Rispettiamo le nostre ossa 

“Oggi parliamo di ossa e quanto il sovrappeso – obesità, la carenza o l’eccesso di mobilità le rendano vulnerabili!!!!”

A cosa servono le ossa?

  • Fungono da riserva e deposito di minerali come calcio, fosforo, sodio e magnesio, indispensabili per regolare molti meccanismi fisiologici.
  • Il midollo osseo in loro presente è in grado di produrre le cellule del sangue (globuli bianchi, globuli rossi, piastrine).
  • Conferiscono forma e sostegno alle parti del corpo da cui sono composte.
  • Grazie all’interazione con i muscoli e i tendini consentono il movimento degli arti.
  • Hanno importanti funzioni di protezione (si pensi all’importanza del cranio nella protezione del cervello).
  • Conferiscono supporto e stabilità anche in assenza di movimento.

L’impatto di sovrappeso e obesità sulla postura 

Il peso corporeo in eccesso si ripercuote negativamente sull’apparato locomotore ed in particolar modo sui piedi, su cui grava l’intero carico corporeo.
Studi scientifici hanno dimostrato che sovrappeso e obesità sono associati ad un aumentato rischio di dolore e problematiche a carico di piedi e caviglie, che a lungo andare possono portare problemi a ginocchia, anche e schiena.
L’eccesso ponderale, insomma, gioca un ruolo fondamentale nella comparsa di svariati disordini posturali.
La funzionalità del piede può essere influenzata dalla diminuzione della forza muscolare e da conseguenti patologie, come il piede piatto e la comparsa di dolori diffusi in varie zone del piede.

 

Piede piatto 

Sebbene nei bambini il piede piatto rappresenti una condizione fisiologica, in età adulta è bene prevenire questa condizione cercando di tenere sotto controllo il proprio peso corporeo. Esso può manifestarsi con appiattimento della volta plantare, valgismo del retropiede, pronazione dell’avampiede, dolore e gonfiore.

Gonfiore dei piedi

Il gonfiore dei piedi può essere dovuto all’inattività fisica, a problemi circolatori e linfatici, all’accumulo di liquidi e ad una dieta ricca di sale.

Fascite plantare

Il sovraccarico può essere la causa della fascite plantare, ovvero un’infiammazione a carico della fascia plantare che si manifesta con dolore sotto il tallone, specialmente al mattino, talvolta esteso a tutta la pianta del piede. Il 70% dei soggetti che ne soffre è in sovrappeso.

Problematiche posturali e osteo-articolari

Il sovraccarico corporeo è quasi sempre associato ad una deambulazione alterata e alla presenza di un’accentuata iperlordosi, ovvero l’aumento della fisiologica curva lombare. I pazienti spesso riferiscono dolori ai piedi, alle caviglie, alle ginocchia, alle anche e alla schiena.
Tra le varie patologie legate a obesità e sovrappeso possiamo trovare:

  • ernie, discopatie, osteoartriti;
  • fratture da stress;
  • tendiniti;
  • coxartrosi (artrosi dell’anca);
  • gonartrosi (artrosi del ginocchio);
  • aumento del rischio di distorsioni di caviglia.

La sedentarietà

L’inattività facilita la perdita di massa ossea: ecco perché le persone allettate per lungo tempo, ad esempio a causa di una malattia o ricoverate in ospedale, sono più predisposte a fratture ossee. Chi è sedentario ha un rischio maggiore di sviluppare l’osteoporosi rispetto a chi pratica attività fisica regolarmente, perché lo scheletro degli inattivi reagisce alla riduzione delle forze applicate dai muscoli sull’osso, riducendone la mineralizzazione e rendendolo più debole.
Al contrario, con l’esercizio fisico costante, anche se moderato, la frequenza cardiaca e la circolazione sanguigna aumentano e questo fa sì che i nutrienti assimilati con l’alimentazione raggiungano tutte le cellule del corpo, in particolare ossa e cartilagini, naturalmente meno irrorate rispetto a muscoli e tessuti.
Praticare con regolarità attività fisica di tipo aerobico ed esercizi di rinforzo muscolare irrobustisce lo scheletro, aiuta a migliorare la forza e la resistenza dei muscoli, l’agilità e l’equilibrio, riducendo anche il rischio di cadute.
Sono consigliati un minimo di 150 minuti a settimana di attività fisica, ottimali 300 minuti.

L’eccesso di mobilità provoca diversi traumi articolari

Le articolazioni sono strutture anatomiche in grado di collegare una o più ossa, allo scopo di evitare fenomeni degenerativi dovuti alla forza di attrito. Proprio per questo motivo, esse sono costituite da un tessuto fibroso o cartilagineo, rivestito da un sottile strato di liquido.

Nel corpo umano sono numerose, se ne contano infatti oltre 350 ed estremamente diverse tra loro dal punto di vista strutturale.

Complessivamente, il loro ruolo è quello di consentire allo scheletro di svolgere la sua funzione di sostegno, mobilità e protezione degli organi interni da esso contenuti.

Dal punto di vista morfologico, le articolazioni si distinguono in:

  • fibrose, formate da tessuto fibroso;
  • cartilaginee, formate da tessuto cartilagineo;
  • sinoviali, comprendenti un liquido (sinovia) con funzione ammortizzante e nutriente tra due superfici a contatto tra loro.

Che cosa si intende per trauma articolare?

I traumi dell’apparato articolare riguardano il malfunzionamento delle articolazioni, spesso causato da movimenti forzati. I traumi articolari più diffusi sono la distorsione e la lussazione.

Distorsione

La distorsione è una delle patologie più diffuse, provocata dalla rottura di alcuni legamenti articolari. Essa è caratterizzata dalla lesione della capsula articolare e della sinovia, accompagnata dall’insorgenza di calore localizzato, di tumefazione ed ematoma.

Si tratta di patologie comuni a livello di caviglie, ginocchia, polsi e dita, presenti con maggiore frequenza in chi svolge attività sportiva. La loro insorgenza può essere osservata anche in pazienti che presentano un’eccessiva lassità dei tessuti articolari, sia per motivi congeniti che in seguito ad eventi traumatici come una frattura.

La distorsione deve essere trattata tempestivamente poiché tende a degenerare nel tempo in quanto può subentrare un versamento di liquido che aumenta di volume, accompagnandosi a una notevole tumefazione e a intenso dolore.

Nelle distorsioni in cui i legamenti non sono rotti, sono consigliati massaggi spesso seguiti da bendaggi; se invece esistono lesioni legamentose è indispensabile ricorrere all’applicazione di un gesso, a cui deve fare seguito un adeguato periodo di fisioterapia.

La distorsione interessa soprattutto due particolari aree corporee: il ginocchio e la caviglia.

La distorsione del ginocchio è un infortunio articolare provocato da un danno a uno o più legamenti del ginocchio. Particolarmente frequente tra gli sportivi, questo disturbo può derivare da un movimento innaturale dell’articolazione oppure da un trauma. Può essere di primo, secondo o terzo grado, a seconda della gravità della sintomatologia e del numero di legamenti interessati dalla rottura.

La distorsione della caviglia è un vero e proprio trauma, causato da un’anomala rotazione del piede che, in seguito a un movimento brusco e violento, poggia a terra in maniera scorretta, piegandosi verso l’interno o verso l’esterno. Diagnosticabile tramite radiografia o ecografia, questo disturbo viene curato con riposo iniziale di almeno quattro o cinque giorni e successiva riabilitazione con massaggi e trattamento con apparecchiature mediche specifiche.

Lussazione

Un altro trauma articolare molto diffuso è la lussazione, che consiste nello spostamento permanente di due superfici articolari, causato spesso da un trauma.

Si tratta di un disturbo piuttosto limitante, che può essere completo o incompleto, con rottura totale o parziale dei legamenti, responsabile della contusione delle fibre muscolari.

Il dolore, che è il sintomo più caratterizzante di questo disturbo, viene esasperato dal movimento e attenuato dall’immobilità; qualora fossero presenti anche lividi, è facile che sia associata una frattura ossea.

La terapia, che consiste nella riduzione della lussazione, è una manovra che può essere effettuata soltanto dal medico, dato che mani inesperte potrebbero rischiare di provocare una frattura.
La terapia, che segue a un periodo variabile di immobilizzazione, prevede cicli di massaggi alternati a mirati esercizi fisiatrici.

Per approfondimento:

https://www.facebook.com/BONUMVITAENUTRIZIONE

https://www.educazionenutrizionale.granapadano.it

https://www.humanitas.it 

https://www.fisioterapiadarpa.it

https://obesitaandreaformiga.com

 

Come la dieta può aiutare o danneggiare le ossa

Il deterioramento della struttura dello scheletro è una malattia: l’osteoporosi o fragilità ossea.
Il problema compare quando la massa ossea si riduce più velocemente di quanto l’organismo riesca a ricrearla.


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