Lupi e le api
In Italia conviene essere apiIl 4 maggio 2022 presso la sala del Consiglio del Municipio I di Roma si è tenuta la presentazione del documento «Residenza ed esercizio dei diritti a Roma: invertire la tendenza», che chiede al sindaco e al Consiglio Comunale la deroga prevista per legge dell’art. 5 del Decreto Lupi. Il documento è firmato da numerose associazioni civili ed ecclesiali, movimenti e Istituti. Ci auguriamo che il sindaco ascolti tanti voci della realtà romana.
Per capire di cosa si tratta dobbiamo parlare di persone che vivono come api, in alveari affollati, in palazzi un tempo abbandonati, ed ora occupati da un’umanità sofferente, in cui ogni stanza racconta storie di emarginazione e di diritti negati.
Dire che non è un delitto essere poveri, anzi, che dovrebbe essere diritto di ciascuno un tenore di vita tale da garantire la salute propria e della propria famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche è considerato da alcuni banale, da altri oramai roba passata; così dovrebbe in effetti essere, in fondo è l’articolo 25 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo emanata dall’ONU più di 70 anni fa. Nella vita di molti però è ancora solo un auspicio.
È contro la legge essere poveri in Italia, nonostante l’ONU e i suoi proclami. È quanto si deduce dal Decreto Legge “Renzi-Lupi” del 4 marzo 2014 nel suo, disumano, art. 5: «Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento ai pubblici servizi…». In un afflato di ricerca di legalità – ma a senso unico – la legge sta dicendo qualcosa di terribile per la vita concreta delle persone: lo Stato, che dovrebbe garantire il diritto a un alloggio a tutti i suoi cittadini, non solo non provvede – e sarebbe suo obbligo – ma considera criminali coloro che un tetto sulla testa se lo procurano, e per questo nega loro altri diritti fondamentali, diritti umani. Senza residenza, infatti, i poveri non possono avere un medico di famiglia o i bambini un pediatra; senza la residenza i bambini non hanno accesso alla mensa scolastica e al buono libri, e senza residenza non possono accedere alla scuola materna né agli asili nido. E in qualsiasi momento alle famiglie – non importa se con minori, anziani, disabili – possono essere tagliate acqua, luce e riscaldamento.
Anche gli animali randagi hanno una loro tana, i nostri poveri non possono. Non sembra fantascienza l’art. 25 della Dichiarazione dell’ONU nell’evoluta democrazia italiana? A Roma già nel 200 a.C. si scriveva lupus est homo homini, non homo: «è un lupo l’uomo verso gli altri uomini, non un uomo». E il decreto Lupi-Renzi non mostra alcuna umanità verso gli uomini, i più poveri tra loro. Non credete sia doverosa almeno la deroga?
I poveri vivono in alveari, ma non sono api. Le api, infatti, sono specie protette: la legge 313/2004 vieta interventi di disinfestazione verso le api e i loro nidi. I poveri no, sono esseri umani, non hanno alcuna protezione, con loro la disinfestazione è possibile.
In Italia conviene essere api.
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Dichiarazione universale dei diritti umani – Articolo 25
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
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