via il bambino con l’acqua sporca.