Concerto nella Chiesa Gesù Divin Salvatore a Tor De Cenci
L'evento dell’Associazione Concentus Vocalis l’11 giugno 2023, h. 19:30Quest’anno l’Associazione Concentus Vocalis ha sviluppato un progetto sullo studio della musica sacra a cavallo del XIX e XX secolo. Il quel periodo storico si ritrovano schemi e regole che pur provenendo dalla musica sacra del passato, sono intrise di un nuovo concetto estetico melodico e sentimentale, figlio di una visione del ‘sacro’ più intima e terrena. Nell’esplorare questa nuova corrente musicale sono state studiate due opere di compositori famosissimi che ben rappresentano quel periodo e che verranno presentate il prossimo 11 giugno 2023, presso la Chiesa Gesù Divin Salvatore, in Via R. Gigliozzi 31 ore 19:30. Ingresso libero al pubblico.
Qui di seguito, riportiamo un breve commento a cura di Corrado Fioretti, con l’augurio di riuscire a trasmettere le emozioni che i cantori hanno provato nel prepararlo.
Antonin Dvoràk, Messa in RE maggiore.
Questa opera, composta nel 1887, era destinata all’inaugurazione della cappella privata del castello di Hlávka in Luzany, borgo rurale nei pressi di Praga. Tutto, in quest’opera, è straordinariamente “liturgico”, senza alcuna concessione a uno stile teatrale. Lo è la semplice plasticità delle linee vocali, forse ispirata alla naturale cantabilità del gregoriano; lo è la ricchezza armonica, caratterizzata da procedimenti dichiaratamente “modaleggianti”, anch’essi di antica sensibilità e molti tratti dalla tradizione popolare boema. Liturgico è anche il procedimento responsoriale praticato, in particolare nel Credo. Lo stile da chiesa non impedisce all’autore di “drammatizzare” in senso rappresentativo i momenti centrali dei testi. A questo proposito è illuminante Et incarnatus e il Crucifixus nella sezione centrale del Credo, ma le stesse caratteristiche sono riscontrabili in tutte le parti della Messa.
Giacomo Puccini, REQUIEM in RE maggiore.
Questo ‘piccolo’ ma emozionante Requiem, fu scritto nel 1905 da Puccini in occasione del quarto anniversario della morte di Giuseppe Verdi. Fu composto quasi certamente in una giornata, di getto, senza ripensamenti, come sembrerebbe dimostrare il manoscritto che contiene poche cancellature, modifiche e rifacimenti. Ma fu pensato con una certa calma, non fosse altro per la scelta del testo, della forma musicale, e soprattutto degli strumenti per i quali fu concepito, l’organo e la viola solista che accompagnano il coro. Il brano consta di 57 battute ed é concepito con una parte introduttiva affidata all’organo, ed una conclusione bellissima, altamente poetica.
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