Turi Sottile, Alfiero Nena e l’idea di un MAP a Pietralata

Il progetto di un Museo Artecontemporanea da affidare alle Associazioni del territorio del IV municipio con la concessione di un padiglione della Caserma Ruffo (dei Bersaglieri) ormai desueta
Federico Carabetta - 25 Gennaio 2016

Si sono incontrati ancora, vent’anni  dopo, con immutata amicizia e identica, reciproca stima due grandi dell’arte mondiale.

Nella casa che fu del grande drammaturgo e premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello si sono rivisti il pittore Turi Sottile, siciliano di nascita ma romano di adozione, con lo scultore  Alfiero Nena trevigiano di nascita e anch’egli calamitato da oltre cinquant’anni dalla magia della città eterna.

La casa di Pirandello a Pietralata è da quarant’anni  dimora stabile del pittore che ha scelto quelle mura traboccanti  memoria  come luogo di ispirazione e di intensa produzione delle sue tele.

Turi Sottile (a sin.) e Alfiero Nena

Turi Sottile (a sin.) e Alfiero Nena

I due artisti si erano incontrati per la prima volta nel 1992 nello studio di Nena in via del Frantoio a Tiburtino Terzo e continuarono a vedersi  fino a tutto il 1995, anno in cui furono inaugurate ad Acireale due grandi sculture di Nena: il monumento a Padre Allegra, missionario francescano in Cina, filologo e primo traduttore della Bibbia in cinese e poi, nella stessa piazza del comune etneo, una statua un bronzo rappresentante un Christus  patiens  “come crocifisso ma senza croce” ; un’assoluta novità nell’arte sacra. Al Centro Fidia fondato da Nena (è appena uscito il libro: Centro Culturale Fidia, la storia che racconta i  venti anni e passa di questa preziosa realtà del V Municipio) Turi conobbe da vicino l’arte  del grande scultore e di tutte le sue tecniche.

Da allora non si erano più rivisti a causa specialmente dei  lunghissimi viaggi del pittore in giro per il mondo alla ricerca di terre rare, le stesse con cui forma i colori delle sue tele, così come facevano i grandi pittori dell’antichità. Spirito inquieto e ribelle, fabbricante di utopie (come lo chiama il critico Maria Teresa Ciammaruconi) Turi Sottile ha saggiato tutti i campi dell’arte. E’ stato musicista in un’orchestra jazz, pilota d’aereo, amico di lungo corso dei poeti Salvatore Quasimodo e Alfonso Gatto. Con altri poeti aveva formato sodalizi artistici in cui ciascuna sua tela diventava  ispirazione per altrettante poesie.

Ma una volta scelta definitivamente la  pittura questa lo ha rapito e lo ha travolto. Non una pittura qualsiasi ma l’emozione estrema della sperimentazione del colori e della luce. Turi ha studiato lo spettro solare, la luce emessa dall’acciaio in fusione per poterne fissare la modulazione dei colori sulla tela. Se ne è andato per torrenti e fiumi alla ricerca delle terre che usarono i pittori a Siena tra il 400 e il 500. Ha Viaggiato in Tanzania in Kenia,  sul Kilimanjaro (che gli ricordava l’Etna), a Kiev ad imparare l’impasto dei colori delle icone. E’ diventato di casa in America latina e poi in Cina, in Giappone, in Australia. Fino a soffermarsi per molti anni in Argentina per poter studiare e godere la luce del sole del sud.

Ma con Nena, il 13 gennaio 2016, Turi Sottile non ha parlato di tutto questo. Tra poche parole e molti silenzi i due si sono capiti alla perfezione come solo i grandi e solo gli umili si capiscono anche senza citare le loro opere o le loro ricerche. Come la ricerca di Nena per il ferro, il materiale che solo lui, tra tutti gli scultori del mondo, ha saputo trattare e restituire  come materia purissima d’arte. Come l’invenzione diabolica di due barre di ferro e tungsteno poste come sostegno e anima all’interno di una  grande scultura in terracotta che fosse  in grado di resistere alla cottura in un forno senza far esplodere la scultura. Come la fusione, con una colata di bronzo nella forma sepolta in terra nel proprio studio-laboratorio di Via della Pietra Sanguigna, per veder uscire quel capolavoro del “Cristo Lux mundi” che attualmente è posto nella basilica romana di S. Maria del Popolo e che da 25 anni è in compagnia dei sommi Pinturicchio, Raffaello, Caravaggio, Bernini.

Dar Ciriola

Turi Sottile e Alfiero Nena (www.turisottile.com ) (www.alfieronena.it )  hanno però parlato di un progetto straordinario che potrebbe rivoluzionare l’assetto museale e artistico del nostro territorio e che ha bisogno anche del sostegno dei lettori, per la sua realizzazione: un MAP (Museo Artecontemporanea  Pietralata) M.A.P. Museo d’Arte Contemporanea Pietralata che dovrebbe essere affidato alle Associazioni del territorio del IV municipio con la concessione di un padiglione della Caserma Ruffo (dei Bersaglieri) ormai desueta.

Lì potrebbero confluire tutte le espressioni artistiche visive, plastiche e pittoriche del nostro dinamico territorio che sta conoscendo un’evoluzione urbanistico-economica mai conosciuta prima (Nuova stazione Tiburtina, lo SDO, il Print di Pietralata). Si stanno raccogliendo firme per accelerare e snellire la realizzazione di questo progetto specialmente con Tipiattivi.  Vedi sito: https://sites.google.com/site/tipiattivi/i-nostri-progetti

Poliambulatorio Diego Angeli

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