

Sono sostanze formate da carbonio ed acqua, fanno parte dei macronutrienti insieme alle proteine e ai grassi.
I carboidrati forniscono 4 chilocalorie (kcal) per grammo, sono costituiti da zuccheri (prevalentemente glucosio), amido e fibra alimentare.
In base al numero di molecole che li costituiscono, possono essere classificati in:
Dal punto di vista nutrizionale, possono invece essere suddivisi in:
In senso lato, gli zuccheri svolgono un ruolo molto importante sulla regolazione della glicemia, in particolare su quella postprandiale (indice glicemico).
Il fabbisogno quotidiano di carboidrati è compreso tra il 45 e il 60% dell’energia giornaliera. In particolare, la quota maggiore deve essere rappresentata dai carboidrati complessi (meglio ancora se integrali) poiché il quantitativo degli zuccheri semplici deve essere inferiore al 15% dell’energia della dieta.
Oltre allo zucchero che si trova in natura nei cibi, come la frutta o il latte, esiste anche quello aggiunto alle preparazioni alimentari industriali, artigianali ed anche casalinghe.
Per quanto riguarda le bibite zuccherate, come cola, aranciata, succhi di frutta o the freddi zuccherati, prodotti dolci come biscotti, merendine, caramelle, etc., la raccomandazione dell’OMS è quella di mantenere gli zuccheri aggiunti al di sotto del 10%, auspicando un’ulteriore riduzione al 5%.
In una dieta media da 2000 calorie quotidiane, il 5% (100 kcal) equivalgono a 5 cucchiaini di zucchero o fruttosio o zucchero di canna (25g) o circa 30g di miele.
Nella piramide alimentare troviamo i carboidrati complessi alla base, nella sezione più ampia, questo sta ad indicare che devono essere presenti in maggior quantità rispetto agli altri gruppi alimentari, e suddivisi più o meno equamente nei tre pasti principali per regolarizzare la glicemia.
Gli zuccheri semplici, invece, li troviamo al vertice della piramide alimentare perché il loro quantitativo giornaliero deve essere limitato e pressoché nullo nel diabete e nell’obesità.
Gli zuccheri sono nutrienti indispensabili contenuti naturalmente negli alimenti, ma nella nostra società il desiderio di “sapore dolce”, abitudine quasi sempre acquisita fin dallo svezzamento, ha aumentato a dismisura il consumo di zuccheri semplici estratti dagli alimenti (barbabietola, canna, ecc.) e altri dolcificanti naturali utilizzati per zuccherare moltissime preparazioni, da quelle casalinghe alle industriali, dalle bevande tradizionali come il caffè fino a quelle energetiche.
Secondo l’OMS, nei paesi industrializzati il consumo di zuccheri aggiunti (detti anche liberi) ha raggiunto livelli preoccupanti. Uno studio condotto in collaborazione con i medici della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) su un campione di circa 2.000 soggetti rappresentativo della popolazione adulta italiana, ha rilevato che il consumo medio di zuccheri era pari a 68 grammi al giorno per gli uomini e 66 grammi al giorno per le donne.
Escludendo da questi zuccheri quelli di frutta e latte, calcolando quindi solo gli zuccheri aggiunti o liberi negli alimenti, il consumo era pari a circa 40 grammi al giorno: valori accettabili anche se distanti dall’obiettivo del 5%, ma sicuramente inferiori rispetto a quelli di molti altri paesi, in particolare Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti, dove gli zuccheri aggiunti forniscono circa il 15% delle calorie giornaliere totali e spianano la strada a tante malattie anche gravi.
Per approfondimento:
https://www.educazionenutrizionale.granapadano.it
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